Lo spazio pullula di risorse pressoché illimitate, ed è tempo di conquistarle.
«Vogliamo diventare il centro europeo per lo sfruttamento minerario degli asteroidi» con queste parole il ministro dell’economia del Lussemburgo ha annunciato i piani spaziali del Granducato. Non si tratta soltanto di una dichiarazione d’intenti: è stato approvato uno stanziamento di 200 milioni di euro per aprire una linea di credito destinata a quelle imprese spaziali che vogliano stabilire in Lussemburgo il proprio quartier generale. Già due aziende statunitensi hanno espresso il proprio interesse. Una di queste (l’altra è la Deep Space Industries) è la Planetary Resources, tra i cui finanziatori c’è Larry Page, uno dei fondatori di Google. Nessuno ha dubbi sul fatto che gli asteroidi possano rivelarsi una preziosa fonte di materie prime. Anzi c’è chi, come il fondatore di Amazon Jeff Bezos, ritiene che entro un paio di decenni buona parte delle risorse arriveranno dallo spazio, e anche il processo produttivo si sposterà al di fuori del pianeta. Sulla strada che porta alla realizzazione di questa visione ci sono però almeno un paio di problemi. Il primo è di ordine pratico: per il momento non sono ancora state realizzate missioni spaziali su asteroidi. La NASA sta lavorando proprio in questo periodo alla prima missione robotica diretta su uno di questi corpi celesti. Il secondo è di ordine economico, ed è uno degli aspetti che il Lussemburgo vuole chiarire. La domanda, infatti, è se una miniera spaziale sia economicamente conveniente, o se invece i costi per la sua realizzazione e manutenzione siano tanto grandi da renderla un’impresa senza profitto. La collaborazione con i privati è, anche per questo motivo, molto importante. Per evitare controversie il Granducato sta anche lavorando alla costruzione di un quadro legale chiaro all’interno del quale far operare le aziende spaziali. Cuore della questione è la norma secondo la quale le aziende potranno sfruttare gli asteroidi ma non potranno rivendicarne la proprietà. Secondo Pete Worder, ex direttore dell’Ames Research Center della NASA, il futuro è proprio questo. «Io credo che il futuro comprenda un’economia spaziale robusta, guidata da interessi commerciali» ha dichiarato.