Partiamo dall’inizio: Come e quando hai iniziato a disegnare?
È difficile stabilire il momento “START” quando si ha a che fare con arte e creatività; credo si inizi da molto piccoli senza esserne consapevoli. Penso che il piccolo architetto che c’era in me si faceva timidamente vedere quando, ancora alle scuole elementare, curavo in maniera maniacale i disegnini che la maestra mi assegnava; quando pregavo mia madre per comprarmi un altro pacco enorme di nuovi pastelli perché c’erano tonalità di colore che, nel mio già grande astuccio, mancavano, ma di cui io non potevo fare a meno o quando la mia mente involontariamente memorizza colori, immagini, foto e linee, piuttosto che parole.
Chi ha deciso il genere?
Credo di aver deciso di avere a che fare con il disegno e l’arte quando a tredici anni, come tutti gli adolescenti, mi sono trovata a scegliere l’indirizzo delle scuole superiori. Non potendo frequentare il liceo artistico perché non era presente nella mia città, avevo scelto lo scientifico con un solo unico e chiaro intento: avere una buona preparazione generale per entrare nella facoltà di architettura.
Qual è il tuo background?
Ho frequentato la Facoltà di Architettura di Cagliari, dove mi sono laureata quasi un anno fa. Durante l’università mi sono specializzata nella grafica tridimensionale per la realizzazione di oggetti, elementi d’arredo ed ambienti interni ed esterni per l’architettura e il design. Subito dopo, ho lavorato sempre nel settore del 3D, realizzando collezioni d’arredo per importanti firme del mercato del design come Fendi, Ludovica Mascheroni, Colombostile, esperienza che ha confermato la mia grande passione, in particolar modo, per l’interior design. Terminati finalmente gli studi universitari e passato l’esame di Stato per poter aver il timbro, da un anno ad oggi lavoro come Architetto in un studio di progettazione, con sempre un particolare interesse verso il settore dell’arredo e del design.
Con il tuo genere a cosa ti avvicini maggiormente?
Il campo dell’architettura è molto vasto; sicuramente l’interior design, la progettazione di oggetti e di soluzioni di arredo sono il genere che preferisco, perché mi permette stare più vicina alle semplici problematiche della vita quotidiana (ad esempio trovare lo spazio per l’immenso guardaroba femminile!!), oltre che ad altri settori dell’arte che riguardano più la “piccola scala”: artigianato, fotografia, pittura e scultura.
Ti ispiri a qualche designer o architetto famoso?
Non ho un designer o architetto famoso a cui sono particolarmente legata; traggo ispirazione da tutto ciò che mi circonda compresi artisti non strettamente legati al mio campo di applicazione. Amo l’arte a 360 gradi e quindi fotografi, orafi, sarti, architetti con le loro opere e le loro ricerche sono fonte di ispirazione per me.
Oltre a questo, fai altro?
Si, non smetto mai di studiare e imparare cose nuove. Oggi un neolaureato, per potersi ritagliare un degno spazio nel mondo del lavoro deve essere sempre aggiornato e sviluppare tante altre competenze trasversali che vengono sempre più richieste. Tramite corsi ho continuato a perfezionarmi nel settore della grafica 3D e nel disegno a mano libera e ho iniziato ad affacciarmi al settore grafico e del web design che sempre più spesso è legato alla progettazione.
Puoi spiegare cosa significa per te essere architetto e designer?
Per me essere architetto e designer significa riuscire a far diventare le idee che stanno nella tua mente un segno di matita in un foglio bianco, che rappresenta qualcosa di bello, armonioso e funzionale.
Che rapporto c’è tra te e i disegni?
È un rapporto in continua evoluzione: i miei disegni cambiano con me, così come pure il modo in cui vengono realizzati. Non sono mancati i momenti in cui questo rapporto è stato anche abbastanza conflittuale, periodi in non riuscivo a riconoscermi nei mie elaborati; con il tempo poi, ho capito, che non erano altro che lo specchio del mio conflitto interiore.
Come definiresti le tue creazioni?
Sono all’inizio della mia piccola carriera da architetto e forse per questo trovo ancora difficile parlare di “mie creazioni”. Posso dire che tutti in miei progetti e i miei disegni c’è una piccola parte di me e della mia personalità.
