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Congedo

La battaglia contro l’imperatore di Outworld era conclusa e l’allegria regnava nel monastero.
-Johnny, sai che è ora di andare? La tua resurrezione è temporanea, ricordalo.-mormorò Raiden appressandosi alla star statunitense.
-Oh cielo… Mi sono dimenticato il mio blocco degli autografi per Cary Grant e John Wayne.-affermò l’attore e si schiaffeggiò la fronte con un teatrale atteggiamento di sorpresa.
Sentendo tali parole, i combattenti dell’Earthrealm si voltarono verso il giovane.
-E così… te ne vai…-mormorò Liu Kang, la voce incrinata e gli occhi lucidi di lacrime.
Il suo divertente amico attore non avrebbe potuto festeggiare la vittoria con loro…
Eppure, il suo volto era illuminato dalla luce di un sorriso allegro…
-Io… Io credo di doverti delle scuse… Sei un eroe Jonathan…-intervenne ad un tratto Kung Lao, reprimendo a stento un singhiozzo.
Aveva considerato Johnny Cage un idiota, ma, con dolore, aveva dovuto ricredersi…
Aveva chiesto a Raiden la possibilità di ritornare nel mondo dei vivi per poco tempo, pur di aiutarli…
Aveva rinunciato al mondo in cui aveva vissuto per loro…
Quell’attore, malgrado l’apparenza vacua e superficiale, aveva un cuore puro come l’acqua sorgiva dei monti..
-Ti ringrazio Kung Lao, ma ti dispiacerebbe chiamarmi col mio nome d’arte? Non voglio passare per vecchio.-replicò il divo di Hollywood ridendo.
Una leggera risata, seppur venata d’amarezza, sorse sulle labbra di tutti i guerrieri.
Poi gli occhi verdi dell’attore si fissarono su Jax e Sonya.
-Maggiore Briggs, si prenda cura di lei. In tutti i sensi.-affermò e fece l’occhiolino in segno di complicità.
-Pezzo di idiota, ti sei dimenticato che sono sposato?-replicò il soldato dell’esercito degli Stati Uniti. Avrebbe voluto essere arrabbiato con lui, ma non ci riusciva…
Era sicuro che Johnny, col suo modo di agire tanto scanzonato, stesse cercando di rendere meno doloroso l’imminente distacco…
E non gliene poteva fare una colpa..
Strinse il pugno metallico. Ricordava ancora bene le sofferenze che aveva sopportato poco prima di morire…
Le armate di Motaro e Baraka tutto distruggevano, come un’orda devastatrice di gigantesche locuste.
Solo in pochi, tra cui lui e il suo battaglione, erano riusciti a contenere quell’apocalittica torma, che solo distruzione e dolore lasciava al suo passaggio.
Aveva seguito alcuni soldati di Baraka che si dirigevano verso una scuola.
Poco prima che entrassero, li aveva uccisi e poi un urlo aveva attirato la sua attenzione.
Era entrato e, con cautela, si era diretto nella direzione di provenienza di quel suono, schivando quasi con raccapriccio i corpi di tarkatan morti, su cui fameliche si posavano le mosche.
-Maggiore…-aveva sussurrato una voce maschile, colma di stupore,e lui aveva chinato la testa.
-Johnny Cage?-aveva esclamato, sorpreso e costernato.
L’attore americano era steso sul prato, tra l’erba e i fiori, circondato da corpi di tarkatan, e dal suo torace squarciato erompeva un torrente di sangue che inzuppava l’erba del giardino.
Il suo volto, bagnato di sudore e sangue, era distorto in una maschera di sofferenza e la sua mano destra era posata sul torace, quasi cercasse di placare il dolore atroce che trapassava il suo corpo.
Con sollecitudine, Jax si era chinato, l’aveva stretto tra le forti braccia metalliche e gli aveva sollevato il busto.
-Li hai uccisi tu?-aveva poi domandato retoricamente. Le ferite sui corpi dei mostruosi guerrieri di Outworldl gli dicevano che essi erano caduti per mano dell’eccentrico attore e dei suoi colpi…
Solo un guerriero potente come lui sarebbe riuscito a spezzare le loro ossa dure, su cui sembrava che i proiettili delle armi da fuoco normali non avessero effetto…
