I vaccini sono stati salutati come “salvatori dell’umanità”, il loro arrivo ha rappresentato un vero punto di svolta e tramite loro siamo passati da un’epoca di malattia frequente e grave ad una (quella odierna) di benessere, salute, sicurezza. Ma come spesso accade è proprio la mancata conoscenza di un fatto che ci rende ignoranti e che può causare errori pericolosi, non vedere più bambini con la poliomielite ci fa sentire distanti dal problema, come se questo non esistesse e per lo stesso motivo tanti genitori continuano a porsi delle domande che per i nostri nonni avevano una risposta scontata e semplice: mi vaccino per non ammalarmi e per non fare ammalare i miei figli.
Prima di capire da quali malattie ci proteggono le vaccinazioni vi racconto una storia simpaticissima, esatto esempio di come i catastrofisti combinino sfracelli anche nel pubblicizzare le loro teorie.
Ricordate il Premio Randi? Quello istituito da James Randi (lo smascheratore della truffa di Benveniste sull’omeopatia ed oggi il maggiore investigatore scettico esistente) che offre 1000000 di dollari a chiunque riesca a dimostrare ma sotto controllo la possibilità di un fatto scientificamente impossibile (dalla rievocazione dei morti agli oroscopi, dall’omeopatia alla telepatia)?
Dopo decenni il premio è ancora lì. Nessuno lo ha ritirato e nessuno è stato capace di dimostrare in nessun modo, l’effettiva esistenza di un fenomeno “paranormale” nè di altri fenomeni antiscientifici. Eppure il premio farebbe gola a chiunque, figuriamoci a chi vende acqua “medica” o a chi sposta tavolini con la forza del pensiero.
Anche il complottismo antivaccinico ci ha provato, ma con risultati non altrettanto vincenti e soprattutto con una figura disonorevole.
La sfida “antivaccinica” è stata lanciata da un attivista di questo movimento, Jock Doubleday, direttore di Spontaneous Creation Publishing, un’organizzazione americana attiva nella divulgazione del “tutto naturale“, dall’alimentazione, alle cure, alla nascita e contraria ai vaccini, ai farmaci ed ai ricoveri ospedalieri. Un complottista che nega i fatti dell’11 settembre 2001 e che nega l’esistenza del virus dell’AIDS. Un complottista di quelli veri insomma.
Il “naturopata” americano ha offerto una somma di denaro (oggi sono 215.000 dollari) a chi, medico o responsabile di aziende farmaceutiche, avesse accettato di assumere pubblicamente una mistura contenente gli stessi additivi contenuti in un vaccino, nella stessa quantità raccomandata ad un bambino di 6 anni.
Alla mistura, sarebbe stato aggiunto il Thimerosal anche se oggi la maggioranza dei vaccini non contengono più questo additivo.
“Jock Doubleday, director of the California 501(c)3 nonprofit corporation Natural Woman, Natural Man, Inc., hereby offers $75,000.00 to the first medical doctor or pharmaceutical company CEO who publicly drinks a mixture of standard vaccine additives ingredients in the same amount as a six-year-old child is recommended to receive under the year-2005 guidelines of the U.S. Centers for Disease Control and Prevention. (In the event that thimerosal has recently been removed from a particular vaccine, the thimerosal-containing version of that vaccine will be used.)”
Il furbastro credeva di stupire tutti mostrando che nessun medico si sarebbe esposto per un test tanto idiota quanto inutile. Ma si era sbagliato, qualcosa non andò come da lui previsto.
A gennaio 2009 un ricercatore con esperienza in immunologia Martin Robbins, ricevette una mail da un collega con la notizia di quella sfida.
Accettò e rispose allo sfidante inviandogli un gentile messaggio.
Dear Jock
I am more than happy to proceed with your challenge. Although not a medical doctor, I have research experience in immunology, and have written a book chapter on immune system modelling. Please let me know how we proceed.
Martin.
Gli chiede insomma di partecipare alla “sfida” avendo esperienza di immunologia pur non essendo un medico e chiese informazioni per iniziare “l’esperimento”. Il contatto fu via mail ma non fu dei più amichevoli. Probabilmente la sicurezza di Doubleday era stata messa in crisi dalla velocità con la quale la sua “sfida” venne raccolta. Rispose così al messaggio di accettazione da parte di Martin e dal messaggio si capì che non era certo felice di aver trovato un volontario…:
Hi Martin/idiot,
If you’re “happy” to drink poisons (huh?), please begin by READING THE RULES:
http://www.spontaneouscreation.org/SC/$75,000VaccineOffer.htm
Thanks!
Wishing that more people did ANY research at all,
Jock
In pratica lo chiama idiota senza nessun motivo e gli scrive: “se sei felice di bere del veleno, comincia a leggere il regolamento…“.
