Partiamo dall’inizio: Come e dove hai iniziato?
Credo che tutto sia iniziato dal momento in cui ho fatto il mio primo respiro. L’arte è una parte del mio corpo, proprio come un organo vitale, una componente essenziale, intima e profonda del mio essere. Fin da piccola sono stata inebriata dal profumo dei colori ad olio che mio padre utilizzava per i suoi dipinti, rapita da quei colori che, come per magia, mischiandoli tra di loro creavano infinite sfumature e strabiliata dall’abile danza dei pennelli che, ad ogni tocco, riuscivano pian piano a dare vita non solo a fiori, paesaggi, volti e quant’altro ma ad emozioni che ti arrivavano dritte allo stomaco. Ho iniziato in tenera età a guardare il mondo con occhi differenti, talvolta troppo ricchi di sensazioni ed emozioni forti per una bambina di soli 4-5 anni. È stato quello forse il periodo in cui l’arte per me non era più solo un quadro che il papà dipingeva, ma espressione sotto infinite forme.
Chi ha deciso il genere? Di chi è stata l’idea?
Il genere? Lo stile? No, non è una cosa che mi appartiene. Al giorno d’oggi si sente sempre la necessità di etichettare tutto, (come accade anche nel mondo musicale) io non voglio sentirmi imprigionata dentro uno stile, un genere, voglio la libertà di poter abbracciare tante mille tecniche, disegnare oggi un qualcosa completamente differente da quella che disegnerò domani. Mi piace la libertà assoluta. Riconosco ad ogni modo che questo potrebbe essere un aspetto a mio svantaggio, la maggior parte degli artisti ha un proprio genere, nel tratto, nel colore, nelle forme e appena si osserva una determinata opera si associa subito a un determinato autore. Io preferisco non avere uno stile, mi starebbe troppo “stretto”, voglio abbracciare e sperimentare tutto ciò che gradisco al momento, e questo, a modo mio, è il mio stile.
Qual è il tuo background?
Ho frequentato solo il primo anno di Liceo Artistico qui ad Iglesias, in Sardegna, dove sono nata e cresciuta. Dopo ho frequentato altri Istituti non attinenti all’arte. Non ho mai frequentato nessun corso. Perchè non ho creduto abbastanza in me stessa probabilmente, e tutt’ora non mi definisco un’artista. Non mi sento speciale, faccio solamente ciò che mi piace fare, che ho bisogno di fare! Un po’ come uno scrittore, ho bisogno di “vomitare” su un foglio quel groviglio di emozioni che si accumula nella mente dentro di me.
Ti ispiri a qualche Artista famoso?
Ci sono tanti artisti da cui ricevo ispirazione (anche non famosi) ma forse per quanto riguarda il disegno realistico, Marcello Barenghi e Stefan Pabst sono stati i primi a stupirmi con le loro opere iperrealistiche. Volevo però dire una cosa riguardo a questo aspetto: per me tutto è fonte di ispirazione, ho la capacità/ossessione di osservare tutto con attenzione, ho la fissazione per i piccoli dettagli, sono una cosa per me fondamentale. La mente, l’immaginazione e le sensazioni ed emozioni che ne scaturiscono fanno il resto.
Oltre a questo, fai altro?
Chi mi conosce, di solito, mi dice che so fare tutto. Io rispondo sempre: “non so fare tutto, ho l’arte di arrangiarmi e faccio un po’ di tutto… e c’è una grossa differenza!”. Tutto ciò che è arte mi appartiene, quindi mi piace cucinare (ho una qualifica professionale di cucina e ristorazione) mi cimento talvolta a lavorare e modellare la pasta di zucchero e creare cake Topper e varie decorazioni per torte. Mi piace la nail art, quindi spesso ricostruisco e decoro unghie. Adoro il make up. Mi arrangio, per così dire, in tagli di capelli. Mi piace anche cucire, ho creato anche vari fiocchi nascita in pannolenci e diverse creazioni all’uncinetto. Tempo fa mi sono anche dedicata alla scrittura. Creo da autodidatta e naturalmente sono tutte attività che mi piace svolgere e le persone sembrano apprezzare molto. Diciamo che mi piace lavorare e mi impegno sempre molto in quello che faccio.
Puoi spiegare cosa significa per te essere quello che sei?
Non ho la presunzione di definirmi artista. Sono abbastanza umile e lascio giudicare agli altri il risultato del mio operato. Ad ogni modo, sono convinta che chi vive l’arte come la vivo io, è una persona molto complicata, spesso asociale, abbastanza autocritica e che pretende la perfezione in ogni cosa che fa. Raramente sono soddisfatta pienamente dei miei lavori, ma allo stesso tempo, per me, ognuno di essi è di un valore immenso, ci riverso l’anima in quei fogli. Cerco e spero di trasmettere emozioni e sentimenti (buoni o cattivi) che rare volte riesco a comunicare verbalmente.
Che rapporto c’è tra te, le matite e la carta?
Ho un rapporto di amore e odio verso le matite e la carta. Spesso mi ritrovo a passare un’ora a fissare il foglio bianco con la matita in mano, senza riuscire a disegnare nulla, o comunque, niente di interessante! Talvolta invece ho quasi la sensazione che sia la matita a guidare la mano e nel giro di poco tempo riesco a creare qualcosa di bello. Credo capiti un po’ a tutte le persone che disegnano o dipingono!
Come definiresti le tue opere?
Ognuno di noi sente il bisogno di esprimersi, di buttare fuori ciò che sente. Ogni mia opera è uno “sfogo”, un “urlo” e, proprio come un rebus, lo spettatore deve cercare di analizzarli e carpire il messaggio che voglio mandare. Dietro ai miei disegni si nasconde una parte di me.
Quali sono i tuoi Artisti preferiti?
Sono tanti gli artisti che ammiro, potrei citare anche il famosissimo René Magritte, i suoi dipinti surreali mi hanno sempre affascinata, quadri spesso dai colori brillanti ma che trasmettono quasi inquietudine, angoscia. Capolavori.
Disegnare, colorare, creare… Da quando tempo sei in attività?
Diciamo che sono sempre stata attiva, ho sempre disegnato, la quantità dei disegni dipende molto dal periodo.
Sei soddisfatta della risposta del pubblico alle tue opere?
Ritengo di dover crescere ancora molto artisticamente. Le reazioni delle persone, nei miei profili social, sono fonte di soddisfazione enorme e questo mi incoraggia tantissimo a non accantonare questa mia passione. E le critiche costruttive? ben vengano! Servono sempre a migliorare e a crescere come “artista”. Non ho mai fatto una mostra, ma mi piacerebbe!
Sei emozionata quando presenti le tue opere a tanta gente?
Emozionata si, abbastanza, anche se stare al centro dell’attenzione non sempre mi mette a mio agio.
Progetti futuri? Impegni ambiziosi?
Da piccola, alla classica domanda:”Cosa ti piacerebbe fare da grande?” Ho sempre risposto con “non lo so, mi piace fare tante cose” e tutt’ora, a 30 anni vi risponderei allo stesso identico modo. Spero di trovare la mia strada un giorno. Intanto continuerò a disegnare, poi chissà…
Vuoi ringraziare qualcuno?
Si, ringrazio intanto tutte le persone che hanno speso un po’ del loro tempo per leggere queste mie parole, tutte le persone a me care e a Luca che ha apprezzato le mie opere e mi hai dato l’opportunità di raccontarmi in questa intervista.
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Ottima intervista, brava!:)