La domanda di manoscritti era cresciuta al punto che le biblioteche monastiche non erano più in grado di soddisfarla tanto che iniziarono a sperimentare l’impiego di miniatori laici. Questi individui spesso vivevano vicino al monastero e, in alcuni casi, si travestivano da monaci ogni volta che entravano nel monastero, che era loro permesso lasciare alla fine della giornata. In realtà, gli illustratori erano spesso molto noti e acclamati e molti di loro sono noti anche ai nostri giorni.[4]
In primo luogo, il manoscritto era “inviato al rubricatore, che aggiungeva i titoli (nei colori rosso o altro), i capolettera dei capitoli, le note e così via, e poi – se il libro doveva essere illustrato – veniva inviato all’illustratore “[2].