In pratica attaccava una persona semplicemente perchè aveva accettato la sfida che lui stesso pubblicizzava.
Doubleday cercò quindi mille scuse per evitare la “prova“, iniziò a minacciare quel ricercatore ad insultarlo fino a trovare mille scuse per evitare l’insistenza di Martin e quindi per non pagare la somma promessa oltre a fare una figuraccia planetaria.
Trovò una scusa banale, come la clausola che quella mistura doveva essere “provata” obbligatoriamente da un medico o dal responsabile di una azienda farmaceutica e non da altre figure scientifiche. Una bella svicolata insomma…
Ma Peter non si dette per vinto.
Inviò diverse mail a colleghi e conoscenti ed in breve molti di loro risposero dicendosi disposti a partecipare.
Così fu inviata a Doubleday un’altra candidatura e poi un’altra ed un’altra ancora, mentre decine di medici si offrivano di loro spontanea volontà scrivendo al “naturopata” e contattandolo direttamente dal suo sito.
Doubleday andò su tutte le furie, ebbe una crisi isterica cominciando ad attaccare tutti, accusandoli di complotto (eh…ma allora è una fissazione!) e non accettò nessuna candidatura, prima con le scuse più insulse ed alla fine direttamente senza rispondere ai candidati.
Chi riceveva una risposta leggeva solo insulti ed un altro scienziato racconta la sua esperienza a dir poco tragicomica con Doubleday.
Così finì la “sfida” dell’alternativo che voleva far bere il vaccino ad un rappresentante della scienza, ne trovò centinaia: urlando ed insultando non fu capace di mantenere le sue promesse, ha fatto una figuraccia megagalattica ma non contento ancora oggi scrive che nessun medico ha accettato la sua sfida e continua ad aumentare il montepremi.
Quando non c’è dignità è inutile insistere…
Ed ora andiamo all’argomento dell’articolo: cosa sarebbe stato il mondo senza vaccini?
Ne ho parlato nell’ultimo articolo dedicato alle vaccinazioni.
Un elemento che sostengo da sempre è che la diffidenza nei confronti dei vaccini deriva soprattutto (ed è un colmo) proprio da quel benessere che quei vaccini ci hanno regalato.
Non tanti anni fa erano visibili, nella vita di ogni giorno, i danni e le sequele causate da quelle malattie che oggi, se non scomparse, sono diventate una rarità.
A costo di sembrare crudo e di mostrare immagini poco gradevoli, voglio immaginare per un attimo cosa sarebbe il mondo senza vaccini.
Attenzione, qui non si parla di ipotesi o di scenari fantascientifici si parla di malattie che colpivano i bambini, i loro genitori, intere classi e che erano proprio per questo accettate come “normali” come possibilità. Un figlio morto per difterite non era un caso eccezionale, così come un bambino gravemente inabile per colpa della poliomielite. Quando avete un po’ di tempo, concedetevelo per leggere l’interessantissimo ed avvincente articolo di Dario Bressanini, qui. Da non perdere.
La distanza di tempo e fisica da quelle immagini ci fa credere di essere protetti (da cosa…chi ci ha protetto? Saranno stati i vaccini?) dalle gravissime malattie dei nostri nonni e soprattutto ci rende convinti (falsamente) che quelle malattie non possano più tornare. Molti di noi credono che malattie gravissime come quelle debellate siano un ricordo preistorico, non ci riguardino.
Non è una colpa ma è bene che ci si renda conto di quello che la scienza ha fatto per l’umanità e mettere da parte convinzioni stupide e controproducenti.
Questo lo farei presente anche a quei medici che non hanno mai visto una poliomielite in vita loro e si permettono di sparare a zero sui vaccini. In fondo sono dei fortunati, ignoranti ma fortunati.
O lo farei presente a quel medico che ha sconsigliato la vaccinazione anti influenzale alla donna in gravidanza (perchè secondo lui “non testato” ed “inutile”) che ha passato quasi due mesi in gravissime condizioni intubata (in respirazione artificiale) in un reparto di rianimazione. Suo figlio appena nato un giorno saprà con chi prendersela.
Ripeto: mi scuso se certe immagini si dimostrano dure o impressionanti ma leggendo le fandonie degli antivaccinisti (e qualche commento comparso in questo blog) sono sempre più convinto che a volte servono…le “maniere forti” per spiegare la realtà, negata per principio da chi fa dell’ignoranza una bandiera di propaganda.
Le malattie dalle quali ci proteggono i vaccini, non sono malattie “rare” o trasmissibili in particolari condizioni, sono malattie che circolavano normalmente nei nostri ambienti quotidiani: la scuola, la famiglia, il lavoro.
Conosciamo tutti le malattie che i vaccini hanno sconfitto?
