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Carta per Internet, Garante Privacy: Difendere libertà Rete da grandi monopolisti

I diritti non possono essere assoggettati alla mera logica del profitto. Bisogna dunque “difendere la libertà della rete dall’egemonia dei grandi monopolisti della rete da un lato e, dall’altro, dalle imposizioni dittatoriali degli Stati totalitari”: è quanto ha detto oggi il presidente del Garante Privacy Antonello Soro in audizione presso la Commissione sui diritti e i doveri relativi a Internet. Occasione anche per parlare di terrorismo, sicurezza e privacy.L’Autorità si è espressa, con i propri rilievi e le proprie valutazioni, sulla Dichiarazione dei diritti in internet la cui elaborazione, ha riconosciuto Soro, “è un’iniziativa importante: perché contribuisce a promuovere, nei cittadini, la consapevolezza dei propri diritti nello spazio digitale e, insieme, nei responsabili delle istituzioni, la coscienza dei  nuovi doveri”.
“La dimensione digitale è sempre di più il nostro “reale” spazio di vita: l’orizzonte concretissimo cui affidiamo la nostra esistenza, privata e pubblica. Per ciò – ed è questa davvero la “cifra” dell’azione della nostra Autorità – proteggere i  dati personali (cioè le parti di noi che consegniamo alla rete) vuol dire proteggere la nostra libertà e la nostra stessa vita”, ha detto il Garante, ricordando al tempo stesso le grandi opportunità di partecipazione democratica offerta dalla Rete e la sua capacità di amplificare atti discriminatori e violenti verso le persone più fragili o percepite e rappresentate come “diverse”. Ha detto Soro: “Alcune delle forme più insidiose della criminalità, anche organizzata, presuppongono oggi lo sfruttamento abusivo di dati personali, il furto d’identità, la frode informatica, quando non addirittura veri e propri attentati alla sicurezza nazionale realizzati in via cibernetica. Ma anche tralasciando i fenomeni connessi all’uso illecito e dunque, pur nel suo “fisiologico” funzionamento, la rete espone gli utenti a rischi da non sottovalutare. La profilazione e il monitoraggio delle scelte individuali (espresse dal comportamento on-line), consentono ad esempio diverse e più sottili strategie di esclusione. Questi rischi di discriminazione e omologazione possono essere prevenuti soltanto con un consapevole esercizio, da parte di ciascuno, dei propri diritti in rete e con un impegno delle istituzioni tutte, nella consapevolezza che fenomeni globali –  propri dello spazio digitale – esigono risposte altrettanto globali”.
L’Autorità in particolare condivide “la necessità di non lasciare la rete agli imperativi, mai egalitari, della lex mercatoria, demandando così a quella “legislazione privata” delle condizioni generali di contratto la garanzia, su scala mondiale, dei diritti fondamentali. Perché, come ha ricordato la Corte di giustizia con la sentenza Costeja c. Google Spain, i diritti fondamentali non possono essere assoggettati alla mera logica del profitto, in armonia con il principio personalista sancito dal preambolo della Carta di Nizza. Non si tratta di giuridificare uno spazio che altrimenti, lasciato alla discrezionalità dell’etica individuale, troverebbe un suo “ordine privato”: si tratta invece di difendere la libertà della rete dall’egemonia dei grandi monopolisti della rete da un lato e, dall’altro, dalle imposizioni dittatoriali degli Stati totalitari”.
Non manca il riferimento alle possibili conseguenze, in tema di sicurezza e privacy, degli attentati terroristici di Parigi: “Mi permetto in questa circostanza di sottolineare – ha detto Soro – che nel rapporto tra sicurezza e privacy occorrerebbe avere sempre un atteggiamento coerente, nel rispetto del grande equilibrio che ispira la nostra Costituzione. E andrebbero evitate oscillazioni  tra la recente planetaria indignazione per la scandalosa sorveglianza del Datagate e le pulsioni da più parti registrate in queste ore per una frettolosa compressione delle garanzie che il nostro ordinamento riserva per la protezione dei dati personali. L’esperienza ci ha insegnato che una intrusione sistematica e indiscriminata nelle comunicazioni dei cittadini non risolve le difficoltà  del contrasto al terrorismo. E non mi riferisco al PNR proposto dai governi dell’Unione”. Via: yahoo

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Written by Luca

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