Un antico scritto potrebbe indicare il luogo dei leggendari Giardini Pensili di Babilonia.
I leggendari Giardini Pensili di Babilonia erano considerati dagli antichi una delle ‘Sette Meraviglie del Mondo’, eppure mai nessuna traccia della loro esistenza è stata finora trovata. La posizione dei mitici giardini rimane uno dei grandi misteri archeologici dell’antichità.
Secondo le tradizione antiche, i giardini erano assolutamente meravigliosi, non solo per il fatto che fossero stati realizzati su vari livelli di altezza, ma anche per l’innovativo sistema di irrigazione che ne favoriva il rigoglio.
Nonostante non sia annotato in nessun documento antico, la costruzione dei giardini pensili viene tradizionalmente attribuita al re Nabucodonosor II, nel VI secolo a.C.; tuttavia, una tradizione più antica ne attribuisce la realizzazione alla regina assira Semiramide, una figura leggendaria, anche se da molti è stata accostata alla regina babilonese Sammuramat (o Shammuramat), moglie del re assiro Shamshi-Adad V, che governò dall’811 all’808 a.C.
Nemmeno gli scavi effettuati un quarto di secolo fa da un team di archeologi tedeschi ha portato alla luce qualche indizio che ne potesse indicare la localizzazione. Questo ha sollevato la questione se i Giardini Pensili di Babilonia siano realmente esistiti o se si tratti solo di una leggenda.
La questione è discussa dato che le fonti antiche, pur concordando nella descrizione dei giardini, non ne forniscono alcuna localizzazione precisa all’interno della città.
Dopo 20 anni di studi e di ricerche, Stephanie Dalley, una ricercatrice dell’Università di Oxford, si è convinta che forse gli archeologi hanno cercato nei posti sbagliati. Secondo alcune prove in suo possesso, i giardini non sarebbero stati affatto situati in Babilonia, ma costruiti dagli Assiri nella vicina città di Ninive, nel Nord della Mesopotamia (il moderno Iraq), su iniziativa del re assiro Sennecherib.
La Dalley ravvede nelle fonti classiche una confusione tra Babilonia e Ninive dovuta al fatto che il passaggio dal potere assiro a quello babilonese non fosse stato percepito come una soluzione di continuità dagli autori classici, che continuavano ad individuare un generico “regno di Assiria” che aveva semplicemente cambiato capitale.
Alcune ricerche hanno dimostrato che Sennacherib, dopo aver conquistato Babilonia nel 689 a.C., rinominò tutte le porte di Ninive con i nomi delle porte che furono della città di Babilonia. Quindi, è plausibile che gli autori classici vedessero Ninive come la ‘Nuova Babilonia’.
Inoltre, le fonti babilonesi tacciono del tutto riguardo all’esistenza stessa dei giardini, mentre le fonti assire testimoniano di importanti lavori idrici a Ninive sotto Sennacherib (668-631 a.C.) nonché della presenza di giardini presso le rive del Khors.
Alcuni scritti assiri riportano la magnificenza del palazzo di Sennacherib, ‘una meraviglia per tutti i popoli’. Un altro indizio potrebbe essere rappresentato da un bassorilievo rinvenuto nel palazzo di Sennacherib a Ninive, dove vengono rappresentati degli alberi che crescono su un colonnato, molto simile a quelli descritti facendo riferimento ai Giardini di Babilonia.
“Ci sono voluti anni di ricerche per dimostrare che i Giardini sono stati realizzati da Sennacherib a Ninive e non da Nabucodonosor a Babilonia”, spiega la Dalley. “Per la prima volta siamo in grado di provare in maniera convincente l’esistenza dei mitici Giardini Pensili”.[sc:BR]
Clamorosa scoperta: i Giardini di Babilonia non erano in quella città
La più grande meraviglia circa i Giardini pensili di Babilonia? Non erano in Babilonia.
Oxford. Storico raccoglie la prova che dimostra che l’antica meraviglia è situata a 300 chilometri di distanza.
I giardini pensili di Babilonia, una delle sette meraviglie del mondo antico, non erano a Babilonia, sono stati invece trovati a 300 miglia a nord di Ninive, la più grande rivale di Babilonia, secondo un eminente storico di Oxford.
Dopo più di 20 anni di ricerca, il Dr. Stephanie Dalley, dell’Oriental Institute dell’Università di Oxford, ha finalmente messo insieme sufficienti prove per dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio che i famosi giardini sono stati costruiti a Ninive dal grande sovrano assiro Sennacherib, e non come gli storici ho sempre pensato dal re Nabucodonosor di Babilonia.
Dr. Dalley per primo propose pubblicamente la sua idea che Ninive, e non Babilonia, era il luogo dei giardini nel 1992, quando la sua ricerca è stata riportata in The Independent, ma ci sono voluti altri due decenni per trovare prove sufficienti per dimostrarlo.
