La ninfomania è un termine usato in passato nella storia della medicina, indicante l’aumento in misura morbosa dell’istinto sessuale nella donna. Il termine (dal greco antico νύμφη nýmphē: ninfa, sposa e μανία manía: mania) fu coniato nel 1771 dal medico francese J. D. T. de Bienville, che lo utilizzò per la prima volta nel suo studio La Nymphomanie, ou Traité de la fureur utérine (“La ninfomania, ovvero trattato sul furore uterino”)[1]. Fu considerata dapprima una perversione e, in tempi successivi, una patologia sessuale femminile caratterizzata da una compulsiva ricerca di partner e accompagnata da anorgasmia o frigidità. Nel 1992 l’Organizzazione mondiale della sanità non riconobbe più la ninfomania come una patologia e successivamente nel 1995 la American Psychiatric Association cancellò tale voce dalla IV edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-IV), riconducendo tuttavia il concetto, insieme all’equivalente maschile noto come satiriasi, entro la più vasta categoria dell’ipersessualità.
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