Dall’Argentina arriva una notizia shock: un uomo di origine tedesca di nome Herman Guntherberg, che ha la bellezza di 128 anni e vive nella città di Salta, a nord-ovest del Paese sudamericano, ha annunciato al mondo di essere nientemeno che Adolf Hitler, il dittatore nazista. Intervistato dal giornale El Patriota, ha raccontato di essersi nascosto per anni e di aver potuto rifugiarsi in Argentina nel 1945, grazie ad un passaporto falso procuratogli dalla Gestapo poco prima che finisse la Seconda Guerra Mondiale. Avrebbe deciso di svelarsi solo dopo che i servizi segreti israeliani, il Mossad, hanno annunciato lo scorso anno di voler abbandonare la caccia ai criminali del Terzo Reich, ritenendoli ormai tutti morti. L’uomo ha detto di essere accusato di “molti crimini” dei quali si dichiara innocente, perciò di aver passato tutto quel tempo a nascondersi, ma avrebbe in serbo un’autobiografia in cui racconterà la sua verità. “Sono stato descritto come un cattivo solo perché abbiamo perso la guerra – ha sostenuto –. Quando la gente leggerà il mio lato della storia, cambierà il modo in cui mi percepisce”. Naturalmente nessuno crede alla sconvolgente rivelazione di questo ultracentenario, neppure sua moglie Angela Martinez, di nazionalità argentina. La donna ha anzi affermato che il marito ha iniziato a parlare di Hitler solamente due anni fa, quando gli è stato diagnosticato l’Alzheimer. Lei, però, è convinta che Herman sia stato un nazista in quegli anni bui – non sarebbe certo il primo ad essersi rifugiato in Argentina – e ora che non è più in sè, i suoi ricordi sono confusi. La storia dice che Hitler si è suicidato con Eva Braun nel suo bunker a Berlino il 30 aprile 1945, assumendo del cianuro e poi sparandosi un colpo di rivoltella alla tempia – la moglie “solo” avvelenandosi” -, come gli aveva suggerito 8 giorni prima il suo medico personale, il Dottor Werner Hasse. Prima di morire, però, il Führer sentiva di dover compiere l’ultima crudeltà: eliminare quanti delle SS lo avevano tradito. Il 29 aprile seppe che Mussolini, con Claretta Petacci, erano stati uccisi dai partigiani e ciò lo rese più determinato al suicidio. Quest’ultimo ebbe alcuni testimoni oculari, che riferirono quanti avvenne, poi, secondo le ultime volontà di Hitler, il suo cadavere e quello di Eva Braun sarebbero stati bruciati e gettati un cratere causato da una bomba. A non credere alla morte del dittatore nazista, fu Stalin, il quale ordinò che gli fossero portate delle prove: esse furono trovate e poi nascoste per sempre, perciò i dubbi a riguardo rimangono, coinvolgendo persino l’FBI.