Fino a qualche anno fa ero convinta che in Giappone (e in tutti i Paesi dell’Asia) l’uso delle mascherine chirurgiche bianche fosse esclusivamente dipeso dal fatto che nelle grandi città l’inquinamento è molto elevato. Invece i giapponesi le indossano anche per proteggersi dalle malattie e per non trasmetterle.
In realtà le mascherine forniscono una protezione minima dai virus ambientali (i chirurghi le usano per proteggere i pazienti dai loro germi della bocca e chiaramente non da quelli che si trovano nell’ambiente circostante).
L’abitudine di indossare la maschera è iniziata in Giappone nei primi anni del 20° secolo, quando una massiccia pandemia influenzale ha ucciso migliaia di persone, facendo più di morti della prima guerra mondiale.
Coprire il viso con sciarpe, veli e maschere divenne un mezzo obbligatorio (anche se inefficace) per scongiurare le malattie in molte parti del mondo, fino a quando l’epidemia si affievolì alla fine del 1919. Nel 1950 , la rapida industrializzazione del Giappone dopo la seconda guerra mondiale ha provocato un forte aumento dell’inquinamento atmosferico, ragione in più che ha spinto i giapponesi ad usare le mascherine. Oggi in un anno vengono spesi circa 230 milioni di dollari in mascherine chirurgiche e anche nei Paesi limitrofi, soprattutto i Cina e in Corea, è stata adottata questa usanza.
Recenti studi hanno dimostrato che negli ultimi anni le mascherine stanno rivestendo anche un ruolo nell’ambito sociale: molti ragazzi giapponesi le indossano assieme a grosse cuffie per ascoltare la musica con lo scopo di dimostrare la mancanza di desiderio di comunicazione con le persone vicine. Inoltre, gran parte delle donne giapponesi in questo modo evitano le molestie verbali di uomini irritanti nei mezzi pubblici e mantengono l’anonimato, avendo gran parte del viso coperta.
Le mascherine in questi ultimi tempi stanno diventando un elemento fashion in tutta l’Asia orientale: nelle farmacie in Giappone si possono trovare di tutti i colori, con disegni chic o con immagini di personaggi dei cartoni animati, mentre il mese scorso, alla China Fashion Week, lo stilista Yin Peng ha presentato una linea di vestiti che ha chiamato “smog couture” abbinata ad una serie di mascherine particolari.