Sorpresa: Grillo è titolare e gestore del suo blog. Lo Statuto del M5S lo inchioda
Il comico sarebbe il titolare effettivo del blog, contrariamente a quanto affermato dalla memoria difensiva dei suoi avvocati. Il PD chiede un milione di risarcimento.
“Giuseppe Grillo, in qualità di titolare effettivo del blog raggiungibile all’indirizzo beppegrillo.it mette a disposizione la pagina del blog”. Sarebbe questo passaggio dello Statuto del Movimento 5 Stelle, insieme al successivo “..spettano quindi al signor Beppe Grillo titolarità e gestione della pagina del blog” a stabilire la connessione diretta fra i contenuti pubblicati nel sito e il leader pentastellato. Un bel guaio per Grillo, cui il tesoriere del PD Bonifazi chiede un maxirisarcimento danni di un milione di euro per un post senza firma pubblicato nel 2016 sul caso Tempa Rossa, che era costato le dimissioni al ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi. Perchè nella memoria difensiva firmata dagli avvocati Enrico Grillo, Guido Torre e Michele Camboni, sta scritto esattamente il contrario: “Grillo non è responsabile, quindi non è autore, nè gestore, nè moderatore, nè direttore, nè provider, nè titolare del dominio, del blog, nè degli account Twitter e Facebook, non ha alcun potere di direzione e di controllo su tutto ciò che viene postato”. Ironia della sorte, Enrico Grillo è il nipote del comico genovese ed uno degli estensori dello Statuto di cui il M5S si è dovuto obbligatoriamente dotare, nel 2012, per non correre il rischio di non potersi presentare alle elezioni politiche. La linea difensiva del comico genovese è sempre stata, fino ad oggi, quella della assoluta separazione fra la persona di Grillo ed i vari canali social a suo nome. Ed ancora ieri, Grillo era intervenuto a ribadire: “Il Blog beppegrillo.it è una comunità online di lettori, scrittori e attivisti a cui io ho dato vita e che ospita sia i miei interventi sia quelli di altre persone che gratuitamente offrono contributi per il blog. I post di cui io sono direttamente responsabile sono quelli, come questo, che riportano la mia firma in calce”. “Nessuno scandalo – aveva aggiunto- nessuna novità. Se non il rosicamento del Pd per aver per il momento perso la causa. Nessuna diffamazione. Nessun insulto. Semplice informazione libera in rete. Maalox?”.
Bonifazi: “Grillo vigliacco e bugiardo”
Era stato Francesco Bonifazi a rendere noti gli stralci della memoria difensiva di Grillo, andando all’attacco dalle pagine dell’Unità: “Scrive insulti e poi finge di non sapere chi è stato? Una sola parola: vergognati, caro Beppe Grillo. La tua difesa è ridicola, se vuoi parlare a milioni di persone abbine rispetto e assumiti la responsabilità delle cose che dici e scrivi di fronte a loro e di fronte alla legge. Noi andremo fino in fondo”.
I passaggi incriminati
“La Guidi chiese l’avallo della Boschi che per blindarlo e assicurarsi che tutto andasse come doveva inserì l’emendamento incriminato nel testo del maxiemendamento su cui poi, con il consenso del Bomba, pose la questione di fiducia”, si legge nel post non firmato pubblicato nel marzo 2016 dal blog di Beppe Grillo. Ma il passaggio che scatena la denuncia è questo: “Un meccanismo perfetto ai danni dei cittadini. Tutti collusi. Tutti complici. Con le mani sporche di petrolio e denaro. Ora si capisce perché il Pd ed il governo incitano illegalmente all’astensione sul referendum delle trivelle”. Ora il tribunale dovrà decidere sulle pretese di risarcimento del PD, tenuto conto che colui che ha registrato il dominio nel 2001 e che ne è tuttora detentore si chiama Emanuele Bottaro, finito in realtà già negli scorsi anni a processo per questioni relative al sito. Il gestore, ovviamente, si può ricondurre alla Casaleggio associati, mentre nel blog Grillo figura come titolare della privacy. Via: tiscali