Bimbi maltrattati e abusati Condannate tre Carmelitane.
Molestie sessuali, docce gelate, letti senza coperte per non farle sporcare di pipì sono solo alcune delle torture inflitte ai piccoli ospiti delle case famiglia «Amicizia» e «Aurora» gestite dalle suore, a cui sono state inflitte pene da uno a cinque anni.Bambini costretti a mangiare il loro vomito, a dormire senza coperte, a fare docce gelate. È il clima di terrore imposto per mesi tra le mura delle case famiglia «Amicizia» e «Aurora» riservate ai minorenni a Rocca di Papa da tre suore Carmelitane, condannate per maltrattamenti. Una di loro, Amparo Pena Guardaro, è stata anche ritenuta responsabile di aver intrattenuto rapporti intimi con uno dei ragazzi ospitati nella struttura e per questo è l’imputata per cui il tribunale ha pronunciato la sentenza più severa: cinque anni e due mesi di reclusione con l’accusa di violenza sessuale cui i giudici hanno anche aggiunto il divieto di lavorare per sempre con altri bambini.
Le suore sudamericane
Per le altre due suore il verdetto è stato circoscritto ai reati inerenti al regime di paura instaurato all’interno della struttura: Virginia Pena Guardado – gemella di Amparo – è stata condannata a due anni, mentre nei confronti di Lorena Mely Sorto Hendriquez è stata pronunciata una sentenza di colpevolezza a un anno di reclusione. Entrambe le sorelle godranno della sospensione della pena. Tutte le imputate sono di origine sudamericana. Il dramma vissuto tra le mura della casa famiglia in via Locatelli è emerso tre anni fa, quando alcuni genitori si accorsero che i figli avevano lividi, graffi, punti di sutura e soprattutto uno di loro si era rotto entrambi i polsi.
I bimbi puniti
Davanti alle pressanti domande delle mamme e dei papà su cosa fosse successo, i bambini confessarono di subire vessazioni continue dalle responsabili della struttura. Drammi che si sono ripetuti anno dopo anno a partire dal 2007 fino al 2011, come sostenuto dai giudici di Velletri. L’incubo dei ragazzi cominciava la mattina presto, quando le suore li obbligavano a riordinare le stanze ma soprattutto a fare le docce con acqua fredda per consumare meno energia possibile. Una sofferenza estrema se si considera che nelle notti invernali dormivano senza coperte, protetti solo dalle lenzuola e il pigiama. A motivare le angherie, la decisione delle suore di punire i bambini perché si facevano la pipì addosso e le imputate non avevano alcuna intenzione di pulire la biancheria sporca.