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Giorno del ringraziamento

Il Giorno del ringraziamento (Thanksgiving Day in inglese), o più semplicemente “il Ringraziamento”, è una festa di origine cristiana osservata negli Stati Uniti d’America (il quarto giovedì di novembre) e in Canada (il secondo lunedì di ottobre) in segno di gratitudine verso Dio per il raccolto e per quanto ricevuto durante l’anno trascorso.

Storia
Questa storica tradizione, in origine di derivazione religiosa ma ora considerata secolare, risale a una celebrazione avvenuta nel 1621 e ripetuta in modo più documentato nel 1623. Quando fu effettuato il raccolto nel novembre 1623 William Bradford, Governatore della Colonia fondata dai Padri Pellegrini, a Plymouth, nel Massachusetts, emise l’ordine:
«Tutti voi Pellegrini, con le vostre mogli e i vostri piccoli, radunatevi alla Casa delle Assemblee, sulla collina… per ascoltare lì il pastore e rendere Grazie a Dio Onnipotente per tutte le sue benedizioni.»
I Padri Pellegrini, perseguitati in patria per le loro idee religiose piuttosto integraliste, decisero all’inizio del diciassettesimo secolo di abbandonare l’Inghilterra e andare nel Nuovo Mondo, l’attuale America del Nord. 102 pionieri (52 uomini, 18 donne e 32 bambini) imbarcati a bordo della Mayflower, arrivarono sulle coste americane nel 1621, dopo un duro viaggio attraverso l’Oceano Atlantico; durante il viaggio molti si ammalarono e alcuni morirono.
Quando arrivarono, con l’inverno ormai alle porte, si trovarono di fronte a un territorio selvatico e inospitale, fino ad allora abitato solo da nativi americani. I Pellegrini avevano portato dall’Inghilterra dei semi di vari prodotti che si coltivavano in patria e li seminarono nella terra dei nuovi territori. Per la natura del terreno e per il clima, la semina non produsse i frutti necessari al sostentamento della popolazione, per cui quasi la metà di loro non sopravvisse al rigido inverno. Questa situazione rischiava di riproporsi anche l’anno successivo se non fossero intervenuti i nativi americani, che indicarono ai nuovi arrivati quali prodotti coltivare e quali animali allevare, nella fattispecie il granturco e i tacchini.
Dopo il duro lavoro degli inizi, i Pellegrini indissero un giorno di ringraziamento a Dio per l’abbondanza ricevuta e per celebrare il successo del primo raccolto. I coloni invitarono alla festa anche gli indigeni, ai quali dovevano molto se la loro comunità aveva potuto superare le iniziali difficoltà di adattamento nei nuovi territori, gettando le basi per un futuro prospero e ricco di ambiziosi traguardi. Nel menù di quel primo Ringraziamento americano ci furono pietanze che divennero tradizione per le feste – in particolare il tacchino e la zucca – insieme ad altre carni bianche, carne di cervo, ostriche, molluschi, pesci, torte di cereali, frutta secca e noccioline.
Il 29 giugno 1676 Edward Rawson redasse una proclamazione ufficiale di Thanksgiving per conto del governatore della contea di Charleston, in Massachusetts, che aveva deciso di indire un giorno di ringraziamento per la buona sorte di cui godeva la comunità e per celebrare la vittoria contro gli “indigeni pagani”, cioè gli stessi nativi americani che avevano accolto e condiviso il territorio con Bradford e gli altri fondatori della colonia di Plymouth.
Nei secoli successivi la tradizione del Thanksgiving si estese a tutto il Paese. Le tredici colonie (i primi stati americani) non celebrarono contemporaneamente il Giorno del ringraziamento fino all’ottobre del 1777, quando ne fu indetto uno per festeggiare la vittoria contro gli inglesi a Saratoga nella guerra per l’indipendenza. Fu George Washington, il primo presidente degli Stati Uniti d’America, a dichiarare la festa per tutti gli stati nel 1789 proclamando una giornata nazionale di ringraziamento. Molti risero dell’idea, a cominciare da Thomas Jefferson, che da presidente non vi diede alcun seguito. Ma a metà del XIX secolo il Thanksgiving era diffuso nella maggior parte del territorio americano e osservato da tutti gli strati sociali, dai ricchi ai meno abbienti.

