Erano persone abbastanza simili fra loro: super informate sia sull’attualità che sui “risvolti” che si celavano dietro, e tutte affiliate a un certo retaggio di frustrazione e insofferenza verso gli altri. Nove su dieci erano maschi. Per un po’ di tempo ho pensato di avere la fortuna di conoscere qualcuno con cui condividere qualcosa che mi interessava veramente. Ma è stato proprio incontrando di persona alcuni di questi amici che mi sono reso conto di come la cerchia del complottismo abbia molto più a che fare con il bisogno di sfogare la rabbia che non con i massimi sistemi. E che a parte questo non avevamo niente in comune. Quasi tutti tendevano a sentirsi incompresi anche nella vita reale. Sono uscito da questa catena infinita di cospirazioni e illazioni a fatica.
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