Il lavoro investigativo del Dott. Dall’Acqua, che verrà pubblicato come un libro dalla Oxford University Press a fine mese, ha fornito quattro fondamentali prove.
In primo luogo, dopo aver studiato le descrizioni tardo storiche dei giardini pensili, si rese conto che un bassorilievo dal palazzo di Sennacherib a Ninive in realtà rappresenta alberi che crescono su un colonnato coperto esattamente come descritto nei racconti classici dei giardini.
Questo importante bassorilievo sembra essere stato perso a metà del 19° secolo. Quando è stato scoperto dall’archeologo britannico, Austin Henry Layard, nel 1840, era già in cattive condizioni, e la sua superficie era già in rapido disfacimento. Potrebbe essere stato tra un gruppo di sculture di Layard, trovate a Ninive, perse quando una barca che le trasportava affondò nel fiume Tigri. Per fortuna, un artista impiegato da Layard aveva disegnato il bassorilievo, recentemente riconosciuto dal Dr. Dalley come raffigurante il giardino e riprodotto nel libro di Layard pubblicato a Londra nel 1853.
Ulteriori ricerche del Dr. Dalley quindi suggerito che, dopo l’Assiria, aveva saccheggiato e conquistato Babilonia nel 689 a.C. La capitale assira Ninive potrebbe essere stata considerata come la nuova Babilonia, creando così la convinzione che i giardini pensili erano in realtà nella stessa Babilonia. La sua ricerca ha rivelato che un’altra città in Mesopotamia, Borsippa, era descritta come uguale a Babilonia già nel 13° secolo a.C. Ciò implica che in antichità il nome potrebbe essere stato usato per descrivere luoghi diversi dalla reale Babilonia. Si è fatto un passo avanti quando si è notato dalla ricerca precedente che Sennacherib, dopo aver saccheggiato e conquistato Babilonia, egli rinominò tutte le porte di Ninive dopo i nomi degli dei usati tradizionalmente per le porte della città di Babilonia. Dopo che gli Assiri saccheggiarono Babilonia, il monarca assiro utilizzò gli stessi dei per nominare le porte di Ninive. In termini di nomenclatura, era chiaro che Ninive era in effetti diventata una New Babylon.
Dr. Dalley poi esaminò la topografia comparata di Babilonia e di Ninive e si rese conto che la campagna pianeggiante intorno alla vera Babilonia avrebbe reso impossibile il trasferimento di acqua sufficiente a mantenere il tipo di giardini pensili descritti nelle fonti classiche. Mentre la sua ricerca procedeva, pertanto, diventò chiaro che la ‘Hanging Gardens’, come descritta non sarebbe potuta essere costruita a Babilonia.
Infine la ricerca ha cominciato a suggerire che le descrizioni originali classici dei giardini pensili furono scritte da storici che avevano effettivamente visitato la zona di Ninive.
Ricercando la storia post-assira di Ninive, lo studioso si rese conto che Alessandro Magno si accampò effettivamente nei pressi della città nel 331 a.C., appena prima di sconfiggere i persiani nella famosa battaglia di Gaugamela. E’ noto che l’esercito di Alessandro in realtà si accampò a fianco di uno dei grandi acquedotti che portavano l’acqua a quello che il dottor Dalley definisce il luogo reale dei giardini pensili.
Alexander ha avuto nel suo staff diversi storici greci tra cui Callistene, Cleitarchos e Onesicritos, le cui opere sono da tempo perse ai posteri, ma significativamente quei particolari storici sono stati utilizzati come fonti dagli stessi autori che molti secoli dopo descrissero i giardini in opere che sono sopravvissute fino ad oggi.
“Ci sono voluti molti anni per trovare le prove per dimostrare che i giardini e il sistema associato di acquedotti e canali sono stati costruiti da Sennacherib a Ninive e non da Nabucodonosor in Babilonia. Per la prima volta si può dimostrare che il giardino pensile davvero è esistito” ha detto il Dott. Dalley.
I giardini pensili furono costruiti su una collina artificiale semicircolare a forma di teatro alta circa 25 metri. Alla sua base c’era una grande piscina alimentata da piccoli corsi d’acqua che scendevano ai lati. Alberi e fiori furono piantati in piccoli campi artificiali costruiti in cima a portici coperti. Tutto il giardino misurava circa 120 metri di diametro e si stima che sia stato irrigato con almeno 35.000 litri di acqua portata da un sistema di canali e acquedotti distante 75 km. All’interno del giardino stesso l’acqua era sollevata meccanicamente da una grande pompa in bronzo a vite.
