in ,

Fair play?

Stamattina ho tenuto la prima lezione in un primo anno di una scuola professionale: nuovi allievi, primi sguardi, prime impressioni. Ho scelto di dedicare la prima lezione al concetto di gruppo, al rispetto delle regole e alle regole del rispetto; uno degli allievi, giocatore di rugby, ha spiegato alla classe il “terzo tempo”, suscitando interesse e curiosità. Un allievo, che gioca a calcio in una società locale, domanda se anche nel calcio funziona così… Cosa potrei rispondere? Alcuni episodi visti in TV ultimamente non fanno ben sperare, anzi, alimentano in me una serie di dubbi legati alla poca chiarezza in merito ai concetti relativi all’etica professionale, lealtà sportiva e fair play. Mi sorge spontanea una domanda: “Nelle società di calcio,da quelle oratoriali a quelle blasonate, laddove sono presenti dei professionisti dell’educazione (se esistono!) si insegnano ai piccoli sportivi (forse futuri campioni) le basi dell’etica, del rispetto dell’avversario, dell’unica vera regola non scritta: la lealtà e il rispetto? ”O meglio… si parla di fair play? “Il Fair Play è una norma non scritta, è la legge morale che dà un’anima allo sport, facendone un’esperienza insostituibile, dal valore formativo innegabile per la vita in società” (Renè Maheu). I piccoli calciatori un giorno diventeranno adulti e, crescerli nel rispetto dei valori, nel rispetto dell’avversario come del compagno di squadra, non fa che favorire la crescita personale prima che quella calcistica, in quanto, prima che calciatori dovranno diventare uomini… Seguire un percorso di crescita in una scuola calcio significa trovarsi di fronte diversi piccoli calciatori con diverse personalità e diversi livelli educativi, ma su cui si può lavorare infondendo sani principi e la regola più difficile: l’auto-responsabilizzazione. Costruire un gruppo che possa far squadra significa responsabilizzare ogni componente al raggiungimento di un obiettivo condiviso, attraverso il mutuo aiuto, attraverso la costruzione di un regolamento interno da parte dei singoli che sia comunemente accettato e rispettato. Se si è pronti ad essere un gruppo, poi una squadra, si sarà più pronti a scendere in campo.

Newbie

Written by Valentina Muscas

One Comment

Leave a Reply

Lascia un commento

Intervista a Francesca Giuliano

Come tu mi vuoi