[sc:SI]Ultima perla editoriale.
“Diario di una autolesionista”.
Il titolo potrebbe fare pensare a chissà cosa, ma in realtà cosa leggiamo?
Il “diario” (?) di una ragazzina che si crede afflitta dai maggiori problemi del mondo e che in realtà ha tutto quanto potrebbe desiderare.
(forse è la mancanza di ambizioni e desideri a fare sì che le ragazzine fantastichino di avere problemi? E’ una conseguenza di dieci anni di crescita sostenuta dal punto di vista economico che ora ci impedisce di separare il grano dal loglio, come dice Marco Bobbio nel testo “il malato immaginato”?)
E perché lo dico con così tanta convinzione?
Perché seriamente è molto logico mettere in un libro che parli di autolesionismo il volto di una ragazzina con la lingua di fuori che pensa di essere seducente.
A che scopo tutto questo? Solo per prendere in giro il lettore e dirgli: “Guarda, io ce l’ho fatta e sono meglio di te a prescindere, schifoso imbecille!”?
Che cosa mi rappresenta quella copertina? E’ per caso un tentativo di offendere l’intelligenza di un individuo normodotato?
Avrei preferito sinceramente che ci mettessero delle rose nere, un volto rigato da lacrime di sangue, un’immagine della pioggia…
Qualsiasi cosa, meno quell’illogico volto!
Ah, ovviamente, ricordiamoci che lei tende a Justin Bieber.
E ritorna anche lui, che si sta dimostrando un adolescente imbecille, difeso sempre e comunque dalle belieberminkia.
(perché lui ha denaro, è-forse-figo, ergo può!)
Tutto ciò cosa vi ricorda?
Triliardi di storie che girano sui siti di fanfiction, sulle community dedicate ai cantanti più in voga e su qualsiasi gruppo a loro intitolato.
Storie sempre uguali, dove lei è una ragazza finto-problematica (in realtà bisognosa di sani rimproveri a causa delle sue menate), e l’idolo di turno la salverà dai suoi problemi (?) esistenziali.
Come? Ovviamente bombandosela in tutti i modi possibili e immaginabili.
Certo, perché il sesso risolve tutto.
E ovviamente questa storia è diventata un libro per il quale si devono sborsare dodici euro.
Dodici euro, centesimo più centesimo meno.
E ci sono, ovviamente, tante ragazzine celenterate (con tutto il rispetto per i celenterati) che comprano sta roba e, leggendola (forse) sguazzano nella loro convinzione di essere eroine tragiche.
E ci spendono soldi, che potrebbero essere spesi per libri molto più corposi, senza volere citare i classici della letteratura, perché non tutti leggono Pirandello o Dostoevksky a quindici anni.
E questa ragazzina guadagnerà soldi credendosi la nuova rivelazione letteraria, il nuovo prodigio del mondo della scrittura e si compiacerà per tanto tempo della sua sostanziale ignoranza.
E tutto questo perché il pubblico giovane è composto di menti vacue, che non ricevono una sostanziale raddrizzata quando si perdono nelle loro insensatezze.
Ma del resto, perché dare qualcosa di diverso se loro vogliono quello?
Abbiamo aggiunto la regola universale #0010 al sacro manuale. Così anche tu da ora potrai aggiungere lo spazio iniziale nel paragrafo. Il primo esempio è in questo bell’articolo. Dimmi se va bene, ok?