Il “mostro di Foligno” è uscito dal carcere: ora verrà ospitato in una struttura a Capoterra.
È uscito dal carcere dove ha scontato una condanna per aver ucciso due bimbi, tra il 1992 e il 1993. Ora Luigi Chiatti, il “mostro di Foligno”, arriverà in Sardegna: per la sua “pericolosità sociale” sarà ospitato nella Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), a Capoterra, dove dovrà restare almeno per i prossimi 3 anni dopo che stamani ha lasciato il carcere pratese della Dogaia. La destinazione, secondo quanto si apprende, è stata individuata ieri sera dopo che era stato scartato il ricovero di Chiatti nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino. Chiatti arriverà in Sardegna domani mattina.
La nuovissima struttura di Capoterra dispone di un massimo di 16 posti letto, due dei quali riservati alle donne. È stata creata come una comunità con stanze singole o in comune, spazi per guardare la televisione e un cortile. Garantita la massima sicurezza. La Rems dotata di vetri blindati antisfondamento e antiproiettile e recinzione anti scavalcamento. Il servizio di vigilanza è garantito dalla presenza di guardie giurate. Il personale al lavoro è composto da uno psichiatra a tempo pieno e tre che invece lavorano anche con il Dipartimento di salute mentale della Asl 6. In servizio anche uno psicologo, un tecnico della riabilitazione, dieci infermieri, cinque operatori socio sanitari, un amministrativo e un assistente sociale.
Le famiglie delle vittime “temono che il trasferimento di Chiatti in Sardegna, all’interno di una residenza sanitaria, costituisca un mero ripiego”. A sottolinearlo è il loro legale, l’avvocato Giovanni Picuti. “Il fatto che si sia scelta un’isola – sostiene Picuti – dimostra i timori del magistrato in ordine alla concreta possibilità di recidiva, ma non risolve il problema. L’Ordinamento, prima di sperimentare la guarigione dei criminali psichiatrici, ha il dovere di garantire il loro internamento e l’incolumità delle persone. Siamo di fronte alla manifesta incapacità dello Stato di porre in atto provvedimenti di corretta politica giudiziaria – conclude l’avvocato Giovanni Picuti -, così come ragionevolmente auspicati dalla generalità dei cittadini”. Via: sardiniapost