Qualche giorno fa numerosi utenti di Myspace, social network ormai da tempo relegato ai margini del web, si sono visti recapitare un email con questo messaggio: “Le tue foto sono tornate. Cos’era bello, cos’era figo, e ciò a cui pensavi”. In allegato una serie di vecchie foto dell’utente, alcune delle quali comprensibilmente imbarazzanti. Il motivo, secondo quanto affermano quelli di Myspace, sarebbe quello di lanciare una campagna di marketing per riconquistare gli utenti perduti. Tra chi pensa che la campagna rappresenti più che altro una violazione della privacy, e chi invece ritiene che possa trattarsi di un “ricatto“, per far accedere gli utenti al sito e cancellare le vecchie immagini, certo è che chiunque abbia ricevuto la mail non ha reagito con grande entusiasmo.
La reazione più diffusa infatti, dopo il fastidio, è stata al massimo un velo di nostalgia. Non è dunque andata a buon fine la campagna elaborata dai gestori del social. Oltre a questo, l’avvenimento rappresenta l’ennesima riconferma di come il rispetto della privacy sul web sia un concetto estremamente labile; il materiale caricato sul web è pressoché indelebile. Sebbene nel 2011 le foto caricate su Myspace fossero state “eliminate”, nel corso del 2013, sfruttando anche come celebre testimonial Justin Timberlake, il social le aveva “riabilitate” nella speranza di un disperato rilancio, risoltosi poi in un nulla di fatto.
Myspace, creato nel 2003 negli Stati Uniti, aveva raggiunto il culmine della celebrità 5 anni dopo, ottenendo 100 milioni di utenti al mese e diventando il primo sito americano. In seguito, con la nascita di Facebook, era iniziato il rapido declino. Per un breve periodo il social network è stato utilizzato dai musicisti per condividere brani e tracce musicali, ma l’avvento di Spotify ha dato il definitivo colpo di grazia al sito, e le possibilità di una ripresa futura sono irrisorie. Source: vnews24