Lo sappiamo cosa sono la Difterite, la Poliomielite ed il Vaiolo?
Interessa saperlo? Così, tanto per capire che malattie potevamo contrarre se nascevamo poche decine di anni fa…:
Difterite
La difterite: è causata da un batterio ed è caratterizzata dalla formazione di “agglomerati” batterici che producono una tenace sostanza membranosa. Da quel punto l’infezione si propaga in tutto l’organismo. Quando queste “membrane” si formano sulle tonsille e sull’apparato orofaringeo, si determina un quadro gravissimo che può arrivare fino alla morte. Il soffocamento infatti era una delle cause tipiche di morte da difterite. In epoca prevaccinale venivano contagiati circa il 10% dei bambini con una mortalità che raggiungeva picchi del 50%.
Lesioni da difterite sul collo
Le “membrane” su tonsille e faringe
Poliomielite
È una malattia causata da un virus, molto contagiosa con vari sintomi alcuni dei quali, quelli più gravi e di tipo neurologico, irreversibili. Il virus della poliomielite è “neurotropo” ha cioè molta affinità per le cellule nervose e le attacca distruggendole o danneggiandole. Oggi la poliomielite è ancora diffusa nei paesi poveri dove la vaccinazione è di difficile accesso. Molti non sanno che quelli che erano i bambini poliomielitici di qualche decennio fa ancora oggi seguono cure riabilitative (ed esistono istituti specializzati) per migliorare la loro sintomatologia). Negli USA vi sono centri di altissimo livello (e costosissimi) per la riabilitazione dei “sopravvissuti da polio“.
Due bambine affette da poliomielite
Se la paralisi degli arti era la menomazione più evidente, centinaia di bambini (soprattutto) ed adulti venivano colpiti da paralisi respiratoria con conseguente condanna a vivere all’interno di un “polmone d’acciaio“.
Questi macchinari (sconosciuti ai più giovani) erano delle enoemi “bare” nelle quali l’individuo malato viveva, si alimentava e respirava, l’unica alternativa alla morte per insufficienza respiratoria.
Centinaia di bambini nel polmone d’acciaio:
Negli Stati Uniti, la poliomielite assunse le caratteristiche di vera e propria emergenza nazionale, un’atmosfera da caccia alle streghe con mamme che tenevano i bambini chiusi a casa per il pericolo di contagio e stragi di gatti che furono sospettati di propagare la malattia. Furono avviate campagne d’informazione vastissime e vere e proprie opere di educazione sanitaria per una malattia che poteva seriamente minacciare il benessere dell’intera specie umana. Nell’immagine successiva Elvis Presley con un bimbo poliomielitico:
Qualcuno sostiene che la poliomielite era così diffusa per le precarie condizioni igieniche delle nostre città ma la teoria non ha fondamento per due motivi: negli anni 60-70 le condizioni igieniche erano ad un livello accettabile e simile a quello odierno e soprattutto la drastica diminuzione dei casi di polio non sono dovuti ad una “disinfezione” generale delle città ma sono coincise con la diffusione delle vaccinazioni. Inoltre persone di alto livello socio culturale ed economico erano colpite dalla polio esattamente come i più “poveri”; ecco un esempio noto, anche se ancora dibattuto (non è del tutto chiara la natura del suo problema), il presidente degli Stati Uniti Roosevelt:
Vaiolo
Malattia infettiva provocata da un virus e tipica solo dell’uomo, eradicata nel 1979. Avete letto bene. Una malattia terribile che colpiva l’uomo è scomparsa per sempre, è stata eliminata da un vaccino (che è il risultato della ricerca e del genio dell’uomo) che ha affiancato il miglioramento e la programmazione dell’organizzazione sanitaria. La malattia era caratterizzata da febbre, malessere, esàntema (chiazze e macchie sulla pelle), pustole ed infine croste. Ognuno di questi sintomi seguiva l’altro con il progredire della malattia. La sua conseguenza tipica è la presenza di profonde cicatrici deturpanti, in volto ma anche nel resto del corpo e la mortalità è molto elevata (nelle forme Major fino al 50%). Fino a qualche anno addietro era possibile incontrare persone con il volto sfigurato dalle lesioni del vaiolo (qualche anziano lo si incontra anche oggi). La malattia ha un decorso veloce e particolarmente allarmante. Questo virus come detto oggi non esiste più e dei campioni sono conservati a scopo scientifico negli Stati Uniti ed in Russia. E’ stato ipotizzato l’uso del virus del vaiolo come arma biologica (che sarebbe terribile) e per questo le maggiori nazioni civilizzate conservano ancora oggi molte dosi di vaccino antivaiolo. Italia compresa. Nell’eradicazione della malattia hanno avuto un ruolo fondamentale (forse più della stessa vaccinazione) misure di isolamento, quarantena ed identificazione dei focolai di malattia. La vaccinazione antivaiolosa è ricca di effetti collaterali e quindi è da effettuare solo in caso di effettiva necessità.
