La batteria domestica fa calare la bolletta e avvicina il sogno dell’abitazione indipendente dal punto di vista energetico.
La generazione di energia da fonti rinnovabili, come per esempio il fotovoltaico installato nelle case private, pone di fronte a problemi nuovi quali la disponibilità dell’energia stessa. In media, la domanda domestica di energia elettrica è più alta al mattino e alla sera, quando le persone si alzano e si preparano a uscire e quando tornano dopo la giornata lavorativa; di contro, la produzione di energia solare è più alta durante il giorno, quando spesso in casa non c’è nessuno. Capita quindi con frequenza che l’energia prodotta di giorno vada sprecata, dato che non c’è nessuno per utilizzarla. A peggiorare la situazione c’è il fatto che spesso le compagnie elettriche fanno pagare di più l’energia erogata nei momenti di forte domanda (mattino e sera), quando sarebbe quindi maggiormente conveniente poter utilizzare una fonte alternativa che non sia la normale rete elettrica. Per far quadrare il cerchio la soluzione sta negli accumulatori: grandi batterie che possano per esempio accumulare l’energia prodotta dal fotovoltaico di giorno, quando non viene consumata, e restituirla la sera, quando utilizzare la rete elettrica sarebbe controproducente per il portafogli e la produzione non può avvenire perché, banalmente, il sole non splende. Le batterie utilizzate in queste situazioni sono in generale ingombranti, poco efficienti (sono al piombo) e sicuramente non belle da vedere. Tesla, l’azienda nota soprattutto per la produzione di auto elettriche, ha deciso di applicare la propria competenza per creare batterie efficienti, in grado di alimentare un’intera casa e che siano anche sufficientemente eleganti da poter essere esibite in casa: è nato così Powerwall. Powerwall è costituito da batterie agli ioni di litio, simili a quelle adoperate sulle auto, completate con un sistema di controllo della temperatura a liquido. È disponibile in due versioni, l’una da 7 kWh (pensata per funzionare in cicli giornalieri) e l’altra da 10 kWh (pensata per fungere da backup, in caso di interruzione della fornitura elettrica), che costano rispettivamente 3.000 e 3.500 dollari; inoltre si possono installare più Powerwall se le necessità di energia sono maggiori, fino a un massimo di 90 kWh per il modello da 10 kWh e di 63 kWh per il modello da 7 kWh. Una volta installato in casa, Powerwall fa quello che ci si aspetta: si ricarica quando è più conveniente (per esempio di giorno, tramite la connessione all’impianto fotovoltaico di casa) e restituisce l’energia quando serve. La sera ci si potrebbe quindi scollegare dalla rete elettrica generale e continuare ad alimentare la casa grazie alla batteria di Tesla. In teoria, in questo modo un’abitazione potrebbe funzionare senza quasi chiedere nulla alla rete. L’azienda ne garantisce il funzionamento per 10 anni, durante i quali Powerwall genererà una potenza continua di 2,2 kW, potendo arrivare a picchi di 3,3 kW, con voltaggi da 350 a 450 V. L’installazione – precisa Tesla – deve essere svolta da elettricisti qualificati, i quali dovranno anche installare un inverter per convertire la corrente continua della batteria nella corrente alternata da rendere disponibile nelle rete elettrica domestica. Stando a quanto dichiarato da Elon Musk, fondatore di Tesla, Powerwall è già un successo: l’azienda ha ricevuto oltre 38.000 richieste da utenze domestiche, abbastanza da assorbire l’intera produzione sino alla metà del 2016. Si sono anche fatte avanti 2.500 aziende che hanno chiesto dei Powepack, composti ciascuno da una decina di unità Powerwall. Al di là del successo, occorre precisare alcune cose. Innanzitutto, nella maggioranza dei casi chi ha pannelli fotovoltaici installati sul tetto di casa ha di solito un contratto che permette di vendere l’energia prodotta e non consumata, eliminando quindi lo spreco. Poi, bisogna tenere presenti i costi: i 2 kW di potenza continua di un solo modulo rendono necessaria l’installazione di almeno due Powerwall se si vuole che la promessa di Tesla di alimentare la casa a batteria diventi davvero realtà; altrimenti basta accendere un paio di elettrodomestici e si rischia di eccedere la potenza disponibile. Ciò però significa un raddoppio dei costi di partenza (almeno 6.000 dollari), cui aggiungere quelli per l’inverter e l’installazione. Infine, perché i pannelli solari siano sufficienti a ricaricare Powerwall è necessario avere un’esposizione ideale e una vasta superficie coperta dai pannelli stessi: è stato calcolato che il minimo sia intorno ai 25 metri quadrati. Il sogno di Elon Musk – una casa che non necessita di allacciamento alla rete elettrica – forse non è così a portata di mano; di certo però Powerwall lo avvicina.