La dipendenza dagli apparecchi elettronici non è diversa da quella da droga: il sexting è normale per le ragazzine
«Io lo dico sempre: quando ai figli si danno tablet o smartphone, in realtà si sta dando loro una bottiglia di vino o un grammo di cocaina». Non va tanto per il sottile Mandy Saligari, direttrice della Harley Street Clinic di Londra e una dei maggiori esperti di dipendenze, quando deve esprimere la propria opinione su quei genitori che danno apparecchi elettronici ai propri bambini. La dipendenza generata nei giovanissimi da smartphone e tablet non è una fissazione della dottoressa: è comprovata da uno studio, recentemente pubblicato, dal quale emerge come ormai anche per bambini di tre o quattro anni sia normale passare in media, ogni settimana, sei ore e mezza collegati a Internet. L’abitudine all’uso di quegli strumenti – spiega la dottoressa Saligari – fa sì che alcuni comportamenti pericolosi non siano percepiti come tali: per esempio il sexting, ossia l’invio di immagini e selfie a contenuto erotico o sessuale, per molte ragazzine di tredici anni è ormai una pratica comune, assolutamente normale, e diventa sempre più frequente con l’avanzare dell’adolescenza. Il problema di fondo è che fin troppo spesso i genitori cedono alle richieste dei propri figli, i quali desiderano il telefonino. La dipendenza che si sviluppa, però, sarebbe del tutto analoga a quella generata da sostanza come la droga o l’alcol. «Perché poniamo meno attenzione a queste cose, rispetto a quanto facciamo per la droga o l’alcol, quando a livello di impulsi cerebrali il funzionamento è lo stesso?» si chiede la dottoressa. Per questo motivo è importante limitare il tempo passato davanti allo schermo: maggiore è il tempo e più facilmente nel cervello dei giovani si genera il “bisogno” di continuare a servirsene. Tutto ciò ha conseguenze nel mondo reale. Non soltanto l’eccessiva frequentazione del web ingenera nelle giovani menti un’idea distorta di come funzionino le relazioni interpersonali, ma spesso espone i ragazzi a comportamenti inappropriati che possono sfociare in vere e proprie molestie. La dottoressa Saligari rileva come il numero dei suoi pazienti tra i 16 e i 20 anni che lamentano una vera dipendenza dallo smartphone (o dal tablet) è di molto aumentata negli ultimi dieci anni: ormai due terzi dei suoi pazienti in quella fascia d’età ne soffre. Inoltre, «Tantissime mie pazienti sono ragazze di 13 e 14 anni coinvolte nel sexting, e lo descrivono come “completamente normale”». Diventa «sbagliato» soltanto se un genitore o un adulto lo scopre.