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Yggdrasill: L’albero della vita

(NON)
«Ask veitk standa,
heitir Yggdrasill
hár baðmr, ausinn
hvíta auri;
þaðan koma döggvar
þærs í dala falla;
stendr æ of grænn
Urðar brunni.»

(IT)
«So che un frassino s’erge
Yggdrasill lo chiamano,
alto tronco lambito
d’acqua bianca di argilla.
Di là vengono le rugiade
che piovono nelle valli.
Sempre s’erge verde
su Urðarbrunnr.»

(Edda poetica – Völuspá – Profezia della Veggente)
Yggdrasill [ˈygˌdrasilː], nella mitologia norrena, è l’albero cosmico, l’albero del mondo.

Natura, struttura, funzione
Secondo Völuspá è un frassino (norreno askr); secondo Rodolfo di Fulda, monaco benedettino del IX secolo, che lo denomina come Irminsul è invece un tasso o una quercia, (alberi comunque sacri presso i popoli del Nord Europa); il suo nome significa con ogni probabilità “cavallo di Yggr”, dove “cavallo” è metafora per “forca”, “patibolo”, mentre Yggr è uno dei tanti nomi di Odino (Óðinn). Il riferimento è al mito secondo cui Óðinn, alla ricerca della sapienza superiore, rimase appeso per nove giorni e nove notti all’albero cosmico, sacrificando così “sé stesso a sé stesso”.
Il frassino Yggdrasill sorregge con i suoi rami i nove mondi, nati dal sacrificio di Ymir. Questi mondi sono: Ásaheimr, mondo degli Æsir, Álfheimr, mondo degli elfi, Miðgarðr, mondo degli uomini, Jötunheimr, mondo dei giganti (Jötunn), Vanaheimr, mondo dei Vanir, Niflheimr, mondo del gelo (o della nebbia secondo altre versioni), Múspellsheimr, mondo del fuoco, Svartálfaheimr, mondo degli elfi oscuri e dei nani ed Hel, mondo dei morti. Questi nove mondi costituiscono l’intero universo.
Immenso, Yggdrasill sprofonda sin nel regno infero, mentre i suoi rami sostengono l’intera volta celeste.
Secondo lo Grímnismál poggia su tre radici: una, secondo Snorri Sturluson, va verso il cielo degli Dèi (Æsir) ovvero verso Ásaheimr dove, nei pressi della fonte detta di Urðr si trovano le tre Nornir; un’altra verso lo Jötunheimar dove vivono i giganti (Jötunn); la terza radice raggiunge il Niflheimr dove la vacca Auðhumla nutre con il suo latte il gigante Ymir, l’Uomo Primordiale. Da quest’ultima radice nasce la fonte detta Hvergelmir (Pozzo risonante), da cui si dipartono tutti i fiumi del mondo.
Oltre a questa, alle radici di Yggdrasill vi sono altre due fonti: quella Mímir (Mímirbrunnr, Fonte di Mímir), situata nel mondo dei giganti, cela la sapienza e dove, per potervi bere, Óðinn dovette cedere uno dei suoi occhi che da allora è conservato nella fonte stessa; la seconda fonte è quella di Urðr (Urðrbrunnr, Fonte di Urðr o Fonte del Destino), situata nel mondo degli Æsir e da dove le tre Nornir, tessendo il destino (Urðr, germanico: Gaefa) attingono argilla bianca e acqua fresca con cui cospargono il tronco di Yggdrasill, per impedire che si secchi e muoia.
L’albero Yggdrasill è il luogo dell’assemblea (Thing) quotidiana degli Dèi che vi giungono cavalcando il ponte di Bifröst (l’Arcobaleno), vigilato dal dio Heimdallr.
Altro nome dell’albero cosmico è Mímameiðr (“albero di Mími”). Inoltre con Yggdrasill è forse da identificare Léraðr, l’albero che sorge di fronte alla Valhalla.

Animali di Yggdrasill
L’albero è attorniato da diversi animali, che lo proteggono, che ne traggono vita, o che lo minacciano. Sulla sommità sta un’aquila, e posato tra i suoi occhi, un falco di nome Veðrfölnir. Quattro cervi balzano tra i rami, mangiandone le foglie: Dáinn, Dvalinn, Duneyrr, Duraþrór. Le radici di Yggdrasill sono tormentate da diverse serpi, e tra queste vi è Níðhöggr, che costantemente si scambia male parole con l’aquila che sta sul vertice dell’albero. Emissario tra i due animali è un velocissimo scoiattolo, di nome Ratatoskr.
Sulla cima di Yggdrasill sta altresì Víðópnir, gallo dorato il cui canto annuncerà il Ragnarök, la fine del mondo.

Interpretazioni della simbologia
Régis Boyer individua tre ambiti simbolici dell’albero Yggdrasill:
è fonte della vita, delle acque eterne, è l’albero che dà la vita;
è fonte del sapere, è all’origine della sapienza di Óðinn;
è fonte del destino predisposto dalle Nornir: la sorte degli dèi e degli uomini è indissolubilmente vincolata a questo albero.

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Written by Vicky Ledia

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