Uno studio dell’Università di Oxford dimostrerebbe che il celebre videogioco cancella i brutti ricordi.
Abbandonati, pestati, derubati e in genere traumatizzati da esperienze negative; con un metodo a portata di tutti, i brutti ricordi possono essere facilmente ridotti di numero e d’importanza anche se non completamente cancellati. Basta fare qualche partita di Tetris, un giochino che è su tutte le piattaforme di gioco o qualsiasi computer, dai tempi della prima cassetta da accoppiare al TV di casa fino ai modernissimi telefonini tuttofare. Però sembra dimostrato che solo Tetris produce effetti terapeutici; infatti tutti gli altri videogiochi, dai più semplici ai più complessi, hanno dato tutti esito negativo. La cosa strana (ma forse solo per chi non s’intende di neurofisiologia) è che la parziale rimozione avviene soltanto se Tetris viene giocato entro le sei ore dall’evento.Lo studio è consistito nella proiezione di filmati violenti con morti e orribili ferite e, trascorsa una mezz’ora, i partecipanti sono stati divisi in tre gruppi. Un gruppo non ha svolto alcuna attività, un altro ha risposto a dei quiz e infine il terzo ha giocato qualche partita a Tetris. Quest’ultimo gruppo è stato quello che ha avuto minori flashback traumatici. Il secondo gruppo invece è stato quello che maggiormente ha subìto il ricordo delle immagini shoccanti e ciò si è ripetuto invariabilmente anche aumentando la pausa tra proiezione e altra attività sino a un massimo di quattro ore. Pare che il fenomeno sia da addebitare alle diverse modalità e alle diverse aree cerebrali interessate dall’attività sensoriale e da quella concettuale, già oggetto di studio in relazione alla formazione di mappe mentali e alla classificazione dei ricordi. Se un evento traumatico arriva a sbilanciare le aree interessate, un riallineamento si ottiene soltanto con un’attività che impegni una completa attività cerebrale prima della fissazione, magari anche distorta, dell’evento traumatico. Riconoscere le figure del Tetris e spostarle opportunamente nell’area di gioco pare occupi entrambi i canali sensoriali con un flusso neurale di pari intensità, che riesce quindi a riequilibrare il meccanismo neurologico. Ma trascorse le fatidiche sei ore, si potrà ancore intervenire sui ricorsi sgradevoli? Questo non è contemplato dallo studio condotto dall’Università di Oxford, ma un ottimo effetto si ottiene con un trucco noto dall’antichità ma che pochissimi conoscono. Consiste in pratica nel rivivere coscientemente gli eventi traumatici, attimo dopo attimo ma immaginandoli in situazioni che muovano al riso, improbabili ambientazioni e falsando voci e suoni. Inutile spiegare i meccanismi mentali che sovraintendono alla memoria e al perché alcuni ricordi sgradevoli sono così difficili da cancellare; ma tutti coloro che ad esempio soffrono di pene d’amore non corrisposto, da shock da ufficio o comunque sono afflitti da problemi che si presentano insormontabili, provino più e più volte a rivivere passo passo gli eventi sgradevoli, raffigurandoli mentalmente come gag gestite da personaggi ridicoli che parlano ad esempio con la voce di Paperino. L’effetto risanatore è garantito nel giro di una manciata di giorni.