La lira era zavorrata da alti tassi di interesse e da un cambio valutario forte: gli imprenditori non riuscivano a ottenere credito e perdevano terreno sull’export rispetto ai competitor stranieri. Chiedevano dunque una svalutazione. Impensabile, per governo e Bankitalia, con quel debito pubblico, anche se poi si rivelò la sola strada possibile. Ma, in quei mesi, per restare nei parametri comunitari, si optò per una manovra straordinaria da 30 mila miliardi di lire (sarà infine da 100 mila). Già, ma dove reperire i fondi? Le soluzioni risultano quantomai attuali: aumentare l’Iva, l’Irpef o il ticket, oppure tassare le partite Iva.
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