I discorsi ufficiali
Il Congresso delle colonie ribelli alla Corona d’Inghilterra fece una prima Proclamazione nazionale di Thanksgiving nel novembre 1777, in piena Guerra di indipendenza americana. Una seconda Proclamazione fu emessa nel 1791. Nei primi trent’anni di vita della Costituzione, furono sei i discorsi solenni pronunciati dai vari Presidenti degli Stati Uniti in occasione della Festa del ringraziamento. George Washington ne fece due, John Adams due, Thomas Jefferson nessuno e James Madison due. Fra il 1815 e il 1861 non ve ne furono più ma, iniziatasi la Guerra Civile, Abramo Lincoln ne fece una per il Thanksgiving del 1862 e un’altra l’anno dopo. Dopo di lui tutti i Presidenti hanno sempre tenuto un discorso solenne per il Thanksgiving di ogni anno.

Proclama di Washington del 1789
«Poiché è il dovere di tutte le Nazioni riconoscere la provvidenza di Dio Onnipotente e obbedire alla sua volontà, di essere grati per i suoi benefici e di implorare umilmente la sua protezione e il suo favore – e poiché entrambe le Camere del Parlamento mi hanno chiesto, attraverso la loro Commissione congiunta, “”di raccomandare al Popolo/alla Gente degli Stati Uniti una giornata di pubblico ringraziamento e preghiera da osservare riconoscendo con cuori grati i molti segnati favori di Dio Onnipotente, in modo particolare dando loro l’opportunità di stabilire pacificamente una forma di governo per la loro sicurezza e felicità.”
Adesso io raccomando e stabilisco che giovedì 26 novembre prossimo sia dedicato dalla Gente/dal Popolo di questi Stati al servizio di quel grande e glorioso Essere, che è l’Autore benefico di tutto il bene che è stato, che è o che sarà Che noi possiamo allora unirci tutti nel rendere a lui i nostri grazie sinceri e umili – per la sua gentile premura e protezione del Popolo di questo paese prima che diventasse una Nazione – per le molte e segnate mercedi e le interposizioni favorevoli della sua provvidenza, di cui abbiamo fatto esperienza nel corso e nella conclusione dell’ultima guerra – per il grande grado di tranquillità, unione e abbondanza di cui abbiamo da allora goduto – per il modo pacifico e razionale con cui ci è stato permesso di istituire costituzioni di governo per la nostra sicurezza e felicità, e in particolare per quella nazionale recentemente ordinata, per la libertà civile e religiosa con cui siamo benedetti e i mezzi che possediamo per acquisire e diffondere i saperi utili; e in generale per tutti i favori grandi e svariati che Egli si è compiaciuto di conferirci.
E che possiamo allora anche unirci nell’offrire umilmente le nostre preghiere e suppliche al grande Signore e Regnante sulle Nazioni e implorarlo di perdonare le nostre trasgressioni nazionali e no – per metterci tutti in grado, sia in posizioni pubbliche sia private, di eseguire i nostri doveri puntualmente e correttamente e per rendere il nostro governo nazionale una benedizione a tutta la Gente/il Popolo, mantenendolo sempre un governo fatto di leggi sagge, giuste e costituzionali, eseguite e obbedite con discrezione e fedeltà – per proteggere e guidare tutti i Sovrani e le Nazioni (particolarmente quelle che si sono dimostrate gentili con noi) e benedirli con un buon governo, con la pace e la concordia – Per promuovere la sapienza e la pratica della vera religione e virtù, e l’aumento della scienza fra loro e noi – e in generale per concedere a tutta l’umanità un tale grado di prosperità temporale quale egli solo sa essere la migliore.
New York, il terzo giorno di ottobre nell’anno del Signore 1789.»