Sennacherib di Assiria e Nabucodonosor di Babilonia sono tradizionalmente riconosciuti come leader militari aggressivi. La campagna di Sennacherib contro Gerusalemme è stata immortalata circa 2500 anni più tardi, in una poesia di Lord Byron, che descrive come gli Assiri piombarono come lupi sui nemici, e le loro corti erano scintillanti di porpora e d’oro.
Entrambi sono anche noti come distruttori di edifici religiosi iconici. Nabucodonosor di Babilonia distrusse il Tempio di Salomone a Gerusalemme, e secondo una tradizione più tarda è stato temporaneamente trasformato in una bestia per i suoi peccati contro Dio. Sennacherib di Assiria distrusse i grandi templi di Babilonia, un atto che sconvolse il mondo mesopotamico, infatti la tradizione vuole che quando fu successivamente assassinato da due dei suoi figli, si trattò del castigo divino per la distruzione di quei templi.
Chi descriveva i giardini pensili come la più bella fra le sette meraviglie del mondo, si riferiva quindi ai giardini del palazzo di Sennacherib, costruito intorno al 700 a.C.[sc:BR]
Erano a Ninive i Giardini di Babilonia
Dopo 20 anni di studi, lo rivela una docente di Oxford; e li scopre di un secolo più antichi.
Assieme alla piramide di Cheope, i giardini pensili di Babilonia sono la più famosa fra le sette meraviglie del mondo antico, mille volte rappresentati dagli artisti nel corso dei secoli. Stephanie Dalley, docente di Assirologia a Oxford, ha passato gli ultimi vent’anni a studiarli, e ora ha condensato tutto il suo sapere in The Mystery of the Hanging Garden of Babylon, un libro pubblicato dalla Oxford University Press. Nelle 350 pagine, la studiosa demolisce tutte le ipotesi tradizionali, date per acquisite da più di un secolo.
A Ninive e non a Babilonia
I celeberrimi giardini, ha stabilito, non erano a Babilonia, al centro dell’Iraq attuale, ma a cinquecento chilometri di distanza, a Ninive, all’estremo nord del Paese. E non furono innalzati da Nabucodonosor II, sul trono fra il 605 e il 562 avanti Cristo, per consolare la moglie Amytis, nostalgica della sua verdeggiante terra natale, la Media; bensì, un secolo prima, dal predecessore Sennacherib, edificatore appassionato, costruttore del primo acquedotto mai visto al mondo, 50 chilometri di condutture dalle sorgenti di montagna a Ninive.
I Giardini di Ninive, “meraviglia delle genti”
«Nabucodonosor non fa alcun cenno ai giardini nell’iscrizione che commemora la costruzione del suo palazzo di Babilonia», osserva Dalley. Lo storico greco Erodoto, che ha sicuramente visitato Babilonia e l’ha descritta dettagliatamente, non ne parla affatto. Mentre esistono ampie e particolareggiate testimonianze sulla cura con cui Sennacherib e suo padre Sargon si occupavano del regio parco di Ninive, che definivano –notevole coincidenza- «una meraviglia delle genti». In una tavoletta, un funzionario di corte racconta di essere stato spedito in Siria a procurare pianticelle da frutto, e di averne raccolte 2.800 da un’unica città. I biografi contemporanei di Sennacherib parlano di un padiglione nei giardini come di uno dei luoghi preferiti dal sovrano. Nei depositi del British si trova un bassorilievo che raffigura il palazzo di Ninive, qualche decennio più tardi, durante il regno di Assurbanipal, fra il 669 e il 631 avanti Cristo: mostra giardini sopraelevati molto simili a quelli descritti dagli antichi storici. A Babilonia invece, ricorda l’assirologa britannica, nessuno ha mai trovato prove dell’esistenza dei giardini, nonostante decenni di scavi indefessi, specialmente da parte delle spedizioni archeologiche tedesche. E tutte le collocazioni ipotizzate per il parco sarebbero scartate da qualunque giardiniere. La più recente, sul lato meridionale del palazzo, risulterebbe per esempio lontana dal corso seguito all’epoca dal fiume Eufrate, mentre «le mura della città avrebbero privato le piante di luce per la maggior parte della giornata».
Perché Babilonia?
E allora, perché mai i giardini pensili sono collocati a Babilonia da una tradizione vecchia di 25 secoli? Dalley spiega che il nome Babili, poi trascritto in Babylon dai greci, significa «la porta degli dei», ed era applicato a diverse città della Mesopotamia. Ninive, sostiene, poteva senz’altro essere una di queste. E fra tutti i sovrani assiro-babilonesi, proprio Sennacherib, non Nabucodonosor, è l’unico ad aver lasciato una testimonianza di amore per la regina: «Per la mia diletta moglie, a cui la Signora degli Dei ha dato fattezze perfette, superiori a ogni altra donna, ho costruito un palazzo di bellezza, piacere e gioia». Via: ilnavigatorecurioso, pierluigimontalbano, artemagazine