Altro che amici a quattro zampe. Per alcuni a prevalere sono le cosce, e la consapevolezza di ciò che si sta mangiando non è una mera ipotesi, ma la chiara realtà.
Non stiamo parlando del continente asiatico o dell’Europa del dopoguerra, ma dell’Italia del 2011. La denuncia arriva dall’Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente), che presenta gli ultimi dati a disposizione.
“Sono 6.000 i gatti uccisi nel 2011 per essere mangiati, e non solo per effetto della crisi“, è il grido d’allarme lanciato dall’associazione, secondo la quale, infatti, a farla da padrona è la tradizione culinaria di alcune specifiche aree del nord Italia: “Si mangiano soprattutto in Emilia Romagna, nell’est della Lombardia e nell’ovest del Veneto“.
Nonostante la legge preveda fino a due anni di carcere, risulta alquanto arduo riuscire a dimostrare l’accaduto. Pertanto è fondamentale, ancora una volta, mettere al centro un’educazione volta al rispetto degli animali in quanto esseri viventi portatori di specifici diritti. Source: intelligonews