Proclama di John Adams del 1798
«Dato che la sicurezza e la prosperità delle nazioni dipendono in ultima analisi ed essenzialmente dalla protezione e la benedizione di Dio Onnipotente, e dato che il riconoscimento nazionale di questa verità è non solo un dovere indispensabile che il popolo deve a Lui, ma un dovere la cui influenza naturale è favorevole alla promozione di quella moralità e devozione senza la quale la felicità sociale non può esistere, né le benedizioni di uno Stato libero possono essere godute; […] i giusti giudizi di Dio contro l’iniquità prevalente sono un richiamo forte al pentimento e alla correzione di vita; […]
Raccomando che mercoledì 9 maggio sia osservato in tutti gli Stati Uniti come giornata di solenne umiliazione, digiuno e preghiera, affinché i cittadini di questi Stati, astenendosi quel giorno dalle loro occupazioni normali, offrano le loro devozioni al Padre delle Misericordie […] riconoscere davanti a Dio i molteplici peccati e trasgressioni di cui siamo giustamente accusabili come singoli e come nazione, implorandolo allo stesso tempo, per la Sua infinita grazia, attraverso il Redentore del Mondo, di rimettere tutti i nostri peccati e inculcarci tramite il Suo Santo Spirito a quel sincero pentimento e conversione che possa darci motivo di sperare nel suo inestimabile favore e benedizione celeste […] E infine raccomando che in questo giorno i doveri di umiliazione e preghiera siano accompagnati da fervidi ringraziamenti al Datore di Ogni Dono, non solo per aver finora protetto e preservato il popolo di questi Stati Uniti nel godimento indipendente della loro libertà religiosa e civile ma anche per averli fatti prosperare in un meraviglioso progresso di popolazione e per aver conferito su di loro molti e grandi favori che portano alla felicità e alla prosperità di una nazione.
Il Presidente: John Adams.»

Proclami di James Madison
Vi ritornò James Madison nel 1814, su richiesta delle due Camere del Congresso degli Stati Uniti che in una risoluzione congiunta comunicavano il desiderio, dati i tempi di calamità (la guerra del 1812 con l’Inghilterra) di far osservare al popolo “un giorno di umiliazione pubblica e digiuno e di preghiera a Dio Onnipotente per la sicurezza e il benessere di questi Stati”.
«Avendo le due Camere della Legislatura nazionale con risoluzione congiunta espresso il desiderio che nel tempo presente di calamità pubblica e guerra si possa raccomandare al popolo degli Stati Uniti di osservare un giorno di pubblica umiliazione e digiuno e di preghiera a Dio Onnipotente per la sicurezza e il benessere di questi Stati, la sua Benedizioni sulle loro armi e un pronto ripristino della pace, ho ritenuto appropriato raccomandare con questa proclamazione che Giovedì, 12 gennaio prossimo, sia designato come giorno in cui tutti possano avere l’opportunità di offrire volontariamente e all’unisono nelle rispettive assemblee religiose la loro umile adorazione al Grande Sovrano dell’Universo, di confessare i loro peccati e trasgressioni e di rafforzare i loro voti di pentimento e emendamento. Saranno invitati da questa stessa occasione solenne a chiamare a mente i distinti favori conferiti sul popolo americano nella salute generale goduta, negli abbondanti frutti della stagione, nel progresso delle arti, strumenti del loro conforto, della loro prosperità e della loro sicurezza, e nelle vittorie che hanno così potentemente contribuito alla difesa e alla protezione dei nostro paese, una gratitudine devota per tutto che dovrebbe essere frammisto alle loro supplica al Genitore Benefico della Razza Umana, affinché voglia perdonare tutte le loro offese contro di Lui; sostenerli e ravvivarli nell’esecuzione dei loro doveri; continuare a donare loro i vantaggi preziosi che derivano da istituzioni politiche così benefiche per la loro sicurezza contro i pericoli dall’esterno, alla loro tranquillità domestica e alle loro libertà civili e religiose […]
Dato nella città di Washington, il 16mo giorno di novembre, 1814, e il 38mo anno dell’Indipendenza degli Stati Uniti.»

