Come da titolo, è un argomento molto delicato, che tende ad avere un grande risalto anche mediatico.
Nonostante vari tentennamenti dovuti a cause diverse, io ammetto di essere contraria, sempre e comunque.
E le mie motivazioni sono diverse.
Credo che sia possibile il recupero del detenuto e il suo reinserimento nella società (ovviamente dopo una rieducazione che sia degna di questo nome, perché solo il carcere aumenta la rabbia dello stesso), ritengo razionalmente che lo stato non possa legalizzare un omicidio (anche se il desiderio di vendetta per un crimine terribile lo capisco) e che anche un assassino conservi i suoi diritti.
Chiunque è a favore della pena di morte mi potrebbe dire che simili considerazioni perdono di importanza dinanzi a persone che si macchiano di crimini atroci. (un esempio, il caso di quell’austriaco che ha abusato della figlia avendone sette figli e altro che psicoterapia)
Può anche essere, ma io porrei la questione in un altro modo: checché ne dicano molti, noi non abbiamo la possibilità di stabilire con certezza se una persona è colpevole di un determinato crimine o no (i test del DNA possono essere falsificati, ci sono giudici che possono volerti in carcere per convinzioni personali, le prove possono essere falsificate) e, se una persona è condannata a morte e, dopo la suddetta condanna capitale, si scopre che è innocente come facciamo? La resuscitiamo con dei riti di negromanzia?
La richiamiamo alla vita con il Rinne Tensei di Naruto?
Chiediamo aiuto al Dragon King Onaga di Mortal Kombat?
Come si è capito, queste considerazioni sono molto sarcastiche e fanno capire qual è la mia posizione a riguardo.
E voi, cosa ne pensate?
Discussione decisamente interessante, brava Zahira.
Anche io sono contraria alla pena di morte. Sono favorevole ai lavori forzati. In quanto, penso che sia il metodo migliore per chi danneggia la vita degli altri. Aggiungo che far fare lavori pesanti e umili possa aiutare a comprendere anche a chi non ha capito l’errore che ha commesso. Ho forte dubbi sul re-inserimento in società di chi commette errori gravi. Per me chi commette una gravità, a danni della società, una volta, ha più facilità di commetterla più volte…
Contrario anch’io.
E’ stato anche dimostrato che in diversi paesi il numero di reati un tempo puniti con la pena di morte è diminuito da quando è stata abolita.
D’altronde Beccaria lo scrisse già proprio 250 anni fa: è molto più efficace intervenire a livello preventivo e dissuasorio, assicurando una certezza e una sicurezza della pena che si deve prolungare nel tempo, piuttosto che imporre la pena di morte e legittimare la tortura.
Non so se si possano definire “lavori forzati”, ma personalmente sono favorevole a quanto avviene in Germania, dove i detenuti in carcere lavorano: in questo modo pesano meno sulle tasche dello stato, imparano un lavoro, si possono pagare gli extra (sigarette e simili), mettono da parte qualcosa per quando usciranno (mi pare siano obbligati a farlo in modo tale da diminuire le probabilità di buttarsi immediatamente nella criminalità appena fuori) e sicuramente incide positivamente sul detuenuto anche dal punto di vista psicologico.