Ovvero che tutti i problemi del mondo sono convogliabili verso un ristretto gruppo di persone che sono il male. Anche per le questioni più complesse, in cui le sfumature di grigio sono praticamente infinite, per i complottisti c’è sempre un punto di fuga che rende la verità individuabile e cristallina. E l’Italia è uno di quei paesi il cui humus è letteralmente perfetto per il proliferare del complottismo. Da commentatore seriale, ma tutto sommato civile, sono diventato una specie di terrorista dei social network, e ogni giorno scrivevo qualcosa con il semplice obiettivo di ingaggiare un dibattito. Generalmente il plot dei miei stati era sempre lo stesso: “anche stavolta di questo fatto politico, di questa notizia, o di questa situazione non avete capito un cazzo. Siete dei ritardati”.
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