Proclami di Abramo Lincoln
La tradizione interrotta fu ripresa nel 1862 e nel 1863 dal presidente Abraham Lincoln, il quale collocò la festa nel calendario al quarto giovedì di novembre, data che da quel momento è rimasta sempre uguale. Nessuno dei presidenti in carica dai tempi di Lincoln ha più omesso di emettere il proclama annuale di ringraziamento. Dietro la decisione del presidente di riprendere la tradizione dei proclami ufficiali interrotta dopo Madison ci fu la scrittrice Sarah Josepha Hale, una delle donne più importanti, benché poco riconosciuta, della storia americana, la quale influenzò il presidente a proclamare ufficialmente un giorno di ringraziamento, convinta che osservarlo avrebbe unito il Paese e lo avrebbe riappacificato, durante il periodo difficile della Guerra di Secessione. Nel 1941, infine, il Congresso degli Stati Uniti la proclamò festa legale.
La Proclamazione di ringraziamento del 1863 diceva:
«L’anno che si avvia alla fine è stato ricolmo della benedizione di campi fruttuosi e di cieli salubri. A queste munificenze, di cui godiamo così costantemente da essere portati a dimenticare la loro fonte, se ne sono aggiunte altre di natura così straordinaria da non poter che penetrare e addolcire anche i cuori abitualmente insensibili alla Provvidenza sempre vigile di Dio Onnipotente. In mezzo a una Guerra civile di ineguagliata portata e severità, che talvolta è sembrato invitare e provocare l’aggressione degli Stati stranieri, è stata preservata la pace con tutte le nazioni, è stato mantenuto l’ordine, sono state rispettate e obbedite le leggi ed è prevalsa l’armonia ovunque tranne che nel teatro del conflitto militare; mentre quel teatro si è grandemente ristretto con l’avanzare degli eserciti e delle marine dell’Unione. La necessaria deviazione della ricchezza e delle forze dai campi dell’industria pacifica alla difesa nazionale non hanno arrestato l’aratro, le navette o le navi; l’ascia ha allargato i confini dei nostri insediamenti e le miniere, di ferro come di carbone e dei metalli preziosi, hanno prodotto ancora più abbondantemente di prima. La popolazione è aumentata costantemente, nonostante le spoliazioni sul campo, l’assedio e il campo di battaglia; e al Paese, che gioisce nella consapevolezza di un aumento di forza e vigore, è permesso aspettarsi che continuino gli anni di grande aumento della libertà.
Nessuna mente umana ha congegnato né alcuna mano mortale ha elaborato queste grandi cose. Esse sono i doni generosi dell’Altissimo Dio, il quale, mentre ci tratta con ira per i nostri peccati, si è nondimeno ricordato della sua misericordia. Mi è sembrato giusto e appropriato che essi fossero riconosciuti con solennità, riverenza e gratitudine, con un sol cuore e una sola voce, dall’intero Popolo americano. Invito pertanto i miei concittadini in ogni parte degli Stati Uniti, e anche coloro che si trovano in mare e che soggiornano in terre straniere, di designare e osservare l’ultimo giovedì di novembre prossimo, come giornata di ringraziamento e Lode al nostro Padre benefico che abita i Cieli. […]»