Quali sono le creazioni contemporanee che si apprezzano ora?
Viviamo in un epoca in cui giustamente l’ambiente e l’inquinamento rappresentano tematiche fondamentali che coinvolgono tutti i settori, compreso quello dell’architettura e del design. Per tale ragioni oggi vengono particolarmente apprezzate tutte le opere a favore della tutela dell’ambiente, di un corretto uso del suolo, o nel campo del design, tutte le creazioni che riguardano l’uso di materiali riciclabili ed ecologici.
Quale soluzione potrebbe migliorare la situazione attuale dei designers?
Oggi il lavoro dei designer e degli architetti non è facile: la crisi economica ha colpito in particolar modo il settore edile. Sicuramente una maggior sensibilità della comunità verso l’arte e l’importanza buona architettura darebbe un grosso contributo per chi lavora in questo settore. Educare le persone ad affidarsi ad un progettista per lo studio degli spazi e dell’arredo delle loro case che acquistano con tanti sacrifici e in cui passeranno gran parte della loro vita, affinché ognuno possa godere, ad esempio, di un soggiorno funzionale, correttamente illuminato e che risponda alle proprio esigenze.
Quali sono i tuoi architetti o designers preferiti?
Guardando indietro sicuramente i grandi designer e architetti come Mies Van der Rohe, Le Corbusier, Mondrian, i cui insegnamenti sono sempre attuali e rappresentano sempre fonte di ispirazione. Per i giorni nostri ammiro molto Marcel Wanders, Patricia Urquiola, Piero Lissonini per il settore del design e tra gli architetti Cino Zucchi e Souto de Moura per l’attenzione che mostrano nei loro progetti al luogo in cui l’opera architettonica andrà ad inserirsi.
Di cosa trattano le tue creazioni?
Quelle che io definisco le mie creazioni sono progetti che trattano di architettura, di arredo, grafica e design: si passa dalla casa, all’edificio pubblico, ad un arredo, allo studio di un allestimento o di un immagine. Mi piace spaziare a 360 gradi, e credo che soprattutto in questo momento della mia esperienza lavorativa e creativa, appena agli inizi, sia essenziale sperimentare ed avventurarsi nei diversi settori. Considero questo periodo un po’ come una fase di ricerca per capire quale campo sia più adatto alla mia personalità e alle mie capacità. Per fortuna, in questo difficile intento, ci sono le emozioni che mi vengono in aiuto, non menteno mai!!!
A cosa ti sei ispirata per realizzare le tue creazioni?
L’ispirazione viene quando meno te l’aspetti, spesso nei momenti di normale vita quotidiana ed è davvero difficile dire cosa la provoca. Mi è capitato di trarre ispirazione per una mia creazione da cose banalissime: da forme e colori di oggetti che avevo per caso vicino, da uno stato d’animo provato e rielaborarle e farle mie per realizzare qualcosa di totalmente differente. Credo dunque che l’ispirazione maggiore viene dalla realtà che mi circonda, dal mondo esterno in tutti i suoi svariate forme e tonalità di colore.
Qual è la tua creazione preferita?
Sicuramente quella che ho realizzato quest’anno per partecipare ad un concorso di design indetto dall’azienda RIVA, una tra le più famose imprese italiane nel settore dell’arredo e del design. Si tratta del progetto di un letto realizzato con materiali di riforestazione e rappresenta la mia prima effettiva personale creazione di design, tutta interamente da me ideata. Anche se non ha vinto, vedere il mio primo progetto, così ibrido e timido (come la carriera della sua ideatrice!!), farsi strada tra tanti in occasione del Salone del Mobile 2015 è stato veramente emozionante. Credo che rimarrà tra le mie creazioni preferite… Dopotutto è proprio vero il detto “il primo amore non si scorda mai!”
Ti piace la situazione creativa della tua nazione?
