Lucifero e il Graal
Secondo la leggenda, il Graal era uno smeraldo staccatosi dalla fronte di Lucifero durante la sua abissale caduta, e che raccolto dagli angeli, fu scavato a forma di calice e riportato nel paradiso terrestre alla cacciata di Adamo ed Eva. Il loro figlio Seth, prefigurazione di Gesù, rientrò nell’Eden per quaranta giorni (oppure mesi o anni), recuperò l’oggetto prezioso, che sarà poi affidato ad Ermete Trismegisto, o, in una variante, ai Druidi. Nel cena-colo, il Graal si ri-trova mi-steriosamente fra le mani di Gesù che vi beve il vino dell’ultima cena. Il calice, ra-ccolto da Simone il lebbroso, viene consegnato a Pilato, che lo regala a Giuseppe d’Arimatea. Questi vi raccoglie il sangue di Gesù crocefisso, quando la lancia del centurione Longino ne trafigge il costato. In seguito, secondo la narrazione di Robert de Boron, quando sparì il corpo di Gesù, Giuseppe d’Arimatea viene accusato del furto e imprigionato. In carcere conserva la coppa, dove una colomba viene a deporre una magica focaccia che lo alimenta. Liberato, lui e Nicodemo, insieme alle Pie Donne, portano il calice sulla costa francese, e di qui ai confini con la Spagna, oppure in Inghilterra.