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Liquirizia: alza la pressione bassa e anticancerogena

La liquirizia è una pianta erbacea perenne della regione mediterranea, appartenente alla famiglia delle Papilionacee. Conosciuta da oltre 35 secoli, la traduzione del suo nome dal greco significa “radice dolce”, era impiegata a scopi curativi dagli antichi medici cinesi e fu citata da Ippocrate come sostanza curativa della tosse. Le notizie più antiche riguardanti la liquirizia e le sue proprietà risalgono a circa 6.000 anni fà e se ne trovano addirittura tracce nelle tombe di alcuni faraoni egiziani. La liquirizia e le sue proprietà curative, come abbiamo visto, erano già note alla medicina greco-romana, egiziana ed indiana; oggi, grazie ad uno studio della Rutgers Univerity del New Jersey, la liquirizia potrebbe rivelarsi anche un’ottima arma contro alcuni tipi di tumore.

Composizione
I principi attivi della liquirizia sono costituiti da saponine triterpeniche, principalmente glicirrizina, triterpeni e stiroli, circa 30 tra flavonoidi e isoflavonoidi, colina, betaina ed altre sostanze amare.

Proprietà curative e benefici della liquirizia
Fin dagli inizi degli anni ’80 sono stati dimostrati i benefici di alcuni principi attivi della liquirizia nei confronti di differenti tipologie di infezioni virali; ma la notizia più positiva arriva dall’America dove alcuni ricercatori del New Jersey hanno testato una molecola proveniente dalla liquirizia, la BHP, su tessuti prelevati dal tumore alla prostata e al seno. È stato dimostrato che le proprietà di tale molecola sono in grado di inibire lo sviluppo delle cellule tumorali sopracitate. Ed è grazie a questi studi che si sono ampliate le speranze per l’attuazione di nuove e più efficaci terapie. Interessante sottolineare il fatto che la BHP appartiene alla classe dei polifenoli, che come già sappiamo, esercitano un efficace azione antitumorale. Attualmente la liquirizia e i suoi estratti vengono regolarmente utilizzati come: cura dell’apparato respiratorio, antiinfiammatorio e cicatrizzante, lassativo, protettore dei vasi sanguigni, ipertensivo, dolcificante e dissetante. Uno studio fatto alla Nankai University, in Cina, ha rivelato come la liquirizia potrebbe dimostrarsi un ottimo alleato nella cura del tumore al fegato; sembra infatti che l’acido glicirrizico contenuto nella liquirizia possa venire impiegato come “trasportatore” per portare al bersaglio i farmaci antitumorali. I risultati di tale ricerca sono stati pubblicati sulla rivista “Chemistry & Industry”. Menzionata nel primo erbario della medicina tradizionale cinese, la liquirizia è usata in Asia da circa 5.000 anni per curare tosse, intossicazioni alimentari e disturbi al fegato, mentre in Europa è stata introdotta solo nel XV secolo dai frati domenicani. La liquirizia è digestiva, diuretica, antinfiammatoria, espettorante e protettiva della mucosa gastrica. Indicata contro tosse, mal di gola, catarro, cervicalee acidità gastrica esercita anche una blanda funzione lassativa. La virtù che in passato ha reso celebre la liquirizia era quella dissetante: gli Sciti (popolazione nomade d’origine iranica ) che si cibavano solo di formaggi di capra e liquirizia, camminavano per ore nel deserto senza patire la sete grazie all’azione rinfrescante di questa preziosa radice. Chi soffre di pressione bassa può trarre giovamento dalla liquirizia poiché aumenta la pressione del sangue, ma per lo stesso motivo va consumata con parsimonia. L’abuso di liquirizia può avere altri effetti nocivi come provocare mal di testa, gonfiori a viso e caviglie e ritenzione idrica, causa della cellulite. Di seguito alcune indicazioni per sfruttare al meglio i benefici della liquirizia. Per combattere tosse e catarro è perfetto un infuso che va preparato con 2 gr di liquirizia per 100 ml di acqua bollente. Per facilitare la digestione assumere un cucchiaino di tintura dopo i pasti. Per preparare la tintura di liquirizia lasciate macerare per 2 settimane 20 gr di radici in 100 ml di alcool a 20°. Contro infiammazioni delle gengive o mal di gola e per combattere l’alitosi masticare un bastoncino di radice. Le proprietà antiinfiammatorie e cicatrizzanti della liquirizia la rendono un ottimo rimedio naturale per infiammazioni cutanee (eczema, psoriasi, herpes e dermatiti). Per questo in commercio esistono molte preparazioni per uso esterno a base di liquirizia ad azione protettiva, lenitiva e antibatterica per pelli sensibili.

Controindicazione
La liquirizia può causare ipopotassiemia, ossia la riduzione della percentuale di potassio nel sangue, e può anche causare ipertensione arteriosa; da sconsigliarne il consumo in presenza di insufficienza renale o epatica, sovrappeso, ipertensione. In ultimo la liquirizia può interferire con l’uso di diuretici o farmaci a base di cortisone; in questo caso è sempre necessario consultare un medico.

Effetti cardiovascolari
Numerose sostanze estratte dalle radici della liquirizia, prima fra tutti la glabridina, sia in quantità che in qualità, hanno dimostrato di svolgere un’azione efficace contro il colesterolo e l’arteriosclerosi.

Curiosità
Il nome liquirizia deriva da due parole greche: “glykys” che significa dolce e “rhiza” che sta per radice. Conosciuta sin dall’antichità per il gusto delizioso e per le proprietà medicamentose, la liquirizia era citata da Ippocrate, utilizzata da Napoleone per calmare i dolori allo stomaco prima delle battaglie, fu trovata nel corredo funebre di Tutankamon e negli ospedali francesi veniva unita a orzo e gramigna per preparare tisane salutari. Negli ospedali francesi veniva utilizzata insieme a gramigna ed orzo per preparare una tisana chiamata “bonne-à-tout”. La liquirizia non dovrebbe essere consumata mentre si stanno facendo cure omeopatiche, lo stesso dicasi per la menta. Fino dall’antichità l’uso della liquirizia è stato quello di preparare bevande dissetanti, il più delle volte in unione ad altre sostanza, tipo il coriandolo. Le radici di liquirizia si raccolgono in autunno da piante che hanno almeno quattro anni di vita, si pelano e si mettono ad essiccare al sole. Le radici di liquirizia sono un ottimo palliativo per chi intende smettere di fumare e anche nella gestualità riescono in qualche modo a sostituire la sigaretta. In Italia fu solo dopo il 1930 che la liquirizia trovò il suo posto nel mercato dolciario sotto forma di pastiglia acquistabile in pasticceria o in tabaccheria (per le proprietà antiinfiammatorie utili alla gola dei fumatori). L’essenza di liquirizia è utilizzata (insieme al cacao) come additivo per la produzione di sigarette. Via: casabenessere

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Written by Laura Rossi

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