Si, credo che l’Italia splenda per le favolose creazioni di bravissimi artisti in tutti i settori dell’arte. Se penso solo al design italiano che si riconosce in tutto il mondo per la sua eccellenza e bellezza, non possono che essere contenta di essere nata e cresciuta in un paese dove la creatività e la buona arte è ovunque. Sicuramente andrebbe meglio valorizzato l’artista e quelle che sono le sue opere artistiche, ma il clima creativo e artistico che è presente in Italia è sicuramente forte e con radice ben salde e profonde.
Ti piace la situazione creativa internazionale?
La situazione creativa internazionale è molto complessa e intrecciata; cambia con una velocità impressionante e purtroppo spesso risulta troppo condizionata dalla situazione economica e politica, che detta le condizioni di sviluppo.
Disegnare, preparare, creare… Da quando tempo sei attiva?
Ufficialmente da due anni a questa parte quando ho iniziato a fare del mio sogno e della mia passione un lavoro; silenziosamente credo da tanto tempo, da quando passavo le mie serate nella mia cameretta davanti a un foglio e tanti matite colorate per soddisfare la mia voglia di creare qualcosa.
Sei soddisfatta della risposta del pubblico alle tue creazioni?
Si, non posso lamentarmi. Nel mio piccolo, ricevo apprezzamenti e interesse per le mie piccole opere e molti stimoli e tanta fiducia per continuare nella mia strada. Anche la mia prima opera di design pur non avendo vinto il concorso, ha avuto il suo riscontro positivo nelle persone, stimolandomi a realizzare l’elemento di arredo e a non lasciare il progetto solo in un foglio di carta, dandomi molti input nel continuare a percorrere questa via.
Sei emozionata quando presenti le tue creazioni a tanta gente?
Assolutamente sì, e guai se non fosse così… È proprio quell’emozione che ti porta a continuare, perfezionarti e credere in ciò che fai.
Il tuo percorso è interessante… Hai qualche aneddoto particolarmente significativo?
Ma sicuramente c’è un episodio per me molto significativo che ricordo sempre e mi aiuta in certi momenti ed è legato all’ammissione per la facoltà di architettura che in Italia è a numero chiuso. Ricordo quel periodo benissimo: dovevo a tutti costi passare il test perché non avevo un piano B in caso negativo. Dall’ansia e dalla paura feci il compito male e risultai fuori di parecchi posti; compilai la domanda per essere ripescata con l’assoluta convinzione di non rientrare perché troppo lontana in graduatoria ma dovevo tentare anche l’impossibile. Ero persa, non sapevo che fare in alternativa, non vedevo luce in fondo al tunnel fino a quando scoprì di essere entrata nella facoltà di architettura come l’ultima dei ripescati. Ricordo la mia faccia e l’emozione quando vidi in punta di piedi il mio nome in piccolo nell’ultima colonna in basso e pensai “è destino che diventi Architetto”
Progetti futuri? Impegni ambiziosi?
Tra i miei progetti futuri c’è quello sicuramente di continuare a studiare e specializzarmi nel settore dell’arredo e del design per il quale ho una forte passione; la voglia di saperne di più e conoscere meglio il settore è molto forte. Tra gli impegni ambiziosi c’è sicuramente quello di collaborare un domani con gli artigiani della Sardegna, per la creazione di nuove collezioni nel tipico stile delle tradizioni sarde, che guardo sempre con particolare interesse.
Vuoi ringraziare qualcuno?
Sicuramente il primo ringraziamento va a te Luca che mi hai dato questa possibilità, sperando di poter essere stata di stimolo soprattutto a tanti altri laureati che, finita l’università, a causa della difficile situazione sarda e italiana, smettono di credere in quello per cui hanno studiato. In secondo luogo ai miei familiari che più di tutti credono in me e mi stimolano a non mollare mai.
Daniela, sono io che devo ringraziare te. Mi hai permesso di leggere una bella e divertente intervista. Infatti se riesci a risolvere il problema dell’immenso guardaroba femminile diventerò il tuo fan numero uno. Complimenti per il tuo talento che rende le tue creazioni affascinanti e che questa intervista sia per te di buon auspicio.
Concordo come sempre. Davvero belli i tuoi disegni e visto che sei una vincente, se vuoi, puoi presentare il meraviglioso premio che hai vinto. Congratulazioni e benvenuta anche da parte mia Daniela.