In seguito verrà assimilato al Graal il supporto su cui poggiava: la tavola dell’ultima cena, che diventerà l’altare della Chiesa col calice dell’eucaristia, nonché la Tavola Rotonda delle leggende arturiane. Lo smeraldo originario, poi raccolto da Parsifal, è la pietra sacra alla dea Venere, ma nelle varianti potrà diventare diaspro, o anche oro, specialmente l’oro verde degli alchimisti. La stella/pianeta Venere di per sé non ha cattiva fama in ambito cristiano, ma le sue analogie afroditiche originali, la colomba, la conchiglia, la stella mattutina e la vespertina, la stella del mare, e così via, sono state necessariamente assimilate dalla Vergine. Lo spirito santo, con la sua fiammella vestigiale, è femminile solo in certi apocrifi gnostici. In uno si dice persino che Maria è stata fecondata dall’arcangelo Michele. La pietra è anche lo stesso tesoro custodito dal drago che l’eroe deve uccidere per impossessarsene o, come variante famosa, per liberare la principessa prigioniera, ovvero la Santa Sapienza (la Pallade ispiratrice di eroi, la colomba dello spirito santo, il fuoco serpentino della Shakti, la “Donna che qui regge” negli Inferi danteschi). Questa entità trasforma la coscienza dell’eroe-iniziato, o su un piano più empirico, trasforma il piombo in oro, il corpo fisico in corpo di luce o glorioso. Lucifero cade sulla terra e scava l’imbuto dei gironi infernali; la terra fuoriuscita agli antipodi formerà la montagna del purgatorio con in cima il paradiso.