Amato le definì tante «piccole, inutili, cattiverie». Il ministro del Tesoro, Barucci, disse che furono costretti a «tagliare la gamba in cancrena prima della morte del paziente». E patrimoniale fu. «Alle 4 del mattino Giovanni Goria mi prese da parte e mi chiese se poteva studiare la misura forzosa», ha ricordato Amato, sempre al Corriere. La manovra dispensò al Paese una “cura da cavallo”: prelievo del 6 per mille sui conti correnti, patrimoniale, fine dell’equo-canone nei contratti di locazione, aumento dell’età pensionabile a 65 anni (gli assegni previdenziali furono anche sganciati dall’andamento dei salari e ancorati solo all’inflazione) e detassazione degli utili reinvestiti, più la vendita frettolosa dei gioielli di famiglia (leggasi: privatizzazioni).
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