La star aveva annuito debolmente.
-Ma a cosa è servito? I bambini e gli insegnanti in questa scuola sono stati ammazzati come delle bestie mandate al macello… Non sono riuscito a salvarli… Avevano ragione a dire che sono un patetico fallito…-aveva sussurrato l’attore tristemente e aveva reclinato la testa da un lato, per evitare di guardare negli occhi il soldato afroamericano.
Jax, per alcuni istanti, era rimasto silenzioso, pietrificato dalle parole angosciate della star. Quanta insicurezza nascondeva dietro quelle apparenze sfacciate e vistose?
Come era possibile che lui fosse così dubbioso della sua forza?
Eppure, anche un cieco avrebbe visto la potenza distruttiva dei suoi colpi!
Johnny a volte era insopportabile, però la sua abilità marziale era indiscutibile.
E in quel triste momento, oltre alla forza, era possibile avvedersi del suo coraggio e della sua generosità.
-La vita non è un film, Johnny, dove gli eroi vincono sempre. Si tenta
sempre, ma alle volte si sbaglia e non ci si riesce. Ma l’importante è non arrendersi… Mai.-aveva risposto istintivamente il soldato allontanando alcune ciocche di capelli castani dal suo volto sofferente.
Quante volte aveva visto simili scenari in guerra?
Quante volte aveva sentito una rabbiosa impotenza artigliargli il cuore?
Solo la sua forza di volontà gli aveva consentito di non cedere al vuoto della pazzia e di conservare la lucidità…
Aveva visto gli occhi di Johnny, privi dei suoi consueti e costosissimi occhiali da sole, spalancarsi per lo stupore e aveva sorriso, amaramente. Mai nessuno gli aveva detto simili parole d’incoraggiamento?
Per quanto tempo aveva sentito il bisogno di dimostrare la sua grande abilità nel combattimento, soprattutto a idioti che credevano di capire tutto senza capire nulla?
-Tu sei un eroe, Johnny. Ci hai provato con tutte le tue forze, fino alla fine. E questo basta.-gli aveva detto con semplicità.
Un leggero sorriso aveva sollevato le labbra dell’attore e i suoi occhi erano diventati lucidi.
-Grazie… Però su una cosa non sono d’accordo…-aveva risposto.
-Su cosa?-aveva chiesto il soldato.
-E’ vero, non bisogna arrendersi, ma… ci sono momenti in cui devi cedere le armi. E questo è uno di quelli.-aveva detto e, abbassando lo sguardo, aveva guardato la ferita, rossa di sangue.
Jax aveva taciuto. Avrebbe voluto dirgli che tutto sarebbe andato bene, ma che senso avrebbe avuto?
Quella ferita era mortale.
Anche se un medico fosse giunto in quel momento, avrebbe potuto certificare solo la sua morte imminente.
Johnny conosceva la tragica realtà della sua sorte e non sarebbe stato giusto mentirgli in maniera tanto infantile…
Una menzogna così grottesca avrebbe offeso la sua intelligenza e lui non meritava un tale insulto…
-Beh… Buona fortuna, maggiore Briggs…-aveva sussurrato e, in quel momento, il suo cuore generoso aveva cessato di battere.
Per alcuni istanti, Johnny guardò Sonya.
-Sei una grande donna.-mormorò dolcemente e anche lei reclinò tristemente la testa, incapace di sostenere il suo sguardo. Era sicura che Jonathan avrebbe voluto dire altro in quelle poche parole, ma aveva preferito tacere per riguardo verso di lei…
-Grazie. E vedi di non fare troppo casino nell’Aldilà.-rispose lei.
Poi, l’attore fissò fugacemente i suoi compagni. Sentiva il suo corpo dissolversi e diventare sempre più etereo, ma voleva vedere i loro volti prima di tornare nell’Aldilà…
Desiderava portarli nel suo cuore, come un ricordo caro e prezioso…
-Beh, cos’altro posso dirvi? Statemi bene e non cacciatevi troppo nei guai.-mormorò con voce chiara, seppur velata dalla malinconia, e, dopo qualche istante, il suo corpo scomparve.

Mentor

Written by Zahira

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