Quanto sto per dire non è una accusa a quelle femministe che, ogni giorno, lottano per la difesa dei diritti delle donne e per l’eradicazione del maschilismo, sia maschile sia femminile, ma a quelle che, in nome di un femminismo che tale non è, urlano alla «violenza contro le donne», senza informarsi e senza comprendere bene di che cosa si stia parlando. Queste donne, con la loro isteria, ridicolizzano le battaglie delle femministe consapevoli e permettono che esse siano ridotte ad un branco di idiote che starnazzano come oche per ogni idiozia. Due esempi di questo atteggiamento demenziale vi sono nella cultura fumettistica: la copertina celebrativa dei settantacinque anni della comparsa del Joker, nella quale il criminale tortura un’impaurita Barbara Gordon, e la locandina del film X Men: Apocalysse, in cui il mutante strangola Mystica. In entrambi i casi, sedicenti femministe hanno strillato come le oche al Campidoglio, perché, a loro dire, «inneggiavano alla violenza sulle donne». Bene, questo è il modo migliore per strumentalizzare un problema serio, che trova le sue radici in un maschilismo a cui, con molto entusiamo, contribuiamo tutti, sia uomini che donne. Ma non è il caso che affronti qui questa questione. Ora, partiamo da un presupposto; siamo in un universo in cui le donne combattono. E anche bene. Abbiamo personaggi come Ororo, Rogue, Jean Grey, Wonder Woman, Hawk girl. E, probabilmente, ne ho esclusa qualcuna. In questi universi, una supereroina sa bene che corre dei rischi, anche seri, pari a quelli degli eroi maschi. Mi spiegate in base a che principio i supercriminali dovrebbero avere riguardi verso una supereroina, anche se magari questa ha intenti aggressivi? E la domanda si pone a parti invertite: perché un supereroe dovrebbe avere pietà di una supercriminale, anche se questa ha evidenti manie di conquista del mondo? Signori, le donne sono creature fragili e indifese, che non possono correre un rischio un minimo più elevato, altrimenti si spezzano un’unghia? Per piacere, così si offende il lavoro delle poliziotte, delle guardie giurate e delle soldatesse, perché si sta dicendo loro che non devono correre rischi. E si butta fango sul lavoro delle dottoresse e delle infermiere di guerra, che, a proprio rischio e pericolo, assieme ai loro colleghi, prestano le cure ai malati. Care sedicenti femministe, così avete fatto il gioco del maschilismo, perché volete le donne protette, come eterne minorenni (santa donna Anna Kuliscioff), perché le ritenete incapaci di assumersi i rischi di determinate professioni. E questo è avvilente. Inoltre, questo nasconde un atteggiamento inquietante: l’uomo deve correre pericoli e custodire la donna, come fosse una bambolina di cristallo. E perché, se la donna ha cervello pari all’uomo, solo l’uomo deve sopportare il peso di mestieri pesanti e faticosi? Un primo, grande passo verso la parità dei diritti sarà riconoscere la gravità dei reati di violenza in qualsiasi caso, siano essi compiuti verso donne, uomini, intersessuali ed eventuali. E questo strepito isterico su tali copertine nasconde un atteggiamento pericoloso: per il maschio la violenza è di default, mentre la donna non può subire niente. Il Joker, nella sua follia, è alieno a differenze di genere, infatti ha torturato sia Barbara Gordon sia Jason Todd, uno dei Robin. La morte di questo ragazzo è stata terrificante, perché il Joker lo picchia, lo rinchiude in una capanna colma di esplosivo assieme alla madre e, nonostante questo cerchi di proteggere la donna, non riesce ad ottenere niente e muore davanti a Batman. Ora, io mi sono informata su Wikipedia e tramite amici e confesso che la tragicità di questa storia mi ha fatto sbarrare gli occhi. Se io ho questa reazione, non oso immaginare quella di un lettore abituale del fumetto (io di Batman conosco solo la serie animata anni 90, dove il Joker era un pagliaccio fumato). Questa storia non mostra il sadismo del Joker? A me pare di sì. La bagarre sorta attorno alla copertina di Albuquerque (non mi piace come stile, ma è un mio gusto personale. Nulla da dire sul tema) mostra una mentalità aberrante: se è l’uomo a subire violenza va bene, anzi mostra quasi la sua virilità, se la donna la subisce chiamate l’esorcista! Ma, in una ottica coerentemente contro la violenza, questa dovrebbe essere eliminata in maniera radicale e non dovrebbe riguardare nessuno, indipendentemente dal sesso. Altrimenti, di cosa stiamo parlando?
Clap clap clap, uno dei tuoi migliori articoli, senza dubbio. Brava e continua così;)