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Intervista a Rossana Cossu

News.dracia.com è orgogliosa di presentare l’intervista a Rossana Cossu. Buona lettura:

Come e quando hai iniziato ad amare il canto?
La mia passione per il canto e la musica in generale nasce in età adolescenziale, facevo parte del coro parrocchiale e cantare mi faceva stare bene non solo perchè farlo in chiesa vuol dire pregare due volte, ma perchè essendo molto timida in modo esagerato trovavo rifugio in un qualcosa che amavo fare senza provare vergogna e imbarazzo.

Chi ha deciso il genere? Di chi è stata l’idea?
L’amore per il canto ha origine grazie ad un programma radio che ascoltavo dove mandavano solo esecuzioni classiche, mi resi conto che nonostante la giovane età non amavo la musica pop ma un genere completamente diverso. Mi innamorai di un Ensemble vocale Americano: i Waverly Consort specializzati in musica medievale e rinascimentale esplorando affascinanti sonorità e stili dei primi repertori musicali… Li ascoltavo per ore e mi immergevo con trasporto in quelle bellissime melodie. Avevo cominciato ad imparare i brani a memoria e come autodidatta a capire quello che la voce poteva fare, ma comunque lo facevo per passione e per creare una dimensione tutta mia. Questo grande amore mi portò all’età di 16 anni a far parte di un Coro polifonico del posto, spinta anche da una splendida persona che seguiva il coro parrocchiale.

Qual’è il tuo background?
La mia esperienza nel coro mi portò ad approfondire sempre di più la parola vocalità e a soffermarmi su questo termine pieno di significati. Fù così che dopo tanti anni di attività corale decisi di prendere lezioni di Canto Lirico, proprio in quel momento a Macomer era imminente l’apertura della Scuola civica sovracomunale di Musica sotto la guida del Maestro Gianpiero Cartocci (lo menziono perchè è venuto a mancare un po’ di anni fa ed è giusto ricordarlo per tutto il bene che ha fatto per questa scuola), niente di più bello avevo la possibilità di affrontare e realizzare la mia più grande passione senza immaginare però che tanti sono stati i sacrifici e tante sono state le delusioni, questo è un mondo sicuramente difficile ma la carta vincente è sempre quella di credere nelle proprie possibilità, di restare con i piedi per terra e di pensare che c’è un posto per tutti, quando si dice il mondo è bello perchè è vario posso dire: niente di più vero. Penso che la determinazione, l’umiltà, la grande passione e il rispetto per cio che fai e per gli altri siano gli ingredienti per un buon successo. Da circa dieci anni ho allargato i miei orizzonti nel senso che ho cominciato a dirigere dei Cori adesso io dall’altra parte della barricata… Ho scoperto un mondo visto da un altra angolazione e una Rossana nuova, tutto ciò che ho imparato lo metto a disposizione degli altri in questo caso dei coristi, cercando di trasmettere con intensità la stessa passione che ha contraddistinto la mia vita.

Con il tuo genere a cosa ti avvicini maggiormente?
Parto da un piccolo presupposto ma molto importante, io amo in tutte le sue sfaccettature la musica antica perchè trovo diverso dagli altri generi l’approccio interpretativo, trovo se così possiamo dire un qualcosa di magico cantare musiche e meravigliose melodie del nostro passato non tanto vicino, ogni tipo di vibrazione e di movimento rappresenta un modo di essere, di vivere e di concepire la vita… L’artista cerca di trasformare tutte queste sensazioni entrando in contatto con chi ascolta, a questo proposito penso che non basta avere tanta tecnica e bella voce se poi non arrivi e non scaturisci nel pubblico una qualche sensazione.

Puoi spiegare cosa significa per te essere artista?
Nel senso più ampio l’artista esprime la propria personalità attraverso un mezzo in questo caso la Voce… Un giorno mi è capitato di leggere in un forum il parere di una persona e mi è rimasto impresso, a volte chi artista lo è non si accorge di esserlo, è artista chi non sbandiera le proprie abilità, che predica umiltà e non giudica la creatività degli altri… Lo condivido e un pò mi si addice. Penso che non si debba perdere del tempo per criticare il lavoro altrui io lo sfrutto in un altro modo cercando di imparare sempre di più mettendomi anche in discussione e accettando ogni sfida che il percorso musicale mi propone. La frase non si è mai arrivati è talmente vera che ne ho fatto il mio esempio di vita, ogni cosa e persona che ci circonda può insegnarci qualcosa basta solo saperne cogliere i segnali.

