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Rampage

Movie review

Trama
Bill, un ragazzo 23enne, non vive una brutta vita, ma semplicemente capisce di avere pochissime possibilità aperte nel suo futuro. Cresciuto nell’ovatta dai suoi genitori che però non si interessano veramente a lui, non capisce che direzione prendere nella vita… Fino a quando un giorno decide di spaccare la solita quotidianità senza stimoli con un atto che faccia sentire al mondo le parole “Ehi! io sono qui!” e utilizzando internet per i rifornimenti (i soldi non gli mancano) si procura armi e un completo integrale di kevlar e si assicurerà che il mondo finalmente parlerà un po di lui, con il massacro che stà per compiere.

Commento
A volte perseverare premia. È questo il caso per Uwe Boll, regista di films mediocri e mal scritti (a parte “Stoic”, che ha una sua sinistra ed urticante ragione d’essere…), che qui, per la prima volta, riesce a realizzare un thriller discreto, con una storia coerente e addirittura interessante, girato con fredda precisione chirurgica, ispirato a quella serie di film-documentario stile “Elephant” o “Paranoid park”, in cui il protagonista viene seguito nella sua escalation di violenza da un occhio esterno distaccato (spesso una camera a mano), che qui  si avvicina ai personaggi solo per completare il gioco macabro e sinistro del suo orchestratore, con pezzi di “confessione e intervista” che fino in ultimo destabilizzano e pongono interrogativi. Interessante, dico, perché il piano perfido del protagonista, nel quale veniamo coinvolti, ci sembra da principio mille altre cose, e Boll gioca su questa “illusione di significato” con intelligenza: il massacro compiuto dal personaggio di Fletcher (bravo ed inquietante), un massacro verosimile, fin troppo reale considerate le numerose notizie di cronaca nera o terrorismo similari, è qualcosa del quale chiunque, trovandosi davanti a notizie tanto atroci, si domanda il perché. E qui Boll, assieme al protagonista, ci gioca un brutto tiro, e ci propina tutte le possibili motivazioni del caso: follia personale e frustrazione (il ragazzo strano e solo che abita coi genitori), razzismo estremista(i discorsi a proposito dell’eccesso di sovrappopolazione, e delle vite che sarebbero “sacrificabili” per il bene di coloro che sono, teoricamente, più evoluti e civili), motivazione politica e terroristica (gli slogan che il protagonista ripete sulla distruzione del mondo, o la malvagità dei soldi)… Il fanatico armato fino ai denti che spara a vista su chiunque si trovi intorno, quello di cui sentiamo parlare nei giornali, quello di cui abbia il terrore, e di cui ci chiediamo un perché (soprattutto al fine di dormire ancora)… Per il quale vagheggiamo motivazioni coerenti e logiche, per quanto spaventose, alla fine sembra dire Boll potrebbe avere avuto una motivazione molto più semplice, banale… E proprio per questo molto più atroce e disumana di quelle che potremmo mai immaginare. Una motivazione gretta e calcolata, cammuffata sotto a slogan, ideali fanatici, o semplicistiche ipotesi di follia. Cast discreto, dove spicca tuttavia Brendan Fletcher, davvero bravo ed inquietante. Impietoso, ben scritto, montato con perizia, e calibrato fino alla fine. Caso fortunato, o Uwe Boll sta diventando finalmente un regista?! Azione – Durata 85′ – Canada, Germania

Participant

Written by Caspita

Socia orgogliosa di Dracia.com dal 2014

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