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C’è vita su Marte: la NASA avrebbe nascosto le prove.

Quella che l’agenzia americana identifica come una roccia sarebbe in realtà un fungo. L’accusa di uno scienziato americano.
La NASA sta nascondendo le prove della presenza di vita su Marte: per questo motivo uno scienziato ha deciso di fare causa all’agenzia spaziale americana e ristabilire la verità. Detta così, la notizia sarebbe davvero sensazionale. Andando però un po’ più a fondo, le cose sembrano stare in maniera decisamente diversa. Innanzitutto lo scienziato in questione, Rhawn Joseph, non è un astronomo, o un astrobiologo, ma un neuropsicologo noto per le sue idee – definite “eccentriche” anche sull’enciclopedie – circa l’origine della vita sulla Terra. Il dottor Joseph è un sostenitore della panspermia, convinto che la vita sia arrivata sul nostro pianeta, circa 700 milioni di anni dopo la formazione di questo, trasportata da meteoriti e asteroidi sotto forma di “semi cosmici” (delle molecole organiche, per esempio). È evidente che, prendendo per buona questa teoria, la logica conseguenza è che come s’è sviluppata sulla Terra così la vita può essersi sviluppata anche altrove, a patto di trovare le condizioni adatte. Marte, per esempio, è da moltissimo tempo ritenuto il candidato ideale nonché unico, all’interno del nostro sistema solare, a ospitare o ad aver ospitato in un passato più o meno remoto la vita: sarebbe un buon posto in cui far “attecchire i semi”. Se a questa panoramica si aggiunge un fatto capitato di recente propri su Marte e che ha lasciato un po’ perplessi gli scienziati della NASA, si capisce perché il dottor Joseph sia partito in quarta contro l’agenzia. Il fatto è questo: la sonda Opportunity, come da contratto, lo scorso 26 dicembre ha scattato delle foto di una particolare zona di Marte. Dodici giorni dopo, all’incirca nello stesso posto, ne ha scattate delle altre, immortalando un “qualcosa” che prima non c’era. Gli astronomi della NASA, pur meravigliandosi della cosa, hanno ipotizzato che si trattasse di un meteorite caduto in quel lasso di tempo o, più probabilmente, di una roccia che Opportunity stessa aveva spinto via mentre faceva una sorta di “piroetta” per riposizionarsi. Il dottor Joseph, invece, innanzitutto ha accusato la NASA di mancanza di curiosità – quando in realtà invece gli scienziati hanno lavorato sulla questione, arrivando a concludere che si tratti proprio di una roccia spostata dal rover e che ha finito per capovolgersi – e poi ha avanzato la propria ipotesi: ritiene infatti che si tratti di un fungo, per la precisione di un esemplare analogo ai membri della terrestre divisione Ascomyta. Sulla vicenda – diventata particolarmente nota dopo che il dottor Joseph ha deciso di adire le vie legali per costringere la NASA ad approfondire la questione – sono intervenuti in molti: tra questi è da segnalare PZ Myers, famoso biologo e blogger dallo stile un po’ caustico, che si è divertito a smontare le ipotersi di Rhawn Joseph. Su una cosa però il dottor Joseph ha ragione: la roccia che voleva essere un fungo è davvero «qualcosa di diverso da qualunque cosa abbiamo visto prima» come ha dichiarato la NASA, poiché ha «una strana composizione» (molto zolfo, con alte concentrazioni di manganese e magnesio: l’hanno rivelato gli strumenti di Opportunity) e, se davvero è stata ribaltata dal rover, «ciò che vediamo è il lato inferiore di una roccia che non vedeva l’atmosfera marziana forse da miliardi di anni», il che, a pensarci, è già abbastanza affascinante.

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Written by Zeus

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