Il giudice potrebbe decidere di metterlo in prigione.
Distribuire film e telefilm senza possedere i relativi diritti costituisce una violazione del diritto d’autore: questo lo sanno tutti. Anche distribuire sottotitoli amatoriali, magari per opere che non sono state doppiate, è un’attività invisa ai signori del copyright, e non da oggi: sono anni che i titoli di fansub ricevono le attenzioni indesiderate della major, e spesso vengono fatti chiudere. Tra i siti presi di mira c’è anche Undertexter, sito svedese che nel 2013 dovette subire un raid della polizia: i server vennero sequestrati e ogni attività cessò. Ora, a tre anni da quegli eventi, il fondatore – Eugen Archy – deve affrontare l’accusa di aver distribuito sottotitoli che violano il copyright. Il caso si presenta in modo particolare in quanto le motivazioni addotte per sostenere l’accusa non sono le solite: generalmente, il problema sta nel fatto che le traduzioni dei sottotitoli, anche se amatoriali, violerebbero il diritto d’autore di chi ha steso il testo originale. In questo caso, invece, il punto nodale è spostato. L’accusa sostiene infatti che, per scrivere sottotitoli per film che non sono mai stati tradotti in svedese, Archy deve aver avuto accesso agli originali in regioni in cui le pellicole sono state distribuite oppure, più probabilmente, si è procurato il materiale frequentando i circuiti pirata. Inoltre, dato che la maggior parte del traffico diretto verso Undertexter proviene dalla Svezia, Paese in cui i film per i quali sono offerti i sottotitoli non sono distribuiti, è chiaro – per l’accusa – che i sottotitoli offerti sono stati sincronizzati per funzionare con delle copie pirata. «Questo particolare caso, con sottotitoli pirata per film pirata, non è mai stato portato in tribunale prima d’ora» spiega il procuratore Henrik Rasmusson. «Ma stiamo parlando di un mercato talmente ampio che la pena non si limita alle multe, ma contempla anche la prigione. Potrebbe esserci una sospensione della pena». «Il punto principale» – aggiunge Sanna Wolk, professore dell’Università di Uppsala ed esperto in diritto civile – «è se il testo rappresenti un lavoro indipendente oppure sia una semplice traduzione. Se si segue lo script, allora si viola il diritto d’autore se la distribuzione avviene senza permesso, ma se si tratta di un’autopubblicazione allora la violazione non c’è». «È difficile» – conclude Wolk – «capire dove si debba tracciare la linea di divisione tra ciò che è lecito e ciò che non lo è. Per dare un giudizio i sottotitoli devono essere considerati separatamente». Il processo, che è in procinto di aprirsi, servirà a stabilire una nuova giurisprudenza sulla questione.