Che rapporto c’è tra te e gli spartiti?
Lo spartito oltre che a contenere la musica è il mezzo di comunicazione tra me e il corista, stessa cosa quando sono io in prima persona ad esibirmi. Dentro lo spartito il compositore dà delle tracce da seguire, indicando prima di tutto come il brano dovrebbe essere eseguito sia dal punto di vista emozionale che da quello tecnico. Il rapporto tra me e lo spartito è di complicità, ne faccio la mia guida e cerco di estrapolare tutte le sensazioni che l’autore vuole trasmettere; Un brano non è fatto solo di note, pause, di misure ma di sentimento nelle diverse sfaccettature amore, odio, dolore, tristezza, gioia, guerra, divertimento tutto racchiuso nello spartito con lo scopo finale di dire qualcosa a chi lo esibisce e a chi ascolta.

Come definiresti le tue performance?
Sembrerà strano ma non riesco a definire le mie esibizioni ma solo perchè di solito sono molto severa e critica nei miei confronti, anche se al pubblico piacciono e tanti sono i complimenti io riesco a trovare sempre qualcosa che non mi è piaciuta o che potevo fare meglio. Non ho mai detto la frase “oggi ho cantato benissimo”, posso dire però che metto sempre tutta me stessa in ogni esibizione e siccome sono la prima ad emozionarsi cerco di trasmettere ciò che provo, sperando di riuscire a far capire a chi ascolta ciò che voglio raccontare. Credo fermamente che questo sia lo scopo di chi ha qualcosa da dire usando come mezzo la musica o altro.

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Quali sono i tuoi coristi preferiti?
Non esiste il mio corista preferito… Esiste la persona non solo come cantore ma come essere umano con i propri pregi e difetti. Il coro và inteso come una grande famiglia tutti danno il proprio contributo per un unico scopo, quindi il mio corista preferito è quello che lavora per il bene proprio e degli altri, inteso come dare sempre il massimo durante le prove e nelle esibizioni per delle performance di qualità.

Come definiresti il tuo ruolo?
Parlando del ruolo di direttore di coro apparentemente e per chi non è nel campo può sembrare semplice, ma posso affermare che non è così. Una cosa importante da capire subito è che i coristi hanno sempre bisogno di essere rassicurati anche quando le cose vanno bene, la severità nell’insegnamento è giusta ma instaurare con loro un rapporto di fiducia e stima reciproca diventa indispensabile. A volte si impara a conscerli bene tanto che capisco il loro umore appena varcano la porta… Quindi so in anticipo cosa posso pretendere da loro.

Cantare, insegnare, aiutare….. da quanto tempo sei attiva?
Ho cominciato ad amare la musica in particolare il canto e a farne la mia ragione di vita in età molto giovane, però essendo la settima figlia di una famiglia numerosa di nove sorelle poteva restare solo una passione perchè economicamente era impossibile andar fuori per studiare. Quindi solo più avanti cominciai a studiare molto… Con i cori ho cominciato circa dieci anni fa diventando docente del laboratorio di canto corale presso l’Unitre, in seguito dopo circa sette anni di attività quello stesso coro sotto la mia guida ha deciso di camminare da solo diventando un associazione culturale indipendente anche con un nome tutto nuovo, coro polifonico Harmonia Mundi di Macomer. Da circa tre anni sono diventata la nuova direttrice del coro femminile Santa cristina di Bonarcado. Attualmente seguo anche un coro di nuova formazione all’interno di un associazione l’Auser con coristi di ogni età motivati dalla passione per il canto.

Sei soddisfatta della risposta del pubblico alle tue performance?
Sono sempre stata molto contenta della risposta del pubblico alle mie performance, dal mio canto cerco di impegnarmi tanto anche quando capita che le situazioni non sono ottimali o quando un malessere rischia di compromettere l’esecuzione. Si cerca comunque di essere sempre all’altezza.

Sei emozionata quando presenti le tue performance a tanta gente?
Sempre, non è mai capitato che mi esibissi in tranquillità anche quando faccio i concerti con i cori. L’emozione dev’esserci ogni volta altrimenti l’esibizione si trasforma in routine e allora il mio ruolo diventa marginale e tutto appare meccanico. Parlo per me, ma ogni volta sento un tuffo al cuore che riesco a trasformare in energia positiva con lunghi respiri… Nel mese di giugno con il coro Harmonia Mundi abbiamo partecipato ad un festival che comprendeva circa tre esibizioni al giorno in tutta la Valpusteria… Abbiamo cantato ovunque anche nei rifugi a 2000mt davanti a tantissimo pubblico con umiltà e grande serietà, ogni volta l’emozione era diversa è molto intensa in un posto con scenari da fiaba.

Progetti futuri? Impegni ambiziosi?
I progetti per il futuro ci sono, il primo è quello di continuare a lavorare serenamente e a fare bene con onestà e umiltà… Poi avere sempre tanta attività concertistica con la speranza di ritornare come nel passato a quando la musica e la cultura facevano parte delle nostre realtà in modo attivo. Di impregni ambiziosi ce ne sono sempre ma restando con i piedi per terra, per carattere non amo fare il passo più lungo della gamba. Ciò non vuol dire che non ho progetti anzi ci sono ma vi racconterò la prossima volta appena potrò parlarne.

