Dopo 400 anni alcuni scienziati hanno finalmente capito perché gli oggetti chiari su fondo scuro ci sembrano più grandi.
Poco prima del quattrocento- cinquantesimo compleanno di Galileo Galilei – che ricorreva lo scorso 15 febbraio – alcuni scienziati del College of Optometry dell’Università di New York hanno risolto il mistero dell’illusione ottica notata per la prima volta dallo scienziato pisano. La si può spiegare così: un oggetto bianco su fondo nero appare di dimensioni minori rispetto al medesimo oggetto di colore nero su fondo bianco. Galileo aveva notato questo fenomeno quando s’era accorto che, a occhio nudo, Venere appariva più grande di Giove ma, utilizzando un cannocchiale, diventava evidente che era Giove a essere più grande. Lo scienziato aveva correttamente concluso che doveva trattarsi di un’illusione ottica (legata al fatto che Venere appare più luminoso di Giove), ma non ne conosceva le cause. Il dottor José-Manuel Alonso del College of Optometry, insieme ai suoi colleghi, ha pubblicato uno studio che le rivela. Utilizzando degli elettrodi per registrare i segnali elettrici provenienti dai neuroni nelle aree deputate alla visioni di alcuni soggetti (gatti, scimmie ed esseri umani), i ricercatori hanno effettuato dei test mostrando forme chiare su fondo scuro, forme scure su fondo chiaro e forme chiare o scure su fondo grigio. Hanno così scoperto che i neuroni sensibili agli oggetti scuri – chiamati “neuroni OFF” – rispondono in maniera prevedibile di fronte a figure nere su fondo chiaro: maggiore è il contrasto, maggiore è la reazione dei neuroni. Hanno tuttavia notata anche che i neuroni sensibili agli oggetti chiari – i “neuroni ON” – rispondono alle forme chiare su fondo nero in maniera «sproporzionata»: a parità di contrasto, hanno una reazione molto maggiore rispetto a quelle dei neuroni OFF.
Questo fenomeno spiega l’origine dell’illusione di Galileo e, secondo il dottor Alonso, è utile per gli esseri umani perché «quando ci si trova in un luogo molto scuro permette di vedere piccole sorgenti di luce»: un’accortezza che può servire a individuare i predatori al buio. Di contro durante il giorno gli oggetti scuri sono ben visibili e una distorsione paragonabile a quella subita dagli oggetti chiari durante la notte sarebbe inutile e fastidiosa. Al di là della scoperta delle cause dell’illusione dei Galileo, lo studio dei ricercatori potrebbe aprire nuove vie per capire meglio i problemi della visione: gli scienziati ritengono che tutto ciò sia legato in qualche modo alla miopia.