È necessario tornare sulla Luna entro il 2020 e fondare colonie su altri pianeti, o saremo spazzati via.
Siamo condannati: prima o poi la Terra diventerà inabitabile e l’umanità scomparirà dall’universo, a meno che non si attrezzi per tempo e prepari un piano per abbandonare il pianeta. Quella qui esposta non è la trama di un nuovo reboot di Battlestar Galactica (anche perché non parla di Cyloni) ma la convinzione del professor Stephen Hawking, da lui enunciata durante un discorso al festival della scienza di Trondheim, lo Starmus. Secondo Hawking è solo questione di tempo prima che un asteroide, la sovrappopolazione o l’aumento delle temperatura distruggano la vita sulla Terra in via definitiva: è necessario quindi trovare un’alternativa. Tale alternativa, va da sé, si può trovare solo nello spazio: riconquistando la Luna entro il 2020 e poi, appena possibile, iniziando una missione verso Proxima B, un pianeta in orbita intorno a Proxima Centauri e che potrebbe essere in grado di supportare la vita. «Io sono convinto che gli esseri umani debbano lasciare la Terra. Sta diventando troppo piccola per noi, e le risorse vengono esaurite a un ritmo allarmante» ha dichiarato lo scienziato. «Abbiamo regalato al nostro pianeta il disastro del cambiamento climatico, dell’aumento delle temperature, della riduzione delle calotte polari, della deforestazione e della decimazione delle specie animali. Quando in passato si sono raggiunte crisi simili, di solito si è cercato un nuovo luogo da colonizzare» ha continuato Hawking. «Cristoforo Colombo l’ha fatto nel 1492 quando ha scoperto il nuovo mondo. Ma adesso non abbiamo più un nuovo mondo. Stiamo finendo lo spazio e l’unico luogo in cui andare sono gli altri mondi». Se l’umanità vuole durare e sopravvivere alle calamità – comprese quelle naturali e disastrose come la caduta di un asteroide – deve sparpagliarsi su più pianeti possibile: in tal modo le probabilità che la specie sopravviva aumenterebbero. Per iniziare, secondo Hawking è bene guardare ai mondi più vicini: la Luna e Marte, dove si possono costruire avamposti rispettivamente entro 30 e 50 anni. Ma poi sarà necessario guardare oltre i confini del sistema solare: a Proxima B, per l’appunto. Per allora, dovremo sviluppare propulsori a fusione nucleare o qualche tipo di motore a materia-antimateria come quelli immaginati in Star Trek: ciò sarà indispensabile per poter affrontare viaggi lunghi diversi anni-luce. «La razza umana è esistita come specie isolata per circa due milioni di anni. La civiltà è nata circa 10.000 anni fa e il ritmo di sviluppo è andato aumentato costantemente». «Se l’umanità vuole continuare per un altro milione di anni» – conclude Hawking – «deve andare là dove nessuno è mai giunto prima. Io sono ottimista. Devo esserlo. Non abbiamo alternative».