Cimitero monumentale. Scaduta la concessione, in vendita 15 tombe appartenute a personaggi più o meno illustri
Quotazioni fino a 500 mila euro. «abbiamo 50 richieste»
Il comune conta di ricavare circa 7 milioni di euro che utilizzerà per ristrutturare il cimitero monumentale, che cade a pezzi. La quotazione è quella di un attico in centro: cinquecento mila euro per una cappella all’interno del cimitero di bonaria. Ed essere quindi seppelliti vicino a ottone bacaredda, pietro martini, giovanni marghinotti e il canonico spano. In mezzo ai cognomi importanti di cagliari: asquer, vivanet, de candia. Asta entro settembre entro settembre verranno messe all’asta quindici tombe di famiglia, sulle quali da marzo del 2007 è stato affisso un avviso eloquente: «è stato avviato il procedimento di decadenza di questa cappella funeraria, a seguito del riscontrato stato di abbandono. I titolari sono invitati a prendere contatto con la direzione dei cimiteri» . Ma nessuno, tra gli eredi, si è presentato in comune. E allora l’assessorato alle politiche sociali – che ha anche la delega per i cimiteri – ha cominciato un percorso che terminerà a settembre, con la messa all’asta delle tombe. Almeno di quelle con la concessione (centenaria) scaduta. Salvo il nome originale chi offrirà il prezzo più alto ne avrà una nuova e dovrà ristrutturare la cappella, mantenendo anche il nome della famiglia ospitata in precedenza. «se il signor rossi comprasse la tomba dei vivanet, sarà obbligato a scrivere all’ingresso “vivanet – rossi”, è l’esemplificazione dell’assessore anselmo piras. Non sarà l’unico vincolo: bonaria è un cimitero monumentale e per intervenire sulle cappelle è necessario il via libera da parte della sovrintendenza, che seguirebbe passo per passo i lavori. I resti dei legittimi (anche se ancora per poco) proprietari verrebbero raggruppati in un “colombario” comune. Probabilmente nei loculi scavati sotto ogni cappella. «abbiamo cercato nell’archivio i vecchi proprietari, rintracciato alcuni eredi. Ma la maggior parte non si è presentata e posso anche capirlo. Per ristrutturare, viste le condizioni di alcune tombe, ci vogliono soldi. E non pochi». Quelli che invece potrebbero essere spesi da altri («famiglie facoltose», chiarisce l’assessore) per avere un posto in mezzo alle lapidi dell’étile cagliaritana. «cinquanta richieste» ma chi impiegherebbe cifre simili (mezzo milione di euro) a queste condizioni? Il mercato non mancherebbe: «da quando ho questa delega, ho ricevuto circa cinquanta richieste di affidamento. Mettendole all’asta, contiamo di ricavare tra i 400 e i 500 mila euro per ogni struttura». Tradotto: più di 7 milioni di euro, cash, liquidi, subito disponibili. «sarebbero impiegati per restaurare il cimitero». Che, indubbiamente, ne avrebbe bisogno. Condizioni pietose perché non bisogna dimenticare che il camposanto più vecchio della città, nel frattempo, cade a pezzi. Lapidi spezzate, statue prese di mira dai vandali negli scorsi anni, tombe aperte e , in alcuni casi, scheletri – o quello che rimane – a vista. E sopra i cipressi e le croci ha fatto il nido una colonia di gabbiani, che con i loro versi scandiscono la giornata di bonaria. Una proposta alternativa, a dire il vero, c’era. Ma è stata bloccata. Un project financing elaborato da un privato, che avrebbe ristrutturato a proprie spese il cimitero (investendo circa 23 milioni di euro), per poi costruire altri 6 mila loculi. Da vendere a prezzo di mercato. Cioè alto. Si fanno affari anche nei cimiteri. No al project financing il fascicolo però è stato bocciato dalla giunta comunale. «sono stato io a fermarlo. Non era la soluzione adatta. Chi vuole farsi carico di un impegno di questo tipo, deve prendere tutto. Quindi anche san michele e il camposanto di pirri. Non si può puntare solo alla parte migliore», è il ragionamento di piras. E allora via alle aste, anche se le perplessità (espresse nell’articolo affianco da alcuni componenti della commissione comunale alla cultura), non mancano. «è una procedura prevista dal regolamento del 2005», spiega andrea pinna, dirigente del servizio cimiteriale. Se gli assegnatari originari non si occupano più del mantenimento delle cappelle, viene data una nuova concessione». Assegnata a chi offre di più.