Un altro successo per gli scienziati del Centro per la Ricerca Nucleare di Ginevra ed un passo avanti per lo studio e la comprensione dell’antimateria.
Per la prima volta gli scienziati del CERN di Ginevra sono riusciti a produrre e “catturare” un fascio di atomi di antimateria: un successo – l’ennesimo per l’immenso laboratorio di fisica delle particelle – che porta il nome dell’esperimento Asacusa, al quale partecipano anche i ricercatori italiani dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare coordinati da Luca Venturelli dell’Università di Brescia.
80 atomi di anti-idrogeno individuati 2,7 metri a valle della sorgente: un miraggio che la fisica insegue da tempo, ormai, con la nota difficoltà di tener separate materia ed antimateria le quali, quando si incontrano, si annichiliscono a vicenda producendo raggi gamma. Gli esiti dell’esperimento sono stati resi noti in un articolo pubblicato da Nature Communications e potrebbero costituire una pietra miliare negli studi di questo tipo, come ha spigato il Professor Venturelli: [sc:Q] Il risultato rende molto più concreta e vicina la possibilità di realizzare misure di precisione con gli atomi di anti-idrogeno. E sondare le caratteristiche dell’antimateria può aiutare a risolvere uno dei grandi misteri della fisica moderna: la prevalenza di materia rispetto all’antimateria nell’universo visibile.[sc:QU]
Il mistero di “dove sia finita l’antimateria”, infatti, costituisce un vero e proprio rompicapo per gli scienziati: poiché al momento del Big Bang materia ed antimateria si sarebbero prodotte in eguali quantità, cosa ha fatto in modo che la prima prevalesse sulla seconda, dando origine ad un universo nel quale è possibile osservare soltanto materia e neanche un atomo di antimateria? Diverse teorie al riguardo sono state proposte, ma ancora nulla ha posto la parola fine sul dibattito scientifico (e consideratane l’entità, di tempo ce ne vorrà ancora). La “cattura” avvenuta nel 2011 di un centinaio di atomi di anti-idrogeno non era stata sufficiente a creare la svolta definitiva negli studi: allora, infatti, le particelle era state intrappolate per appena 16 minuti. Che sia questa la volta buona?
Ma cos’è esattamente l’antimateria? In parole estremamente semplici nient’altro che particelle con massa corrispondente a quella delle particelle ordinarie, ma con carica di segno opposto: gli atomi di anti-idrogeno, quindi, saranno composti da un antiprotone, dotato di carica negativa, attorno al quale orbita l’antielettrone caricato negativamente, detto positrone. Il contatto di questi due “opposti simmetrici” è in grado di convertire tutta la massa delle particelle in energia: un fatto che, in un futuro molto lontano, potrebbe costituire il punto di partenza per nuovi, potentissimi sistemi propulsivi.
Ecco perché la possibilità di osservare la materia “allo specchio”, con le relative caratteristiche e le eventuali sorprese che potrà rivelare, è un’occasione unica per i ricercatori del CERN che hanno prodotto ed “intrappolato” il fascio di anti-idrogeno, la quale potrebbe forse (ma la cautela è sempre d’obbligo) aprire addirittura ad una nuova era della fisica. Source: fanpage