Bambini con lesioni da vaiolo
L’ultima persona al mondo che ha contratto il vaiolo in natura è stato Ali Maow Maali nel 1977, non era vaccinato:
Pertosse
Causata dalla Bordetella Pertussis (un batterio) è una malattie molto contagiosa che si diffonde per via aerea.
E’ caratterizzata da accessi molto violenti di tosse che compaiono durante l’espirazione e possono provocare gravissimi casi di ipossia (mancanza di ossigeno). Il bambino infatti manifesta delle crisi di vero e proprio soffocamento, soprattutto nei bambini più piccoli.
La fase parossistica dura dalle 2 alle 3 settimane, poi migliora progressivamente. Molti bambini richiedono ospedalizzazione per l’alta incidenza di complicanze (soprattutto polmoniti). Anche la mortalità è elevata (2 casi su 1000).
Con le vaccinazioni la sua incidenza è molto più limitata riducendosi a circa 150.000 casi l’anno (nel 2008) contro i quasi 2.000.000 degli anni 80 (nel mondo, dati WHO). C’è da aggiungere che la vaccinazione antipertosse non è diffusa come dovrebbe e la maggioranza dei decessi e delle complicanze riguarda i paesi meno sviluppati.
E’ inoltre una malattia che per le sue caratteristiche allarma tantissimo i genitori che non sanno come affrontare le emergenze e le crisi parossistiche. I più anziani tra i lettori, possono ricordare con terrore le nottate accanto ai propri figli con la pertosse. Bambini che arrivavano a soffocare, cianotici, sofferenti, erano un passaggio quasi “obbligatorio” nelle famiglie di qualche anno fa.
Queste sono solo alcune delle malattie debellate o ridotte drasticamente con le vaccinazioni.
Ma non fermiamoci “solo” alle terribili conseguenze fisiche di queste malattie. Pensate cosa doveva essere per un bambino la malattia e soprattutto la segregazione (i malati soprattutto nelle fasi iniziali della malattia erano tenuti in quarantena in reparti appositi). Dal punto di vista psicologico, questi bambini erano molto lontani da quelli di oggi. La famiglia (specie in zone rurali) vedeva il “sacrificio di un figlio” quasi come un obolo da pagare per il fatto stesso di essere in vita e la morte stessa non era “sempre” un evento tragico. Questo lo noto ancora oggi quando raccolgo le storie (per lavoro) di anziane signore: mi raccontano eventi drammatici (come la morte di quattro figli su otto di polio o vaiolo) come se nulla fosse, senza nessun rimpianto apparente, dicendomi solo frasi come: “…a quei tempi era così…“.
Cosa provava per esempio una bambina di sei anni quando veniva ricoverata in ospedale per la poliomielite che l’aveva colpita?
Le prime notti era un incubo perchè non c’era posto per me nelle corsie dei più piccoli. Così mi misero nelle corsie dedicate agli adolescenti e non so perchè, questi si divertivano a tormentarmi, cose tipo tirarmi la carrozzina o divertirsi alle mie spalle quando io piangevo poichè ero stata separata da mia mamma. Loro si divertivano a scontrarsi con me ed io ero perplessa in quanto non gli avevo fatto nulla.
Così…sono stati giorni davvero duri. Non mi riconoscevo in una tipica bimba di sei-sette anni, non so davvero se mi dissero la verità sul perchè io fossi in quel posto. Forse io pensavo di aver fatto qualcosa di terribile e di essere stata punita…
Agli antivaccinisti dico: invece di raccontarmi che i vaccini sono inutili e dannosi (io ho studiato e quindi so che non è vero, inutile dirlo a me) raccontatelo alle mamme di questi bambini oppure ai bambini stessi. Se avete il coraggio di farlo e se non temete i linciaggi, naturalmente…
Visto che probabilmente l’argomento vaccini sarà trattato di nuovo solo in caso di novità o nuovi “allarmi” vi consiglio una lettura molto interessante e competente. Un blog dedicato proprio alle vaccinazioni che smonta con accuratezza e documentazione (così si fa, brava UlrikeS) tutte le stupide bufale nate in questi mesi sui vaccini, finalmente qualcuno che mette a disposizione le sue conoscenze contro le bufale sanitarie terroristiche (cominciavo a sentirmi solo…). Mi scuso di nuovo se alcune immagini hanno urtato la vostra sensibilità ma visto che i “terroristi medici” utilizzano immagini “forti” per colpire chi legge ed inventare false catastrofi, le utilizzo anche io ma per illustrare la realtà. Alla prossima. Source: medbunker