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Facebook compra 450 milioni di rubriche di telefonini: Il caso WhatsApp

Poco fa è esplosa a sorpresa la notizia che Facebook ha acquistato WhatsApp per un totale di 19 miliardi di dollari (di cui 4 in contanti e il resto in azioni).
Così ora Facebook possiede Instagram e anche WhatsApp, due dei suoi principali concorrenti in termini di popolarità (specialmente fra i giovanissimi), e incamera nei propri immensi sistemi di schedatura e profilazione commerciale i dati di 450 milioni di persone. L’impero si espande, i rivali vengono assimilati e l’Internet libera soffoca.
Che senso ha pagare cifre miliardarie per un’app praticamente gratuita (a parte un dollaro l’anno, cifra praticamente simbolica)? Semplice: WhatsApp, con il suo vertiginoso tasso di crescita, rischiava di superare Facebook. Già lo faceva in un campo vitale come le foto: ne gestiva 550 milioni al giorno, contro i 350 milioni di Facebook e i 55 milioni di Instagram. Per cui meglio comprarsi il possibile concorrente intanto che è ancora fagocitabile insieme ai suoi soli 32 tecnici (su un totale di una cinquantina di dipendenti, contro i circa 6300 dipendenti di Facebook).
Oltretutto WhatsApp ha un database immenso di numeri di telefonino e di legami fra questi numeri che complementa perfettamente quello di Facebook, che contiene tutte le altre informazioni personali. Non sembra difficile fondere i due database e completare la profilazione. WhatsApp è per Facebook l’anello mancante verso il mondo della telefonia mobile.
Sto pensando a tutti quelli che erano riluttanti a dare il proprio numero di telefonino a Facebook (per esempio per l’autenticazione a due fattori che ridurrebbe drasticamente i furti di account) perché temevano che ne abusasse, e così avevano scelto di usare WhatsApp. Che ovviamente, quando lo si installa, chiede di leggersi tutta la rubrica dei contatti memorizzati nel telefonino e la trasmette periodicamente (Report of Findings – Investigation into the personal information handling practices of WhatsApp Inc., paragrafo 25) ai server di WhatsApp (altrimenti, dice lui, non può funzionare; eppure dare all’utente un’opzione di quali contatti uploadare non mi sembra impraticabile). Ora che WhatsApp è di Facebook, che fine faranno quelle rubriche? Felice risveglio.[sc:BR]
WhatsApp, due o tre cose da sapere
Scossi dalla vendita a sorpresa di WhatsApp a Facebook? Incerti su cosa fare per difendere la vostra privacy? Ecco qualche qualche dato per orientarvi nella scelta.
WhatsApp legge periodicamente (non solo all’installazione) la rubrica telefonica dell’utente, ne estrae tutti i numeri e li invia ai propri computer usando una connessione cifrata. Le altre informazioni presenti nella rubrica (per esempio nomi, indirizzi di mail e indirizzi postali) non vengono inviate a WhatsApp. La società memorizza in forma cifrata sui propri sistemi informatici sia i numeri di telefonino delle persone iscritte a WhatsApp, sia quelli di chi non usa il servizio ma ha il proprio numero memorizzato in una rubrica di un utente WhatsApp (dalle condizioni di contratto e dalle FAQ di WhatsApp).
Se usate un iPhone con WhatsApp, potete bloccare l’accesso dell’app alla vostra rubrica andando in Impostazioni – Privacy – Contatti e disattivando il selettore di WhatsApp. Questo, tuttavia, limiterà molto quello che potete fare con WhatsApp (dalle FAQ di WhatsApp).
Per poter leggere i messaggi di stato di un utente WhatsApp, che sono in sostanza pubblici, è sufficiente avere in rubrica il suo numero di telefonino. “Se non volete che il mondo intero sappia o veda qualcosa, non inviatela come messaggio di stato” (dalle condizioni di contratto). È comunque possibile bloccare un utente indesiderato (Android; BlackBerry; iPhone; Nokia; Windows Phone; BlackBerry 10), che non verrà avvisato del blocco ma potrebbe comunque dedurlo (FAQ di WhatsApp).
L’uso di WhatsApp è vietato ai minori di 16 anni (dalle condizioni di contratto), a differenza di Facebook, che vieta i minori di 13 anni.
Quando mandate un messaggio tramite WhatsApp, la società ne registra la data, l’ora e i numeri di telefonino del mittente e del destinatario. Il contenuto di un messaggio non viene archiviato da WhatsApp, a meno che il destinatario non sia in grado di riceverlo: in questo caso resta sui server di WhatsApp fino a 30 giorni. Ciononostante, WhatsApp si riserva l’opzione di archiviare qualunque informazione che la legge californiana gli imponga di conservare.
WhatsApp ha avuto molti problemi di sicurezza e intercettabilità nel recente passato e non è chiaro se siano stati tutti risolti. In particolare, è stato a lungo possibile assumere l’identità di un altro utente e leggere il traffico di messaggi, specialmente se gli utenti spiati usano reti WiFi. Visto l’approccio piuttosto disinvolto alla sicurezza da parte dei responsabili di WhatsApp, non è prudente utilizzare il servizio per informazioni private o sensibili.
“Qualora WhatsApp venga acquisita o si fonda con un’entità terza, ci riserviamo il diritto di trasferire o assegnare le informazioni che abbiamo raccolto dai nostri utenti” (dalle condizioni di contratto).
“Abbiamo fatto ai nostri utenti una promessa così importante – niente pubblicità, niente trovate, niente giochini – che avere qualcuno che ci compra sembra terribilmente contrario all’etica. Va contro la mia integrità personale.” – Brian Acton, cofondatore di WhatsApp insieme a Jan Koum, citato da Wired UK prima di vendere WhatsApp a Facebook. Source: attivissimo

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Written by Laura Rossi

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  1. Daily Mail: “Facebook sta per chiudere Whatsapp”
    Clamorosa indiscrezione del tabloid britannico: staccare la spina all’app pagata 19 miliardi di dollari per obbligare gli utenti a usare Messenger.
    Come obbligare gli utenti di Whatsapp a usare il servizio di messaggistica di Facebook, Messenger? Chiudendo l’applicazione acquistata a febbraio per la cifra record di 19 miliardi di dollari. Ha del clamoroso l‘indiscrezione del Daily Mail secondo cui il colosso di Menlo Park si appresterebbe a staccare la spina alla più famosa e utilizzata applicazione per lo scambio di messaggi. Non è un segreto che il social network creato da Mark Zuckerberg puntasse a separare a breve il servizio chat dal resto della piattaforma, ma nessuno avrebbe immaginato un epilogo del genere. La società non ha ancora reso noto la data dello switch; sono però sotto gli occhi di tutti i black out prima di Whatsapp e poi di Instagram che non hanno risparmiato nuove critiche allo stesso Facebook. Source: agr

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