Che figuraccia per il Movimento 5 Stelle: una proposta di legge che doveva difendere il made in Italy si è ritorta contro i deputati che l’hanno presentata e che hanno preso come esempio di cibo contraffatto la pasta prodotta con grano saraceno.
Scrivono i pentastellati, tra cui Gallinella, L’Abbate, Sarti e Bonafede: “Negli ultimi anni, il fenomeno della contraffazione agroalimentare – in cui sono falsificate l’indicazione geografica e la denominazione di origine dei prodotti immessi in commercio – è esploso in maniera significativa e spesso incontrollabile, danneggiando sia i produttori, che si trovano a operare in un mercato, di fatto, sleale, sia i consumatori, che si illudono di consumare prodotti “made in Italy” ignorando l’effettivo contenuto e la reale provenienza di tali prodotti. Un esempio per tutti: la pasta venduta in Italia è prodotta per un terzo con grano saraceno“.
Peccato che il grano saraceno sia coltivato anche in Italia e che anzi sia alla base di uno dei piatti tipici della Valtellina: i pizzoccheri.
La proposta è stata depositata a luglio 2013 e finisce nel dimenticatoio, ma è stata ritirata fuori nei giorni scorsi dal blog Duro di Sicilia. “Maledetti saraceni hanno infestato le coste siciliane con razzie e saccheggi per secoli ed oggi continuano esportando il loro perfido grano!”, ironizzano sul portale che tratta di tematiche agricole, facendo notare che il grano saraceno è in realtà un prodotto di nicchia e spesso considerato persino pregiato viste la produzione su scala ridotta e biologica. Altro che contraffazione, insomma.
A chi gli faceva notare l’errore, però, i grillini hanno parlato prima di un refuso. In una discussione su Facebook, il primo firmatario Luigi Gallinella spiega che al posto di “saraceno” voleva scrivere “straniero”. “Adesso faccio cambiare il testo”, assicura, precisando di aver preso il dato dalla relazione di una commissione d’inchiesta del 2011 su contraffazione e pirateria digitale. In effetti a pagina 90 di questa relazione appare il famigerato grano saraceno: “La maggior parte dei prosciutti – due su tre – venduti in Italia sono prodotti con cosce di animali di importazione, ad esclusione di quelli a denominazione di origine; metà delle nostre mozzarelle e dei nostri formaggi, non a denominazione di origine, non sono prodotti sul territorio nazionale ed un terzo della nostra pasta, venduta in Italia, è fatta con grano saraceno”, si legge nel resoconto stilato dal leghista Giovanni Fava e dal democratico Luca Sani. Insomma, già qualcun altro aveva bollato come “straniero” il grano saraceno. E più che un refuso sembra che il M5S sia incappato in un copia-incolla non verificato. Source: ilgiornale
Bravo, bravo. Te lo scrivo due volte perché non lo conoscevo. Ancora una volta fanno vedere quanto questo movimento vale… Grave, mi ricorda questo click!
Al prossimo giro per tutelare il Made in Italy proporranno l’abolizione dell’Amaro Montenegro!
Secondo me dovrebbero rispettare il “tutti a casa” e che se ne vadano a proporre queste panzanate a casa loro. Sempre se non è “tutto in rete” anche i metri quadri…