in ,

Tavola Ouija

La tavola ouija (spesso pronunciata Ui ia o chiamata scatola weegee in inglese) è un piccolo strumento usato per le comunicazioni medianiche, ideato nella metà del XX secolo[1].

Descrizione e funzionamento
L’apparecchio è costituito da una superficie piatta, generalmente in legno lucido o in plastica, sulla quale sono disegnate tutte le lettere dell’alfabeto, i numeri dallo 0 al 9, spesso un “sì” e un “no” e altri simboli, il cui utilizzo è abbinato a un indicatore mobile. Esistono in commercio tabelloni, di forme svariate, già pronti per l’uso. Il tipo più comune è quello con le lettere collocate in senso circolare, ma ve ne sono anche con disposizioni orizzontali o semicircolari[2]. Si tratta di uno strumento utilizzato per le sedute spiritiche. Lo scopo di tale tavoletta è quello di interagire con gli spiriti: gli utilizzatori pongono delle domande a imprecisate entità (anime dei defunti, demoni ecc..), che, attraverso un medium, farebbero sì che l’indicatore si muova sulla tavola ouija e componga, utilizzando le lettere e le cifre disegnate sul supporto, la risposta[1]. I partecipanti, seduti attorno a un tavolo, evocano l’entità con cui desiderano comunicare e poi posano leggermente l’indice della mano destra sull’indicatore. In seguito lo strumento inizia a muoversi prima lentamente e poi con maggiore decisione e celerità[2].

Le varianti dell’Ouija
La planchette
Un tipo particolare di tavoletta è la “Planchette” che, al posto della punta indicante le lettere, ha un foro nel quale è fissata una matita che scrive direttamente. Posandovi sopra le mani, essa si muove e traccia sul foglio su cui è appoggiata lettere o parole. La Planchette è più veloce dell’Ouija e rinvia alla scrittura automatica[1]. La tecnica da seguire usando la planchette è identica a quella osservata con gli altri strumenti, ma naturalmente al posto del tabellone spiritico si posa sul tavolo un foglio di carta bianca. La comunicazione avviene tramite scrittura[2].

La seduta medianica fatta con il bicchierino
È possibile operare in modo simile alla tavola Ouija utilizzando un bicchiere o una moneta all’interno di una tavola contenente lettere e numeri[1]. L’esperimento, che si può svolgere anche senza la presenza di medium o sensitivi, si effettua dispondendo su un tavolo un cerchio di quadratini di carta, ognuno dei quali porta disegnata una lettera dell’alfabeto. Al centro si mette un bicchierino rovesciato (o un piattino da caffè o una tazzina) e tutti i presenti vi posano un dito. Dopo una breve concentrazione il bicchiere inizia a scorrere nel cerchio indicando via via le lettere dell’alfabeto. È un metodo che si può effettuare anche in piena luce[2].

Etimologia
La parola “ouija” deriva dall’unione dei due termini, “oui”, (“sì” in lingua francese) e “ja” (stesso significato in lingua tedesca) ma non è chiaro per quale motivo il nome della tavoletta sia stato formato in questo modo[1].

Storia
Alcuni autori sostengono che l’origine della tavoletta ouija sarebbe molto antica e che lo stesso Pitagora l’avrebbe usata per comunicare con il mondo invisibile, ma di tutto questo non esiste alcuna prova[1]. Usata tra il XIX secolo e il XX secolo, essa non aveva un nome preciso ed era composta solo dalle lettere dell’alfabeto. Inventori “ufficiali” della tavoletta Ouija furono gli uomini d’affari Elijah J. Bond e Charles Kennard che ebbero l’idea di brevettare una tavoletta con stampato l’alfabeto e metterla in commercio il 28 maggio 1890. Nel 1901 un impiegato di Kennard, William Fuld rilevò i diritti di sfruttamento della tavoletta parlante, rimettendola in produzione 1901 e dandole il nome “Ouija”. Dal 1991 il trademark per la tavola Ouija è passato dalla ditta Parker Brothers alla Hasbro.

Spiegazioni scientifiche
Il movimento della lancetta sulla tavola, laddove si manifesti, viene spiegato come un effetto ideomotorio, ovvero un movimento umano inconscio suggerito dalla psiche. James Randi, autore del libro An Encyclopedia of Claims, Frauds, and Hoaxes of the Occult and Supernatural, fece notare come, se i partecipanti a una seduta di ouija erano bendati, non producevano alcuna parola di senso compiuto.[3] Tale spiegazione è avvalorata dalla frequenza dei casi in cui si ottengono subito frasi prive di senso non appena si mischiano e rovesciano lettere e numeri, cosa che è verificabile con altri dispositivi (e non con la tavola ouija in cui lettere e numeri non si possono spostare).

Hero

Written by Vicky Ledia

Membro orgoglioso di Dracia.com

Years Of MembershipVerified MemberContent AuthorViral InstinctStaff Website

Lascia un commento

Suicidio: troppa retorica

L’esorcismo di Roland Doe