La tradizione attuale
La grazia presidenziale
Alcuni giorni prima del Giorno del ringraziamento alla Casa Bianca si svolge la tradizionale cerimonia della grazia presidenziale a due tacchini, nota come National Thanksgiving Turkey Presentation. Risale al 1963 e ne fu artefice John Fitzgerald Kennedy che scelse di non cucinare il tradizionale tacchino donato al Presidente dalla National Turkey Federation fin dal 1947. Si è a lungo ritenuto che fosse stato il presidente Harry Truman a dar vita alla tradizione ma gli storici della Truman Library non sono riusciti a trovare alcuna prova che lo dimostrasse.
Dal 1989 uno dei tacchini graziati apre la parata sulla Main Street di Disneyland, poi entrambi vengono trasferiti nel ranch di Frontierland, nel parco stesso. Nonostante alla parata partecipi solo uno, ne vengono graziati due nell’eventualità che uno dei due non riesca ad arrivare vivo alla parata. A partire dal 2005 il trasferimento da Washington a Los Angeles avviene con un volo di prima classe della United Airlines.
A partire dal 2003 i cittadini americani sono invitati a scegliere il nome dei tacchini votando sul sito della Casa Bianca: dopo il primo sondaggio furono battezzati Stars e Stripes (Stelle e Strisce, nome che indica la bandiera statunitense), negli anni successivi Biscuit e Gravy (2004), Marshmallow e Yam (2005), Flyer e Fryer (2006), May e Flower (2007), Pumpkin e Pecan (2008), Courage (2009), Apple e Cider (2010), Cobbler e Gobbler (2012).

Il pranzo
La festa è molto sentita dagli statunitensi, i quali la celebrano preparando pranzi elaborati, il cui piatto principale è il classico tacchino, che viene offerto anche ai vicini di casa e alle persone meno fortunate. Solo negli Stati Uniti, più di 40 milioni di tacchini sono consumati durante il weekend festivo ogni anno.

I tipi di condimento del tacchino sono:
Nelle cittadine del sud vige l’abitudine di condire la carne con la focaccia di granturco, secondo la tradizione del “ciò che si ha, si usa”.
Nel nord degli Stati Uniti il tacchino viene condito con il wild rice, una tipica specie americana.

Tipica del pranzo del Thanksgiving è anche la salsa di ossicocco (mirtillo palustre o cranberry), fatta con bacche fresche o congelate. Un altro piatto tradizionale di questa festività sono per molti le patate dolci, unite a zucchero, spezie e burro, lo yam, o anche la torta di zucca, secondo la tradizione si mangiano anche biscotti fatti in casa.

Black Friday
Strettamente collegato al Thanksgiving day è nella tradizione americana il Black Friday, ossia il venerdì successivo, che dà inizio negli USA alla stagione dello shopping natalizio.

Le celebrazioni
Nel giorno del ringraziamento, in tutte le città americane si svolgono parate con carri allegorici e festeggiamenti di ogni tipo e con dei giganteschi pupazzi gonfiati che fanno il giro della città. Il Presidente degli Stati Uniti è solito celebrare il giorno di festa mangiando con i soldati. Il giorno del ringraziamento viene festeggiato anche nello stato libero associato di Porto Rico.

