Roberta Bruzzone? “Il suo curriculum è tutto falso”. La replica: “Vittima di stalking”
Roberta Bruzzone è ormai un volto e un nome noto. La si vede dappertutto. La 37enne che appare da un paio di mesi in tv è la criminologa che difende Miche Misseri. Qualche tempo fa, si fece un ritratto esaltando il suo curriculum (e la sua immagine di criminologa da fiction). Dall’Università di California, dove ha fatto “un periodo di training”, passando per la Duke University (North Carolina – USA), dove è stata ricercatrice.
Ha frequentato anche l’Università del Texas e di Philadelphia. Per non parlare, poi, dei suoi innumerevoli titoli (Presidente dell’Accademia Internazionale di Scienze Forensi, membro dell’ International Association of Crime Analysts e molti, molti altri). Insomma, una carriera di tutto rispetto, senza dimenticare che la bionda criminologa è anche autrice e conduttrice televisiva. Ma da qualche giorno circola un documento tra i giornalisti, e non solo, che “smonta” il suo curriculum: tutto falso. O meglio, una enorme parte delle sue esperienze non sarebbero mai state fatte. Tutto da verificare, certo, ma nello scritto ci sarebbero anche alcune testimonianze, smentite poi da Roberta Bruzzone nell’intervista ad Affari.
Alcuni esempi. Nel documento si legge che, contattata l’Università della California (Sede di San Francisco), la risposta è stata: “Non risulta che Roberta Bruzzone abbia frequentato masters o altri corsi di formazione presso la nostra Università”. La Vidocq Society Philadelphia (Prof. Bill Fleisher) dichiara: “La Signora Bruzzone non ha alcun tipo di connessione con la nostra Società scientifica”. E ancora, l’American Embassy in Rome: “Il Direttore della BSU di Quantico ha comunicato che non conoscono la Dottoressa Bruzzone e che non hanno mai avuto contatti per attività di ricerca con lei”.
Stessa risposta dal Vancouver Police Department: “La Signora Roberta Bruzzone non ha mai sviluppato progetti di ricerca con questo Dipartimento”. Il Bloodstain Evidence Institute (Dr. Herbert Leon MacDonell, invece, ammette che la Bruzzone abbia partecipato a un breve corso introduttivo di 5 giorni presso il nostro Istituto”, ma assicura che “non ha superato il pur facile esame finale”. L’istituto di criminologia, si legge nel documento, pare abbia già ricevuto segnalazioni sul “finto curriculum” della 37enne, decidendo di diffidala “dal pubblicizzare in Italia la sua esperienza in BPA e di essersi formata presso il nostro Istituto”.
Ma non è finita. Il rettore della Duke University assicura che “non risulta che Roberta Bruzzone si sia formata presso la nostra Università ne abbia svolto attività di ricerca con noi”. Infine la Texas State University, nella persona del Prof. Kim Rossmo conclude assicurando che “la Signora Roberta Bruzzone non ha contribuito in nessun modo allo sviluppo del software Rigel e non ha nessuna connessione con la Texas State University”. Insomma, Roberta, secondo il documento che circola tra i giornalisti, avrebbe falsificato e gonfiato le sue esperienze.
La criminologa che prima del caso Avetrana aveva fatto parte del processo a carico di Rosa Bazzi e Olindo Romano, dice un sacco di bugie, stando al documento. D’altra parte, nella pagina di Facebook a lei dedicata scrive: “Meglio avere a che fare con gli assassini che con i giornalisti”. E forse su questo ha ragione. Ma quando aggiunge, sempre sul social network, che “se sei bella ma non sei una escort vanno tutti in crisi in Italia, certo averlo saputo prima che per fare il mio lavoro bastavano occhi azzurri, capelli biondi e fisico ‘lussureggiante’ me li risparmiavo tutti gli studi fatti, le specializzazioni e i continui aggiornamenti in giro per il mondo”, allora sorgono i dubbi. Source: affaritaliani