Mi dicevo che avevo perso un sacco di tempo a frequentare dei codardi che anche messi di fronte alle cose più ovvie decidono di ignorarle per continuare a far finta di avere un’opinione propria. Avevo cominciato a vedere i miei amici di sinistra come dei radical chic di merda, fighetti a cui interessava solo mostrare di avere la mente aperta ma che si rifiutavano di prendere in considerazione verità più scomode. Per la prima volta, mi sembrava di capire realmente quello che mi succedeva attorno. E questo perché fondamentalmente tutto il tessuto retorico delle teorie del complotto si basa sulla semplificazione: nonostante la maggior parte delle controinformazioni venga presentata come “più difficile da digerire della realtà,” la verità è che perlopiù si tratta di concetti omogeneizzati che passano lo stesso messaggio.
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