La prima spedizione e l’aiuto di Telefo
Dopo la sortita di Odisseo, Nestore e Patroclo presso il re Licomede, Achille si convinse a prendere parte alla spedizione di Troia, mettendosi a capo di una flotta di cinquanta navi con a bordo un contingente di Mirmidoni,[15] accompagnato dall’amico Patroclo, dall’auriga Automedonte e dal precettore Fenice. Prima della partenza, su decisione dei capi, Achille assunse il comando supremo della flotta achea, sostenuto da Aiace Telamonio e da Fenice.[16] Nell’Iliade, l’esercito acheo giunse direttamente dalla città di Aulide a Troia: ma alcune successive leggende narrano di un primo tentativo di sbarco che fallì completamente. La prima volta in cui la flotta lasciò Aulide per attaccare Troia, vi fu un errore sulla direzione da prendere e, anziché giungere nella Troade, gli Achei approdarono molto più a sud, nella Misia. Pensando di essere nella Troade, decisero di saccheggiare il paese, il cui re era Telefo, figlio di Eracle. Altre versioni sostengono che essi deliberatamente mossero contro i Misi prima di attaccare Troia, per impedire che Priamo potesse richiedere il loro aiuto. Telefo fronteggiò gli invasori con il suo esercito, uccidendone molti tra cui Tersandro, figlio di Polinice, che aveva cercato di resistergli: Patroclo e Diomede riuscirono a strappare il suo cadavere ai nemici. Durante la lotta, Patroclo, colpito da una freccia scagliata dalle truppe nemiche, fu costretto a ritirarsi. Quando arrivò Achille, Telefo, spaventato, fuggì lungo le rive del fiume Caico:[17] durante la fuga rimase impigliato in un ceppo di vite e cadde, venendo ferito alla coscia da Achille con un colpo di lancia. Successivamente, resisi conto dell’errore, gli Achei si imbarcarono alla volta di Troia, ma non riuscirono a giungervi poiché una tempesta disperse la flotta. Achille, in particolare, si ritrovò a Sciro, presso la moglie e il figlio.[18] Durante gli otto anni trascorsi nella città, Achille ebbe modo di rivelare a Licomede il suo amore per Deidamia: il re concesse ai due di sposarsi, anche per riparare alla nascita di Neottolemo che Achille aveva tenuto nascosto durante tutta la sua permanenza a Sciro sotto abiti femminili. Secondo un’altra versione, riportata nell’Iliade,[19] dopo la tempesta che disperse l’intera flotta, Achille organizzò una spedizione contro la rocca di Sciro, insieme all’amico Patroclo, uccidendo il re Enieo e facendo numerosi schiavi. Otto anni dopo, gli Achei riunirono di nuovo l’esercito, radunandosi questa volta ad Argo, ma non sapevano come raggiungere la Troade. Telefo, la cui ferita non guariva e al quale Apollo aveva predetto che «colui che lo aveva ferito lo avrebbe guarito», giunse dalla Misia ad Argo, travestito da mendicante e si offrì agli Achei di indicare loro il cammino se Achille avesse acconsentito a guarirlo. Avvertito da Calcante che solo Telefo avrebbe potuto condurli a Troia, Achille acconsentì: mise un po’ della ruggine che si trovava sulla sua lancia sopra la ferita di Telefo, facendolo guarire. Come promesso, Telefo accompagnò gli Achei fino al loro sbarco nella Troade.
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