Oltre a questo fai altro?
Parallelamente alla musica e alla sua attività ho coltivato la passione per lo sport… Quello che pratico non è proprio uno sport per femminucce ma adoro farlo… Ed è il calcio. Ho giocato in una squadra femminile calcio a 11 di Macomer “la Macopsissa” dal 1990 sono sempre stata il capitano della squadra affrontando campionati figc lunghi e faticosi, se dovessi dire quante partite ho giocato non lo saprei. Ho sempre cercato di gestire le due passioni in modo che entrambe viaggiassero su binari diversi senza intralciarsi e ci sono riuscita… Attualmente ci siamo ritrovate e dopo che l’anno scorso abbiamo festeggiato il compleanno della squadra con tanto di partita abbiamo deciso di rivederci e giocare a calcio a 5, purtroppo non siamo più giovani come allora ma l’esperienza c’è sempre e vuol dire tanto, e come tanti anni fa ci divertiamo ed è un modo per stare insieme e condividere la nostra passione.

Ti piace la situazione artistica della tua nazione?
Sinceramente No….. parlo nel mio piccolo ma ho la ferma convinzione che ciò che la cultura fa e in questo caso la musica venga snobbato… Alla musica lasciano sempre le briciole, tanti anni fa le associazioni e i cori venivano sostenuti da finanziamenti regionali che potevano assicurare una buona attività concertistica, riuscendo anche anche ad organizzare manifestazioni di grande livello. Adesso tutto è cambiato i cori si autofinanziano altrimenti non si canta, gravando sull’attività e peggio sulle nostre tasche visto che non si è in grado di sostenere le spese. Faccio l’esempio anche dei Cori lirici in teatro che stanno sempre combattendo per i loro stipendi e stanno mesi senza vedere i frutti del loro lavoro, ma di questo nessuno ne parla mai. Il dramma è che come in ogni campo tutto gira intorno ai soldi.

Quali sono le performance contemporanee che si apprezzano ora?
Il mondo del canto gira tutto intorno al melodramma genere di teatro dove i personaggi si esprimono con il canto, la musica e azione scenica. In realtà nel melodramma e in generale nei teatri in cui veniva rappresentato, confluivano le idee più eversive dell’epoca, tanto che il successo di un opera spesso dipendeva dalle allusioni alla situazione del momento. Oggi non è più così perchè i mezzi per dissentire alla politica, al governo etc. sono ben altri… I teatri in italia funzionano molto per quel tipo di musica cioè l’opera, pensate cosa sarebbe Milano senza la Scala, oltre che un evento musicale importantissimo rappresenta pure un evento mondano del jet set, basta vedere la serata inaugurale della stagione operistica che diventa passerella di moda quasi a chi si veste e sfoggia meglio, questo lato della musica a me non piace e mi escludo anche come pensiero. La musica non conosce confini di stato, razza e religione così la definisce un’importante musicoterapeuta, forse tutti dovremmo intenderla in questo modo.

Di cosa trattano le tue performance?
Il contenuto delle performance dipende sempre dall’ambiente in cui si canta, inteso che se ci si esibisce in chiesa il repertorio dev’essere rigorosamente sacro, diverso se non si canta in chiesa allora il repertorio può essere misto profano e sacro… Io non ho preferenze in entrambi i generi, la scelta però sempre nel repertorio che indosso meglio. Da circa un anno faccio parte del coro “Laus Cordis” della fondazione hymnos, formato da sei donne sotto la guida del maestro Giacomo Baroffio e Anastasia eu ju kim, dove affrontiamo repertorio Gregoriano quindi un genere liturgico monodico… Posso asserire che è un tipo di canto molto spirituale e quando lo interpreti ci si immerge in melodie straordinarie che ti trasportano in un mondo completamente diverso dagli altri generi.

Vuoi ringraziare qualcuno?
Ringrazio tutti quelli che hanno sempre creduto in me e mi hanno appoggiato nelle scelte anche in momenti non tanto facili, la famiglia in generale soprattutto nella figura di mio padre che è venuto a mancare prematuramente ma che è sempre stato un grande punto di riferimento, i suoi insegnamenti e la sua onestà sono sempre dentro di me a ricordo del grand uomo che era… Ed infine mia figlia Martina di gran carattere e tenacia che rappresenta la mia forza.

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4 Comments

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  1. Davvero piacevole e sorprendente questa intervista. Ho trovato molto bella la parte del non giudicare il prossimo, ti fa onore e bisognerebbe prenderti come esempio. Che questa intervista sia per te di buon auspicio Rossana.

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Maurits Cornelis Escher

Il Labirinto Borges