Un libro contesta la storia tramandata del primo Giorno del ringraziamento
Le due studiose nordamericane Judy Dow e Beverly Slapin si spingono a domandarsi[1] se l’elaborazione del mito del Thanksgiving non serva innanzitutto a respingere i sensi di colpa dell’uomo bianco per aver sottratto il continente ai nativi. I sostenitori della festa, tuttavia, ritengono che essa rappresenti comunque un messaggio positivo per il futuro, nonostante la massiccia manipolazione dei dati storici. La contraddizione tra i fatti storici e gli elementi mitici può essere sintetizzata per punti:
Primo Giorno del ringraziamento. Anche se l’evento ricordato (ovvero il pasto consumato insieme dai nativi e dai coloni) si è verificato nel 1621, non è corretto chiamarlo “primo Giorno del ringraziamento”, perché per i nativi il Ringraziamento per i doni della vita era un gesto quotidiano (seppur non rivolto tecnicamente al Dio cristiano), non annuale, e perché anche nella tradizione europea esistono frequenti celebrazioni di questo tipo (senza contare l’uso di ringraziare in occasione di ciascun pasto).
Pellegrini. I coloni del Mayflower non erano affatto “pellegrini”, vocabolo che indica solo quel particolare tipo di viaggiatore che si sta dirigendo verso un luogo di culto (i primi pellegrini erano gli ebrei che si recavano a Gerusalemme tre volte all’anno sin dal II millennio a.C., poi i cristiani che si recavano in “terrasanta”, sin dal IV sec., poi i musulmani che andavano alla Mecca sin dal VII sec.). I coloni si riferivano a sé stessi come “I Santi”: è possibile che immaginassero di essere diretti verso una sorta di nuova Terra Promessa, ma ciò non li rende “pellegrini”. L’attribuzione di questa denominazione risale alla fine del Settecento.
Libertà religiosa. I coloni non cercavano un luogo dove esercitare la tolleranza, ma piuttosto un luogo dove non essere perseguitati. Era ben noto a tutti che quei territori erano abitati, ma questo non impediva ai coloni di arrivare e reclamare per sé le terre come se fossero state libere.
La famosa “Roccia di Plymouth”. Nelle cronache di William Bradford si legge che i coloni calarono le scialuppe vicino alla costa, ma non si fa menzione di alcuna Roccia. È possibile che sia stata aggiunta successivamente per collegare lo sbarco al passo di Matteo 16:18, “tu sei Pietro e su questa pietra costruirò la mia chiesa”: il riferimento alle scritture avrebbe potuto persuadere della santità della colonizzazione e della predestinazione dello sbarco. Anche se i coloni non erano ancora dominanti, si comportavano come se lo fossero.
Il grano e i pop corn. Tra i cibi tradizionali c’è anche il grano, e i pop corn. La versione corrente del racconto afferma che i coloni “trovarono” del grano. Più precisamente, occorrerebbe dire che i coloni saccheggiarono dei magazzini di grano raccolto dai nativi, oltre che alcune tombe da cui rubarono gli oggetti ornamentali più belli. Non c’è alcun accenno a restituzioni, risarcimenti o pentimenti per aver preso le cose che avevano “trovato”.
L’invito dei nativi da parte dei coloni. Secondo le tradizioni orali del popolo Wampanoag, il capo Massasoit condusse 90 guerrieri (solo uomini adulti) per verificare le cause di alcuni spari che erano stati esplosi dai coloni. Solo in un secondo tempo (ma dopo che erano già arrivati) decisero di mangiare insieme: i nativi procacciarono la carne, abbattendo nei boschi cinque grandi cervi e una quantità di tacchini indiani.
Il nutrimento dei nativi da parte dei coloni. Sembra assodato che la comunità inglese fosse in gravi difficoltà alimentari (vedi la testimonianza di Edward Winslow, Good Newes from New England, 1624), e che le proteine della carne cacciata dai nativi abbiano dato un contributo rilevante al pranzo.
L’amicizia tra coloni e nativi. In realtà, già dal 1622, ci furono scontri legati al possesso delle terre coltivabili.

Il Giorno del ringraziamento nei media
Tra i principali film attinenti al Giorno del ringraziamento[2], Pocahontas (1995) della Disney, A Charlie Brown Thanksgiving (1972), Winnie the Pooh – Seasons of Giving (2003), Mouse on the Mayflower cortometraggio in b/n (1993), Schegge di April con Katie Holmes diretto da Peter Hedges (2003), il drammatico The New World – Il nuovo mondo diretto da Terrence Malick con Colin Farrell e Q’Orianka Kilcher (2006), Hannah e le sue sorelle di Woody Allen con Carrie Fisher e Michael Caine (1986), Un biglietto in due con Steve Martin e John Candy (1987), Il piccolo orfano di William Hanna e Joseph Barbera (1949), e infine A casa per le vacanze, diretto da Jodie Foster (1995).
A questi si può aggiungere una gran quantità di puntate tematiche nelle serie televisive statunitensi. Resta da menzionare il film del 1993 La famiglia Addams 2, dove a un campeggio i bambini sono obbligati a mettere in scena una rappresentazione del Giorno del ringraziamento, che Mercoledì allestirà in maniera del tutto alternativa.

Note
1.^ Judy Dow e Beverly Slapin, Deconstructing the Myths of “The First Thanksgiving”, 2003.
2.^ Top Ten Thanksgiving Movies: Top Ten Thanksgiving Movies.

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Written by Vicky Ledia

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