Parla di uno scritto del Duce che ricordava la tristezza di quei giorni a Campo Imperatore: «Tristezza mitigata – dice – dal conforto di una gentile signora Vespa». Ieri il conduttore ha perso la pazienza: «Immaginavo che una risposta seria non sarebbe stata necessaria ma mi vedo costretto a scriverla». Vespa ricorda che la madre non ha mai lavorato nell’albergo dove fu portato il Duce e che i suoi genitori si sposarono il 24 luglio 1943, il giorno prima della caduta del fascismo: «Lascio all’intelligenza del lettore (in assenza di quella dei colleghi) valutare la verosimiglianza di una deportazione di mia madre a Campo imperatore con il velo addosso». Imbarazzato, lo storico Guerri fa marcia indietro: «Nell’opera omnia di Mussolini il nome della signora Vespa non appare. La leggenda nacque in un convegno ma non è mai stata verificata». La prova provata che di leggenda si tratta è però il fratello di Vespa, Stefano. Identico a Bruno, persino nella voce. Ma nato nel 1956, dodici anni dopo di lui. Sarebbe servita una reincarnazione.