Passare il tempo sul social network causa conflitti e tradimenti.
Non hanno tutti i torti coloro che accusano i social network di essere deleteri per le relazioni, specialmente quelle di coppia. Secondo uno studio condotto da Russell Clayton, della Missouri School of Journalism, è Twitter a essere particolarmente pericoloso, forse ancora più di Facebook. Pare che gli utenti molto attivi su Twitter siano più esposti degli altri a conflitti con il partner, tanto da arrivare a tradimenti, rotture e, nel caso dei matrimoni, addirittura al divorzio. Tale fenomeno riguarda tutte le fasce di età: non ci sono differenze significative tra i giovani e gli adulti. Clayton sostiene che ciò sia da imputare al fatto che la piattaforma di microblogging viene percepita come sostanzialmente «innocente», neutra. Gli utenti non si sentono quindi in colpa a utilizzarla spesso, finendo con lo sviluppare una sorta di dipendenza che può portare a trascurare il partner; di qui i litigi, con tutto ciò che ne consegue. Inoltre la natura “innocua” di Twitter porta gli utenti a essere maggiormente intraprendenti nelle conversazioni; ciò aumenta la possibilità di un tradimento. In un altro studio Clayton ha peraltro volto la propria attenzione anche verso Facebook, scoprendo che l’effetto sulle coppie è simile; tuttavia, ha notato che su Facebook le relazioni iniziate da meno tempo (3 anni o meno) resistono meglio alla distrazione da social network. Su Twitter, invece, la durata non ha alcuna influenza. «Trovo interessante che gli utenti attivi su Twitter incappino in conflitti legati a Twitter e che le loro relazioni abbiano esito negativo indipendentemente dalla lunghezza delle relazioni stesse» ha affermato il ricercatore. «Le coppie che vivevano una relazione relativamente recente incorrevano nella stessa quantità di conflitti delle coppie che avevano una relazione da più tempo». La conclusione di tutto ciò, caldamente raccomandata da Clayton, è ovvia: le coppie di tutte le età dovrebbero limitare l’uso dei social network entro parametri “salutari”, pena la dissoluzione del loro rapporto.[sc:BR]
Aumentano i tradimenti grazie al Web
Facebook, chat e siti per adulteri aiutano mogli e mariti a tradire. Soprattutto i mariti.
Se in Italia l’infedeltà coniugale è in aumento – sono stati infedeli almeno una volta il 55% dei mariti e il 45% delle mogli, secondo l’Associazioni Avvocati Matrimonialisti Italiani (AMI) – la tecnologia dà una mano a chi cerca una relazione extraconiugale. I social network sono ovviamente in prima fila e, tra questi, Facebook è in naturalmente in testa: “protetti” da uno schermo e una tastiera, gli aspiranti traditori (per lo più maschi cinquantenni) si lasciano andare in modi che forse non sarebbero in grado d’impiegare di persona, nell’attesa di passare poi dal virtuale al reale. “Gli uomini maturi davanti alla tastiera del persona computer vincono tutte le loro timidezze” – scrive l’AMI – “trasformandosi in romantici ‘poeti’ ed implacabili seduttori attraverso le varie chat e social network”. I social network non sono però l’unica “via di fuga” dal matrimonio: esiste addirittura un sito dedicato apposta a chi è in cerca di qualcuno con cui tradire il coniuge, che in Italia ha finora raccolto 90.000 iscritti, per due terzi uomini. L’AMI, che definisce il sito come un esempio di “adulterio tecnologicamente assistito” spiega che esso fornisce anche un apposito pulsante Stop che permette di disconnettersi immediatamente qualora sopraggiunga all’improvviso il legittimo consorte. La preoccupazione di venire scoperti a tradire via computer non è certo immotivata: pare infatti che la tecnologia sia per gli adulteri non solo d’aiuto ma anche d’intralcio. Il 50% viene scoperto quando la moglie o il marito curiosa sul cellulare del coniuge; il 20% invece ottiene la verità accedendo di nascosto alla posta elettronica del consorte e un altro 20% si affida allo spionaggio attivo (registrando le telefonate, usando telecamere o microfoni nascosti e via di seguito). Il restante 10% dei casi comprende il frutto delle investigazioni di professionisti, la ricezione di lettere anonime e le confessioni. Quanto ai luoghi in cui si consumano i tradimenti, secondo l’AMI il 60% avviene nei luoghi di lavoro (in particolare in pausa pranzo, dalle 14 alle 15); il 30% dà origine a relazioni stabili.
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