Il dissalatore a energia solare
Grazie all’elettrodialisi riesce a rendere potabile l’acqua del mare.
È un dissalatore a energia solare il vincitore del premio Desal 2015, assegnato dall’USAID a un team di ingegneri del MIT composto dal professor Amos Winter e dalla studentessa di dottorato Natasha Wright. Obiettivo del concorso era l’ideazione di un sistema che fosse economico, sostenibile dal punto di vista ambientale ed efficiente dal punto di vista energetico. Il metodo vincitore dei 140.000 dollari in palio utilizza la luce del sole per alimentare un sistema di dissalazione efficiente e che richiede poca manutenzione, ideale quindi per essere utilizzato anche nelle zone meno ricche del pianeta. Dei pannelli fotovoltaici ricaricano delle batterie piombo-acido, le quali alimentano il sistema di dissalazione vero e proprio, basato su una tecnica nota come elettrodialisi. In sostanza, le particelle di sale disciolte nell’acqua, che hanno una debole carica elettrica, vengono attirate applicando una piccola corrente. «Funziona un po’ come un circuito elettrico» – spiega Natasha Wright – «Gli ioni vengono attirati verso gli elettrodi». Tra i vantaggi di questo sistema c’è il fatto che appena il 5% dell’acqua viene sprecata. Oltre a eliminare il sale, il progetto del MIT sottopone l’acqua a una prima disinfezione grazie all’uso di luce ultravioletta. Un impianto di test realizzato secondo quest’idea è stato messo alla prova sottoponendolo a due cicli di lavoro della durata di 24 ore ciascuno. In ognuna delle due sessioni sono stati dissalati quasi 8.000 litri di acqua (diventati quindi adatti per l’irrigazione), quasi 300 dei quali sono anche stati sottoposti al trattamento ultravioletto che li ha resi potabili.